La macelleria sociale continua senza soste: il governo Renzi, fedele esecutore di Confindustria, Bce e capitale finanziario, col Jobs Act sta sferrando l’ennesimo affondo teso a distruggere le ultime tutele sui luoghi di lavoro.
L’attacco all’articolo 18 rappresenta l’esito quasi scontato di 20 anni di leggi precarizzanti e di attacchi indiscriminati al salario diretto, indiretto e differito: a seguito del pacchetto Treu e della legge Biagi, per gran parte dei giovani lavoratori e per l’universo dei precari le tutele previste dall’articolo 18 sono sempre state una chimera.
Lo scontro tra Renzi e sindacati confederali ad uso e consumo mediatico arriva dunque fuori tempo massimo, poichè questi ultimi sono i principali attori che in questi anni hanno contribuito ad affossarlo.
Le ricette di Renzi non solo non combattono la disoccupazione (come evidente dai dati presenti su tutti i giornali con picchi in particolare al sud e per gli under-30), ma tendono ad alimentare la miriade di figure precarie e senza tutele che i padroni potranno sfruttare a loro piacimento e con salari sempre più bassi (che vuol dire meno soldi nelle nostre tasche, di più nelle loro!).
A questo generalizzato attacco al mondo del lavoro è mancata una risposta capace di invertire questa tendenza: da un lato i sindacati confederali non fanno altro che firmare accordi al ribasso per mantenere quel briciolo di concertazione che gli è rimasta, dall’altro i lavoratori più combattivi non riescono a dotarsi di forme organizzative che gli permettano di creare un opposizione reali a questi piani.
La battaglia per il rispetto e l’allargamento delle tutele previste dai contratti collettivi è oggi l’esempio tangibile di come sia possibile sviluppare lotte non solo difensive.
L’attacco repressivo che negli ultimi mesi sta colpendo i facchini (come nel caso della Ikea di Piacenza e della Dielle di Cassina de Pecchi) è parte di un più generale clima di criminalizzazione delle lotte: dai licenziamenti politici contro i compagni del comitato cassintegrati di Pomigliano e le avanguardie sindacali in altri stabilimenti Fiat ai processi ai No-Tav, dalla scure repressiva contro i movimenti per il diritto all’abitare fino agli arresti dei precari Bros a Napoli, l’unica risposte alle istanze poste dalle lotte da parte dello stato è quella del manganello e del carcere.
I primi embrionali strumenti di collegamento finora messi in atto sul territorio campano hanno dato già alcuni importanti frutti. La battaglia dei cassintegrati e licenziati politici Fiat nonostante l’isolamento costruito dagli altri sindacati e gli attacchi frontali dell’azienda e dei sistemi repressivi statali, ha ottenuto l’importante conquista del reintegro di Mimmo Mignano, cassintegrato e licenziato per un’azione di protesta contro le politiche padronali e il piano Marchionne! Grazie al sostegno della rete “Uniti si Vince” e all’impegno militante di disoccupati e singoli lavoratori combattivi, la battaglia in Fiat e quella nei poli della logistica campana (in particolare la TNT di Teverola, Caserta) sono riusciti a rompere un isolamento creato ad hoc dai padroni, e strappando piccole ma significative vittorie.
In quest’ottica lo sciopero indetto dal Si-Cobas peri l 16 Ottobre e che vedrà mobilitati migliaia di operai della logistica di tutta Italia può rappresentare una prima importante occasione per colpire sul serio i padroni e il governo bloccando per un giorno il flusso delle merci nell’intero paese.
Per questo invitiamo tutti gli operai e i lavoratori combattivi a cogliere questa occasione e invitiamo l’intero movimento di classe, gli studenti e i militanti del sindacalismo di base e combattivo a partecipare all’assemblea pubblica che si terrà il 6 Ottobre nell’aula Lo Russo in via Mezzocannone 16 (NA) per far vivere lo sciopero del 16 Ottobre e compiere un primo passo verso una reale generalizzazione delle lotte.
Verso lo sciopero del 16 Ottobre
Verso la mobilitazione del 7 Novembre a Bagnoli contro il governo Renzi ed il decreto Sblocca-Italia che prevede il commissariamento di Bagnoli
Si-Cobas Napoli e Caserta
Rete di collegamento delle lotte “Uniti si Vince”