Si è trattato di un vero “processo lampo”. Ed è raro, di questi tempi, vedere un giudice che ribalta, in quindici giorni, le montature polizieschie sbugiardandole pubblicamente
I due operai del Si.cobas, arrestati perché davanti alla loro fabbrica, sono stati assolti con formula piena per non aver commesso il fatto.
Poco ci interessa entrare qui in un annoso dibattito sul senso e il valore della giustizia istituzionale
Più interessante invece azzardare ipotesi sulla dinamica reale degli avvenimenti.
E l’azzardo, l’ennesimo, viene sempre dai cancelli della Dielle dove gli operai del Cobas, dopo la sentenza favorevole, si sono radunati per….festeggiare la sconfitta avversaria
Questa, grosso modo, la spiegazione dei fatti che ci siamo dati.
“Le istituzioni, di fronte alle nostre ragioni, si sono mostrate compatte tanto nel riconoscerle (a voce), quanto nel negarle (nei fatti), con botte e arresti che non hanno alcuna motivazione se non la difesa dell’ordine costituito (mafioso: ma non si deve dire, perché lo stato, si sa, combatte la mafia). Ragioni che fanno paura e inducono l’avversario in errore. Bene! Ma non ci accontentiamo! Sciopero oggi, sciopero domani è ormai lo slogan più gridato davanti ai cancelli….non solo più della Dielle.
Proprio mentre nuovi scenari di lotta si preparano, laddove la condizione a cui gli operai africani del SI.cobas si sono ribellati sono esattamente quelli prefigurate dalla cricca borghese attualmente dominante
Precursori di una ribellione operaia cosciente diffusa? Sappiamo solo che gli operai della Dielle hanno cominciato a lottanre per questo