Qualcuno inizia ad alzare la testa, a non accettare di tornare a casa, di farsi licenziare senza alzare la voce, senza ribellarsi, senza fargliela sudare un po’ questa sopraffazione costante, continuata, indegna.
Lunedi 11 giugno a Basiano (MI) lo sciopero del lavoratori della “Gartico scarl”, società che gestisce il settore logistico dei supermercati “il Gigante”, si è trasformato in una guerriglia e le immagini parlano chiaro malgrado le parole delle agenzie di stampa riportino come sempre quel che vogliono.
E’ da diverso tempo che un centinaio di lavoratori soprattutto pakistani e egiziani sta lottando per difendere il proprio posto di lavoro con un presidio permanente in opposizione alla decisione dell’azienda di cambiare cooperativa per il servizio di facchinaggio. E la decisione di questo cambiamento e quindi il licenziamento di 89 lavoratori è dovuta proprio alle proteste che i lavoratori stanno portando avanti contro le condizioni di lavoro insostenibile; anche perché, sembra che da 2 anni, non vengono versati tutti i contributi INPS. E quindi: tutti a casa.
Questi lavoratori, che verranno licenziati e sostituiti con altri lavoratori assunti da un’altra cooperativa con stipendi e condizioni al limite della schiavitù, invece di deprimersi sotto il peso di una calamità innaturale hanno deciso di ribellarsi. Nascono da qui gli “scontri” con la polizia e i carabinieri. Non la solita manfrina. Botte vere prese e date. Non è stata una sceneggiata, è stata una scena orribile. Ci sono state le cariche, i sassi, le gambe spezzate, i lacrimogeni, i crumiri portati con un pullman e fatti entrare scortati dai carabinieri a lavorare al posto dei lavoratori e la paura vera, come in un film americano degli anni 30, insomma una storia esemplare all’epoca dei governi delle banche.
Il bilancio degli scontri è pesante: 2 manifestanti con le gambe rotte e diversi contusi accompagnati all’ospedale, anche tra i carabinieri. 27 feriti di cui uno grave. Molti lavoratori dopo le cure sono stati accompagnati in caserma e alcuni arrestati.
La vicenda, la prima vera rivolta, o vero pestaggio, di lavoratori nell’Era Monti e della maggioranza ABC che lo sostiene non sembra interessare granchè gli “addetti ai lavori” Solo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista si è rivolto direttamente al governo denunciando precise responsabilità del Ministro e del Questore di Milano, dicendo chiaramente che il problema della disoccupazione e della crisi non può essere ridotto a una questione di ordine pubblico ma che bisogna ascoltare le ragioni dei lavoratori e dare risposte concrete!
La reazione dei lavoratori, l’aver saputo e voluto reagire alla sopraffazione del padrone ci lascia la speranza che ci sia ancora la forza, la possibilità e magari anche la capacità di difendere il proprio diritto alla vita e al futuro, il diritto di non essere sfruttati, il diritto di non dover sempre chinare la testa, il diritto di alzarla ogni tanto, alla faccia dei manganelli, dei padroni e dei loro protettori.
SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI FERITI. RILASCIO IMMEDIATO DI TUTTI I LAVORATORI FERMATI. LE LOTTE PER IL LAVORO E I DIRITTI NON SI ARRESTANO!
RIFONDAZIONE COMUNISTA-FEDERAZIONE DELLA SINISTRA
Circoli di Trezzo s/A.-Vaprio-Busnago, Cassano d/A. e Inzago
12/06/2012