Logistica

Dieci ore di battaglia davanti ai cancelli della DHL di Carpiano

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Premessa

 

La trattativa nazionale con le principali aziende che si occupano di trasporti a livello nazionale ha visto il raggiugnimento di un importante tragauardo: quello di scalzare gli accomodanti sindacati confederali e di permettere agli operai di repingere il cosidetto “accordo ribalta” (reali penalizzazioni salariali in cambio di una finta stabilizzazione lavorativa) e di rilanciare su una piattaforma sindacale migliorativa dello stesso CCNL siglato dai confederali (aumeto dei ticket, integrazioni per la malattia e introduzione di passaggi automatici di livello)Una dopo l’altra GLS, BRT, TNT e (domani) SDA, finiscono per allinearsi sulle concessioni.

 

La stessa cosa non accade invece per la DHL che si sfila dal tavolo nazionale e arriva addirittura a rompere con la Fedit (l’associazione padronale di cui faceva parte insieme agli altri colossi dell’express di cui sopra).
Ulteriori avvisaglie di una volontà di rompere con le relazioni e gli attuali assetti sindacali erano giunte la scorsa settimana quando la CGIL improvvisava un picchetto coi suoi 15 iscritti (gli altri 110 sono Cobas) a cui la DHL rispondeva con una serrata senza chiedere alcun intervento della forza pubblica.

 

L’iniziativa del SI.Cobas

 

Prontamente viene convocata per ieri alle 15 un’assemblea in contemporanea Milano-Bologna (i due hub nazionali attualmente sotto il controllo Cobas). Ma in entrambi i magazzini gli operai si ritrovano di fronte ad una sospresa: la DHL ha mobilitato, in totale, una settantina di operai appartenenti ad altre cooperative, non titolari di alcun appalto, nell’intento di prevenire il danno derivante da un eventuale sciopero. E in aggiunta i cancelli risultano presidiati da un numero sporopositato di addetti alla sicurezza armati di “cani da guerra” La risposta congiunta non si fa attendere e le assemblee si trasformano immediatamente in picchetto e, a Carpiano, lo scontro con le guardie diventa fisico quando gli operai imediscono l’accesso a ulteriori crumiri giunti ai cancelli

 

La polizia interviene a Carpiano, gli operai resistono

 

Il blocco prosegue quindi per altre 4 ore fino a quando la polizia e i carabinieri, evidentemente preallertati e giunti in forza, intervengono creando un corridoio per l’ingresso da un cancello secondario di una parte dei TIR bloccati dal picchetto. Per oltre due ore gli operai cercano di bloccare i TIR in altri punti della zona, rallentando le operazioni di ingresso, fino a quando, al picchetto, si uniscono oltre 100 operai della SDA, situata nello stesso polo-logistico.
A quel punto (sono le 24) i crumiri escono dal magazzino scortati dalle forze dell’ordine che immediatamente dopo abbandonano la zona.

 

Mentre una quindicina di TIR sfilano davanti ai cancelli definitivamente chiusi, rimandando al giorno dopo le operazioni di scarico, Sia a MIlano che a Blogna si svolgono due assemblee per decidere le mosse successive.
Oggi gli operai si presenteranno ai cancelli regolarmente, consapevoli che la battaglia è appena (ri)cominciata e che, evidentemente la questione strettamente sindacale si intreccia con una scelta politica aziendale finalizzata a interrompere il “dominio” dei Cobas.

 

Altre azioni si renderanno necessarie, a meno che la DHL non receda dal suo intento e si sieda al tavolo della trattativa oppure dia mandato (economico) alle cooperative appaltatrici di farlo al posto suo.
Nelle prossime ore, con tutta probabilità, ci saranno ulteriori aggiornamenti rispetto ad una battaglia che si candida ad essere quella che chiude il cerchio di una vertenza iniziata con lo sciopero generale indetto dal S.I.Cobas e Adl Cobas dell’ormai lontano 22 marzo 2013.

 

S.I.Cobas nazionale