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Resoconto Conferenza Internazionale Lavoratori dell’Auto, Sindelfingen, 14-18 ottobre 2015

conferenza internazionale auto

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Tra il 14 e il 18 ottobre si è tenuta a Maichingen-Sindelfingen (Germania, presso Stoccarda) la Prima Conferenza Internazionale dei Lavoratori dell’Auto, con una partecipazione complessiva di circa 250 persone di cui 41 delegati da 19 paesi, tra cui, oltre alla Germania, le delegazioni più nutrite sono state quelle del Brasile, della Spagna, della Turchia e della Colombia; hanno partecipato delegazioni da Francia, Sudafrica, India, Pakistan, Stati Uniti, Svezia, Ungheria, Repubblica Ceca, Ucraina, Russia, Iran, Venezuela . Per l’Italia ha partecipato Antonio Montella, uno degli otto licenziati politici della FIAT di Pomigliano (Fabbrica Italia) insieme a due altri compagni del SI Cobas.

 

La Conferenza è il seguito di un lavoro iniziato almeno 8 anni fa su iniziativa di lavoratori tedeschi dell’auto interni alla IG Metall e politicamente orientati in senso anticapitalista, che si era tradotto in una prima conferenza nel 2012 a Monaco.
Una secondo apporto determinante è stato dato dai lavoratori dell’auto brasiliani di CSP Conlutas, presenti nel Gruppo di Coordinamento Internazionale (ICOG) della Conferenza insieme agli spagnoli della CGT.

 

Riteniamo l’iniziativa positiva e importante, perché è uno dei tentativi più avanzati di unione internazionale tra lavoratori sulla base della comune lotta contro il capitale. Essa non si è limitata ad approvare dichiarazioni comuni, ma è volta a promuovere azioni di solidarietà tra lavoratori dei vari paesi, superando la concorrenza su base nazionale con cui le grandi multinazionali cercano di dividere i lavoratori.

 

I legami internazionali che la Conferenza ha permesso di stabilire possono essere un embrione della pratica dell’internazionalismo proletario che va oltre le questioni prettamente sindacali, in una prospettiva di lotta per il superamento del capitalismo.

 

Il SI Cobas, sindacato a composizione internazionale e di principi classisti e internazionalisti, ritiene che questa iniziativa sia un’importante occasione per promuovere un percorso unitario e di lotta nel settore auto e metalmeccanico in Italia, in collegamento soprattutto con i lavoratori del gruppo FCA degli altri paesi.

La Conferenza

La maggior parte delle riunioni si sono tenute in una struttura comunale che viene data in affitto per eventi culturali e di spettacolo, buona organizzazione nella quale sono stati coinvolti un centinaio di volontari (inclusa mensa, bar, traduzioni simultanee, ma mancava l’italiano).
Programma denso:
* presentazione rapporti sul movimento op. nel settore auto nei vari continenti (giovedì mattina e primo pomeriggio, non presenti);
* Forum per gruppi: VW-Seat-Audi-Skoda-Porsche-Man, Ford, BMW, Bosch e altri componentistica, giovedì pomeriggio-venerdì mattina;
* Assemblea dei delegati per la discussione e l’approvazione dei documenti generali della Conferenza. Una peculiarità della conferenza è che ogni paese aveva 5 voti, per cui noi avevamo tanti voti quanto la Germania….
Forum tematici (venerdì pomeriggio e sabato mattina):
Lotta e diritto di sciopero
Solidarietà internazionale contro chiusure e licenziamenti di massa;
Pericolo di catastrofe ambientale globale; l’auto tra le cause e i compiti dei lavoratori auto;
Come realizzare l’unità dei lavoratori: sindacato unico / pluralità di sindacati
Salute sui luoghi di lavoro;
Diritto di organizzazione sindacale e di libera attività politica nei luoghi di lavoro;
Riforme e rivoluzione;
Potere alle donne;
Lavoro interinale, subappalto, filiali: metodi di divisione dei lavoratori;
Rivoluzione digitale: una benedizione o maledizione?
Lotte nell’auto in Turchia con documentario
Coinvolgimento dei grandi gruppi nelle dittature militari in Sudamerica;
Effetti delle radiofrequenze sulla salute
Il sito della Conferenza
Il lavoro di traduzione, offerto da Solidarity International
La sera erano organizzati spettacoli, canzoni e intrattenimento in parte organizzato dalle delegazioni.

Venerdì 16 si è tenuta una manifestazione per le vie di Sindelfingen per la solidarietà internazionale dei lavoratori auto.

 

È stata organizzata una visita allo stabilimento Mercedes (cui la delegazione italiana non ha potuto partecipare perché contemporanea a riunioni).
Il tutto ha funzionato perché gli orari erano rispettati abbastanza rigorosamente, e In tutte le riunioni era stabilito un tempo massimo di 3 minuti, al cui raggiungimento veniva suonato il campanello: praticamente tutti hanno avuto la possibilità di intervenire.
La delegazione italiana ha partecipato a tutte le riunioni plenarie tranne quella iniziale, e ai forum GM, Ford, Unità dei lavoratori, Riforme-rivoluzione.

 

Siamo intervenuti: al momento della presentazione delle delegazioni internazionali (Antonio Montella tradotto in spagnolo da Peppe), al forum GM con intervento di Antonio tradotto in spagnolo da Peppe (non sono riusciti a terminarlo per superamento limite di tempo), nel Forum sull’unità dei lavoratori (Peppe), dove sono emerse differenze soprattutto tra i tedeschi, sostenitori del sindacato unico, e militanti in sindacati alternativi, soprattutto i francesi di CNT. Per il SI Cobas Peppe ha sostenuto che il quadro sindacale tedesco è diverso da quello di molti altri paesi tra cui l’Italia, e non vi può essere la stessa regola per tutti, anche se lavoriamo per l’unità dei lavoratori combattivi. Conlutas ha sostenuto che l’unità dei lavoratori non coincide con il sindacato unico.

 

Nel Forum Ford Roberto ha presentato la situazione auto italiana e la prospettiva di formare un coordinamento FCA in Italia e internazionale (i turchi partecipanti ci possono dare contatti del gruppo Tofas-FIAT); alla riunione plenaria la delegazione italiana ha presentato un emendamento per inserire la lotta per la riduzione dell’orario e l’abolizione di lavoro a termine e subappalti e azioni per generalizzare la lotta oltre il settore auto (recepiti in forma abbreviata, togliendo la parte che motivava la richiesta di generalizzazione con la volontà di non cercare condizioni di privilegio, unire la classe e far crescere una coscienza anticapitalista, con la motivazione che non si vuole unire solo i lavoratori che si pongono su un terreno anticapitalista). Nel forum su Riforme o Rivoluzione, che andava oltre le tematiche prettamente sindacali, Roberto ha sostenuto che per un mondo migliore non basta una più equa ripartizione del prodotto, in quanto esso è oggi determinato dalla legge del profitto, non dai bisogni umani. Occorre quindi rovesciare i rapporti di produzione, abolendo la separazione tra forza lavoro e mezzi di produzione e il loro carattere di “capitale”. A questo fine non basta la proprietà statale. Ciò pone il problema del potere politico, e la lotta per le “riforme”, tipica dell’azione sindacale, deve aiutare a far crescere la coscienza di classe tra i lavoratori.

 

Sotto pubblichiamo la traduzione italiana della Risoluzione Costitutiva, approvata all’unanimità, e della Risoluzione Conclusiva, approvata a larga maggioranza.

 

È stato eletto il nuovo Gruppo di Coordinamento Internazionale (ICOG) con 8 componenti, praticamente tutti coloro che si sono candidati: due tedeschi, due spagnoli, un brasiliano, un colombiano, un sudafricano, un italiano (Roberto). Ogni candidato ha presentato se stesso e ha espresso i propri intendimenti.

 

A conclusione della Conferenza si è tenuta la prima riunione del Gruppo di Coordinamento, nella quale si è deciso di pubblicare i documenti nelle varie traduzioni (in italiano a nostro carico) sul sito www.iaar.de, ed eventualmente fare un opuscolo; tenere una riunione a primavera, in luogo e data da definire; fare proposte per la giornata di lotta sui problemi della salute sui luoghi di lavoro e degli invalidi per lavoro tra il 28 aprile, giornata internazionale per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro e la giornata internazionale di lotta operaia del Primo Maggio 2016 (decisa in assemblea).

 

***

 

La delegazione italiana ringrazia tutti i compagni che hanno promosso e organizzato l’iniziativa e opererà perché anche in Italia nasca un coordinamento tra i lavoratori combattivi del settore auto, superando le divisioni tra sigle sindacali, e stringa legami con i compagni del gruppo FCA negli altri paesi.

 

Risoluzione finale della Conferenza internazionale dell’auto

 

Come SI Cobas abbiamo preso parte tra il 15 e il 18 ottobre alla Conferenza internazionale dei lavoratori dell’automobile, svoltasi nella cittadina industriale di Singelfingen in Germania.
Presenti circa 20 delegazioni in rappresentanza di diversi paesi di tutti i continenti e di quasi tutti i principali gruppi multinazionali dell’auto, tra cui il sindacato classista brasiliano Conlutas con cui condividiamo già da tempo un comune percorso di lotta su scala internazionale..
Nel corso della conferenza abbiamo dato voce alla lotta degli operai e dei licenziati del gruppo Fiat e sottolineato come per noi sia importante la costruzione di organismi di collegamento tra i lavoratori in termini internazionalisti e classisti.

Al termine della conferenza, il nostro compagno Roberto Luzzi è stato eletto nel gruppo di coordinamento internazionale che ha lo scopo di proseguire e rafforzare questo percorso.

 

Di seguito iltesto della risoluzione finale approvata dai delegati alla Conferenza.

 

Noi, lavoratori dell’automobile, ci assumiamo la responsabilità del nostro futuro!

 

Oggi, dopo 17 anni di proficuo lavoro congiunto, possiamo dire con orgoglio: è arrivata l’ora della fondazione di un “Coordinamento Internazionale dei lavoratori dell’automobile”. Questa unione si rende sempre più necessaria a livello mondiale tra lavoratori e lavoratrici dell’automobile e del comparto fornitori, in sintonia con le nostre famiglie e i nostri collaboratori.

 

Le grandi multinazionali dell’automobile aspirano al massimo profitto scaricandone i costi sugli operai e sull’ambiente. Essi ricattano i lavoratori e le lavoratrici, distruggono i posti di lavoro, riducono i salari e aumentano i ritmi di lavoro. Approfittano della fase di crisi per intensificare lo sfruttamento, per ridurre o annullare i diritti sindacali e nel fare ciò scaricano il peso della crisi sulle spalle degli operai.

 

In differenti paesi abbiamo sviluppato molte lotte e scioperi, al fine di far fronte a questa situazione e difendere il diritto dei lavoratori ad organizzarsi, tutelare i posti di lavoro e i salari.
Vogliamo socializzare le nostre esperienze e conoscenze, rafforzare la nostra capacità organizzativa e promuovere e coordinare le lotte a livello internazionale.

 

Ci sosteniamo a vicenda per mezzo di azioni di solidarietà e di protesta, proclamando scioperi di solidarietà e di lotta contro le misure anti-sciopero, sviluppando campagne di solidarietà e giornate di azione solidale coordinate internazionalmente. Per questo abbiamo deciso di costruire strutture di coordinamento a livello nazionale, regionale e continentale.
Queste strutture non si pongono in alcun modo l’obiettivo di rimpiazzare l’azione dei sindacati o dei partiti operai, ma hanno lo scopo di sostenerne e completarne l’azione.

 

Dal 1998, il forte legame di solidarietà internazionale mostrato dagli operai dell’automobile di differenti stabilimenti, consorzi e paesi, si è via via rafforzato nel corso di ben sette Conferenze internazionali dei lavoratori dell’automobile. Queste conferenze si sono trasformate nei punti più alti di un percorso fondato sulla reciproca fiducia, sull’amicizia e sulla ferma convinzione che uniti possiamo cambiare lo stato di cose presente. Tutto ciò, insieme allo scambio di informazioni e pubblicazioni, attività di solidarietà, delegazioni e giornate di azione comune, ha contribuito alla riuscita delle lotte del movimento operaio a livello mondiale:

 

nelle lotte contro la chiusura di stabilimenti come nel caso di Opel/Bochum in Germania, GM/San Jose dos Campos in Brasile, Ford/Genk in Belgio, Peugeot/Aulnay in Francia;
nelle ampie campagne di protesta e di solidarietà contro i licenziamenti e la criminalizzazione dei dirigenti sindacali alla Toyota nelle Filippine, nella lotta dei lavoratori sottopagati alla Suzuki-Maruti in India e per i lavoratori aggrediti e licenziati alla GM in Colombia o in Ssangyong in Corea;
nella lotta congiunta negli stabilimenti di diversi consorzi come nel 2014 in Sudafrica, nel gennaio 2015 in Brasile e nel maggio 2015 a Bursa in Turchia.

 

Tutte queste lotte furono precedute dalla decisione di non lasciarsi ricattare, di non accettare la presunta tesi della “mancanza di alternative” e di andare invece all’offensiva. Ancor più importante degli esiti immediati della lotta, ciò che ha avuto maggior impatto per le prospettive future è stata la crescente coscienza internazionalista di classe e la capacità organizzativa dei lavoratori coinvolti e di tutto il movimento operaio.
Siamo orgogliosi del fatto che il nostro movimento sta guadagnando sempre più un profilo definito e una sempre maggiore importanza sociale.

 

Allo stesso tempo, continua ad essere oggigiorno difficile l’unione dei lavoratori dell’automobile a livello mondiale. Subiamo quotidianamente un bombardamento mediatico teso alla manipolazione delle coscienze. I grandi gruppi e i governi diffondono la menzogna che la distruzione di posti di lavoro sia socialmente sostenibile, ammortizzano le contraddizioni attraverso incentivi alla riduzione della giornata lavorativa o attraverso forme particolari di indennità, approfittano della nostra preoccupazione per la tutela dell’ambiente e la usano strumentalmente per tagliare posti di lavoro, ricattandoci in tutti i paesi con la scusa della concorrenza proveniente degli altri luoghi di produzione, o ancora tentano di “comprarsi” i nostri posti di lavoro per mezzo di indennizzi affinchè non dichiariamo battaglia. In tutte queste operazioni i padroni sono appoggiati molte volte da dirigenti sindacali sottomessi alla logica dei profitti e subalterni alle dinamiche di concorrenza tra i singoli gruppi industriali. I vari governi fanno ogni forma di concessioni ed esenzioni fiscali ai monopoli internazionali dell’auto e smantellano le leggi a protezione dei lavoratori e dell’ambiente, al fine di favorire le imprese e peggiorare le condizioni di lavoro.

 

Solo se noi lavoratori ci ribelliamo a queste scelte possiamo porre fine a questa presunta “comunanza di interessi”. Le nostre richieste salariali sono considerate esagerate. Dobbiamo affrontare violenti attacchi anti-proletari o un tartassamento psicologico massiccio, diretto in particolare contro quelle forze che non si piegano al dominio del capitale. Le imprese perseguitano i lavoratori e le lavoratrici che osano rivendicare i loro diritti sul lavoro e lottano per la organizzazione della classe operaia, arrivando spesso a una repressione aperta delle organizzazioni sindacali e finanche all’assassinio dei sindacalisti come accaduto in Colombia. Vogliono farci credere che siamo soli e isolati, come una sagoma che lotta contro un avversario troppo potente.
Effettivamente noi lavoratori dell’automobile ci troviamo di fronte a un avversario potente.
Però non siamo indifesi! La nostra forza si dispiega con una coerenza e una capacità organizzativa che vanno ben oltre le frontiere nazionali.

 

I radicali cambiamenti della produzione industriale non ci hanno portato a risolvere i problemi dell’umanità. Al contrario, hanno acutizzato la crisi! Noi, lavoratori delle imprese automobilistiche e dei fornitori, lavoriamo internazionalmente gomito a gomito in molti paesi, nonostante ci costringano a una sempre maggiore competizione. Noi lavoratori creiamo prodotti di valore nonostante la gran parte di noi non può comprarli. Molte famiglie vivono in condizioni di povertà al limite della sopravvivenza, in parte anche perché i giovani vengono costretti alla disoccupazione e al lavoro sottopagato.

 

Siamo specialisti di un modo di produzione altamente sviluppato, e ciononostante ci rendiamo conto che tutto ciò si ripercuote contro di noi sotto le catene delle relazioni capitalistiche, poiché si traduce nella distruzione dell’unità dell’essere umano con la natura circostante. L’obiettivo dei consorzi dell’automobile di aumentare la produzione annuale a 100 milioni di veicoli puntando sui combustibili fossili e trasportando un flusso sempre più grande di merci su strada, porta oggettivamente al collasso del clima mondiale. Gli stessi gruppi che distruggono i posti di lavoro sono quelli che mettono deliberatamente a rischio di distruzione le basi fondamentali di vita dell’umanità, col pericolo di una catastrofe ambientale.

 

Sempre meno persone possono e vogliono adeguarsi al fatto che gli stanno rubando il futuro, in particolare ai giovani. Mentre le imprese e il capitale fanno i loro affari in tutti gli angoli del mondo, si nega ai lavoratori e al popolo il diritto di emigrare, e ciò ha portato a tragedie soprattutto nei paesi poveri.

 

Nel mondo intero, vi sono lavoratori e lavoratrici che lottano contro lo sfruttamento capitalista, contro lo sfruttamento infantile, contro l’oppressione particolare delle donne, le discriminazioni e il sessismo, le masse popolari lottano per evitare che il peso della crisi si scarichi sulle loro spalle, contro la distruzione dell’ambiente e contro le guerre reazionarie, contro le discriminazioni di razza, origine o identità sessuale. Noi, lavoratori dell’automobile siamo una parte importante delle centinaia di milioni di lavoratori dell’industria. Noi faremo di tutto per trasformarci in una forza superiore contro il capitale finanziario internazionale che oggi domina l’economia, la politica mondiale e gli apparati statali di oppressione.
Facciamo un appello a tutti i lavoratori, donne e uomini, dell’automobile e ai solidali con le loro lotte, a diventare membri del coordinamento internazionale attraverso la firma della risoluzione iniziale.

 

Lottiamo:

 

per prestare solidarietà alla lotta dei lavoratori nell’industria automobilistica. Portiamo dichiarazioni di solidarietà nelle assemblee dei lavoratori e organizziamo azioni solidali con tutti coloro che lottano contro lo sfruttamento nei consorzi automobilistici.

 

Per organizzare campagne contro l’oppressione dei lavoratori e delle lavoratrici che sono colpiti da licenziamenti, persecuzioni, arresti e altre misure che mirano a tappargli la bocca. I lavoratori combattivi devono sapere che possono confidare nell’appoggio internazionale e che gli attacchi delle aziende saranno denunciati internazionalmente! Difendiamo il diritto di libera organizzazione dei lavoratori.
Per concentrare azioni e giornate di lotta concordate internazionalmente nel periodo di tempo che va dalla giornata mondiale della sicurezza sul lavoro il 28 di aprile e il primo maggio, giornata internazionale di lotta della classe operaia, per dare così la nostra forza unitaria internazionale.

 

Nelle sue sedi centrali, le aziende elaborano piani e fissano obiettivi per la chiusura delle fabbriche, il trasferimento della produzione in paesi con basso costo del lavoro e l’aumento dello sfruttamento. Per fare ciò mettono in concorrenza i lavoratori e le lavoratrici, gli uni contro gli altri, all’interno dei singoli gruppi. E’ per questo che il coordinamento all’interno dei rispettivi gruppi internazionali è di importanza cruciale.
Organizzeremo iniziative per ridurre la giornata lavorativa ed eliminare il lavoro sottopagato e a termine, come strumento fondamentale nella lotta contro lo sfruttamento e la disoccupazione. Cerchiamo la collaborazione con altri operai, organizzazioni e movimenti combattivi.

 

Promuoveremo l’organizzazione dei lavoratori con una solida base nelle singole imprese. Siamo consapevoli che le condizioni oggettive sono differenti in ogni paese e in ogni impresa. Sosteniamo il rafforzamento dei sindacati come organizzazioni di lotta per migliorare le condizioni di vita e di lavoro degli operai e promuoviamo l’unità sindacale su una base combattiva. Non ci limitiamo a una lotta per il miglioramento dei salari e delle condizioni di lavoro ma rivendichiamo una vita prospera, dignitosa e salutare per tutti, in armonia con la natura: una società senza sfruttamento ne oppressione, perché un altro mondo è possibile. Questa è la nostra prospettiva, per la quale lottiamo ben al di la delle frontiere nazionali, al fine di superare tutti gli ostacoli con perseveranza e determinazione.

 

La IAC (Conferenza internazionale dei lavoratori dell’automobile) rifiuta categoricamente e ovunque il TPP, il TTIP, il TISA e gli altri trattati internazionali che rappresentano una minaccia globale per i lavoratori dell’automobile e la classe operaia, e lotterà in tutti i paesi del mondo contro i cosiddetti “accordi di libero commercio”.
Noi operai ed operaie partecipanti siamo al fianco di tutti i popoli oppressi e sfruttati.

In vista della seconda Conferenza internazionale dei lavoratori dell’automobile nel 2019 svilupperemo una fase di ampia diffusione dei lavori della conferenza, al fine di creare strutture di coordinamento e conquistare molti nuovi membri nei vari continenti.

 

I nostri principi di cooperazione sono i seguenti:

 

Tutti i membri rafforzano questo movimento compatibilmente con le loro possibilità. Essi decidono liberamente di assumerne i compiti e di farlo in maniera affidabile.
Si applicherà il carattere non partitico e di apertura ideologica, con uguaglianza di diritti per ogni partecipante.
L’indipendenza finanziaria e il contributo di tutti i partecipanti al finanziamento rappresentano la base della nostra autonomia.

 

Una cultura basata sul confronto democratico e orizzontale, basata sul mutuo rispetto e l’esimersi da attacchi contro altri membri, rafforza la nostra unione.
Sono esclusi coloro che propugnano idee fasciste, razziste, sessiste, fanatico-religiose e omofobe.
Eleggeremo un gruppo internazionale di coordinamento per la realizzazione dei compiti concordati. Questo gruppo rendiconterà il suo lavoro nella seconda Conferenza Internazionale dei lavoratori dell’automobile nel corso dell’assemblea dei delegati.

 

Proletari di tutti i paesi, unitevi!

 

Lavoratori dell’automobile, prendiamo il futuro nelle nostre mani!

 

I delegati alla I Conferenza internazionale dei lavoratori dell’automobile

Sindelfingen, 17/10/2015