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Repressione all’ Inalca di Ospedaletto, La lotta continua ..

inalca repressione

inalca repressioneAll’INALCA/Cremonini S.p.A. di Ospedaletto Lodigiano (prima azienda in Italia nel settore della macellazione, lavorazione ed inscatolamento di carni coi suoi quasi 13.000 dipendenti senza contare tutti gli operai delle cooperative in appalto e somministrazione di manodopera) sta avvenendo in maniera manifesta e spudorata ciò che già ci attendevamo dopo l’approvazione della legge di stabilità per il 2015 ed i primi decreti attuativi del Jobs Act:

 

LICENZIAMENTO DI TUTTI I LAVORATORI DELLE COOPERATIVE IN APPALTO SIMULANDO “STATI DI CRISI” FITTIZI CON CONSEGUENTE DISDETTA DEL CONTRATTO DA PARTE DELLA COMMITTENTE E RICORSO AD AGENZIE DI LAVORO INTERINALE (IN QUESTO CASO TRENKWALDER) CON CONTRATTI DI SEI MESI O TRE + TRE, PER POI ESSERE RIASSUNTI DA UNA SUCCESSIVA COOPERATIVA (SENZA CHE VI SIA UNA GARANZIA CERTA CHE CIO’ AVVENGA) A TEMPO INDETERMINATO, APPLICANDO IL CONTRATTO A TUTELE CRESCENTI.

 

È tale il trend che la borghesia Italiana, con tutti i mezzi a propria disposizione, sta tentando di mettere in atto ai danni dei lavoratori per fare in modo di poter accedere successivamente agli sgravi contributivi (8000 euro a lavoratore per tre anni) previsti dalla finanziaria ed abolire la tutela prevista dall’articolo 18, nonché approfittarne per fare piazza pulita degli operai organizzati nei sindacati conflittuali nel corso di tale passaggio.

 

È di oggi l’esternazione a mezzo stampa della segreteria CGIL, secondo la quale si sta preparando un “dossier” per testimoniare l’utilizzo “fraudolento” da parte delle aziende di tali benefici previsti dalle leggi anti-proletarie del governo Renzi: gli stessi sindacati confederali, CGIL in testa, sono già stati in diverse occasioni complici di tale attacco alla classe operaia e ne sono testimonianza diversi accordi sottoscritti da questi servi (il tentativo in prefettura a Bologna per SDA ad esempio) in tale direzione. Salvo poi lavarsi la faccia sui giornali della borghesia.
Il S.I. COBAS ed i suoi operai rigettano con forza questa offensiva della fase capitalista e subiscono, con forza diametralmente opposta, la risposta poliziesca, giudiziaria, sindacal-servile della borghesia.
All’INALCA-Cremonini tale macchinazione investe le vite di 600 lavoratori ad Ospedaletto Lodigiano ed ulteriori negli altri stabilimenti.

 

Ai compagni che hanno partecipato all’ultimo sciopero fuori da quei cancelli si è manifestato apertamente l’intento repressivo ed intimidatorio nei confronti di chi tenti di opporsi alle pratiche anti-operaie che la borghesia ed il suo Stato vorrebbero portare avanti come un rullo compressore.

 

Il “rastrellamento” mentre ci si ritirava alle macchine con identificazione e tentativi intimidatori cui siamo stati oggetto da parte della questura sono i segnali esteriori di un attacco che si sta costruendo strategicamente più in profondità (come dimostra la recente informativa dei Servizi Segreti che ci riguarda da vicino) e contro cui è necessario brandire l’unità della classe lavoratrice.