In un campo di battaglia, un buon posizionamento sul terreno permette ai contendenti di occupare una posizione migliore per portare avanti lo scontro.
Così è stato anche nella vicenda che ha visto i lavoratori della Granarolo confrontarsi con i padroni delle cooperative (con alla testa la Lega Coop), i tre sindacati confederali e alcune forze istituzionali benevole verso coloro che per anni hanno calpestato i diritti sul piano salariale e normativo dei lavoratori.
Al tavolo di trattativa aperto dal Prefetto, che ci aveva visto la prima volta presenti come S.I. Cobas a rappresentare tutti i lavoratori colpiti dai licenziamenti (e per altre tre volte invece esclusi), era uscita una proposta che in pratica addossava ai lavoratori la colpa di aver innalzato in modo improprio lo scontro.
Negando di fatto le vere ragioni della lotta dei lavoratori, non fissava nessuna data per il loro rientro in un qualsiasi magazzino.
Da questa prima proposta, da noi non sottoscritta, si è arrivati alla fase finale del quarto confronto in Prefettura, il giorno 17/07/2013.
Dal tavolo prefettizio usciva una proposta che poneva l’accento sul fatto di dover accettare un patto tombale sul pregresso in cambio di mille euro, 12 rientri in altri magazzini al di fuori della Granarolo e, soprattutto, come esplicito ricatto, che se non si fosse accettato l’esito di tale “confronto” non sarebbe stato possibile accedere alla cassa integrazione (visto che vi erano pochi giorni alla scadenza dei termini perché si potesse attivare tale strumento).
Nelle ore successive, grazie ad un confronto telefonico tra il sottoscritto ed il Prefetto, è stata avanzata una proposta che prevedeva l’inserimento di 23 operai in diversi magazzini a tempo indeterminato: senza periodo di prova, con inquadramento almeno analogo a quello in essere, con l’mpegno di incontrarsi entro il 30/09/2013 per verificare un percorso per il ricollocamento degli altri operai ancora in Cigs in deroga, col pagamento della retribuzione dalla data del licenziamento al reintegro, con l’accesso alla CIGS in deroga alla data dell’1/07/2013 e, cosa estremamente importante, senza nessun accordo tombale sul pregresso (per somme che superano i 20mila euro ad individuo).
Per essere attuata, questa proposta doveva vedere impegnato il S.I. Cobas a revocare lo stato di agitazione; ed è ciò che è stato fatto dopo aver svolto un’assemblea di tutti i lavoratori, che all’unanimità hanno dato il loro mandato per farlo.
In concomitanza con l’accettazione della proposta, i 41 licenziati più i 10 già in CIGS hanno dato mandato ai legali per aprire una vertenza per il recupero della parte del salario non pagato dalla SGB, per un totale che supera un milione di euro.
Una battaglia che non è conclusa e che riprenderà qualora i “compagni” di merenda che hanno concordato e stilato la proposta non manterranno gli impegni presi: cioè di far rientrare tutti i lavoratori nei magazzini, alle stesse condizioni dei 23 loro compagni che riprenderanno subito a lavorare in base all’accordo.
Una battaglia di posizione che permette di occupare uno spazio più favorevole per vincere la guerra che la Granarolo ha scatenato due mesi e mezzo fa, e che ha visto i lavoratori battersi con determinazione, con l’aiuto di altri cobas e militanti solidali, dimostrando sul campo che si può vincere un avversario come la Lega Coop, arrogante e forte sul territorio (non solo di Bologna), che aveva calpestato i loro diritti.
Milano, 18 luglio 2013
Il Coordinatore Nazionale del S.I.Cobas Aldo Milani