Ultime3

Risposta all’appello del San Raffaele

Ospedale San Raffaele

Ospedale San RaffaeleI delegati RSU e i lavoratori del S.I. COBAS dell’ azienda ospedaliera Salvini di Garbagnate, Niguarda e ICP di Milano e alcuni lavoratori  ASL di Lodi, fanno proprio l’ appello dei delegati del San Raffaele e danno la piena disponibilità ad un percorso comune di lotta e di organizzazione, convinti che se passano i licenziamenti prospettati da Rotelli  questi faranno da guida ad altri licenziamenti in tutta la sanità (pubblica e privata) milanese e anche nazionale.

Il prete padrone (che dovrebbe essere all’inferno, se esiste, per i suoi peccati), in nome di dio, ha  sperperato e scialacquato, nel paradiso terrestre a favore dei suoi amici, il miliardo e mezzo che ha fatto sparire dal bilancio. Ora la Regione e Rotelli, vogliono recuperare quei soldi chiedendo il conto ai dipendenti San Raffaele: perdita di stipendio (applicazione del ccnl sanità privata, azzeramento degli incentivi) e peggiori condizioni di lavoro, attraverso una flessibilità accentuata.

Bene ha fatto la maggioranza RSU a respingere le proposte dell’imprenditore Rotelli, il quale vuole realizzare  i profitti  sulla pelle dei 450 dipendenti del comparto, senza, però, toccare nessun dirigente.
Accettare queste condizioni sarebbe una sconfitta per tutti, senza nemmeno riuscire a salvare i posti di lavoro.
E’ sempre perdente per i lavoratori scambiare salario contro il posto di lavoro, perché, così,  si perde stipendio e posto (vedere contratti di solidarietà).

Lungi da noi l’intenzione di dare consigli a questi lavoratori, che sono sotto la scure dei licenziamenti, e alle loro RSU, ma è utile fare alcune riflessioni:

la RSU del San Raffaele è diretta a maggioranza dai sindacati di base e l’appello lanciato da quest’ultimi  appare un po’ debole nella sostanza, perché limitato all’interno di una  proposta che punta alla salvaguardia del servizio come bene pubblico e, nello stesso tempo, l’appello rischia di essere tardivo (visto i tempi che pone Rotelli) per organizzare una risposta forte, di lotta, di tutto il settore lavorativo occupato nel sanitario.

A nostro avviso è necessario accelerare i tempi per un’assemblea pubblica, che cerchi di coinvolgere tutto il movimento dei lavoratori del settore, per decidere che tipo di percorso si vuol seguire e quale lotta si  debba mettere in campo, tenendo certamente in conto, quale possa essere la  partecipazione alle iniziative da parte dei lavoratori del San Raffaele e in che modo possano rispondere a questo attacco.

Le possibili risposte saranno determinate, in primis,  dalla forza che metteranno in campo i lavoratori dell’ ospedale  San Raffaele, ma anche  dalle adesioni esterne delle RSU e lavoratori ospedalieri di Milano.

Milano, 28-09-12                        

DELEGATI E LAVORATORI DEL S.I. COBAS: A.O. SALVINI GARBAGNATE, A.O. NIGUARDA, I.C.P.  MILANO, A.S.L. LODI.

—————————————————————————————————————————————————————————————————————————

APPELLO AI RAPPRESENTANTI SINDACALI E LAVORATORI DELLA SANITÁ

L’Ospedale San Raffaele è un grande policlinico privato convenzionato.
A causa della mala gestione lo scorso anno si è trovato sull’orlo del fallimento. A seguito di diverse vicende, che hanno coinvolto anche la sezione fallimentare del tribunale di Milano, dopo un interessamento della cordata IOR Malacalza che aveva offerto 250 milioni, l’Ospedale San Raffaele è stato acquisito dal gruppo Rotelli che ha rilanciato di 155 milioni portando l’offerta a 405 milioni.
Il conferimento al gruppo Rotelli è avvenuto l’11 maggio, l’Amministrazione con nota del 30 luglio ha comunicato l’intenzione di voler procedere a modifiche dell’assetto contrattuale (CCNL e accordi aziendali) e licenziamenti, quantificati nel mese di settembre in 450 unità, giustificando tale intenzione con i tagli della spending review.
La RSU dell’Ospedale San Raffaele ritiene che questo attacco ai lavoratori dell’ospedale San Raffaele non sia solo e soltanto un problema dei lavoratori di questo ospedale, ma che sia un attacco portato al concetto di sanità come servizio/bene pubblico e pertanto rappresenta il primo passo di un percorso che vedrà sempre più strutture, e quindi lavoratori, interessati da processi analoghi.
Sappiamo di situazioni di lotte in altre strutture sanitarie, proprio da queste lotte e da quelle che presto partiranno occorre, a nostro avviso, partire. Riteniamo che queste lotte vadano collegate e che a questo attacco la risposta debba essere comune a partire da un processo di solidarietà attiva e di lotte comuni a livello sia cittadino ma anche regionale in difesa di tutti i nostri presidi sanitari.

Invitiamo pertanto tutte le RSU, i delegati sindacali e i lavoratori raggiunti da questo appello a dare la propria solidarietà e la propria disponibilità ad un percorso comune che porti ad un’assemblea dove decidere quali forme di lotta intraprendere.

Milano 25 settembre 2012