Cobas

[NAPOLI]: ANCORA DECRETI PENALI SU CHI LOTTA

Da giorni stanno arrivando a casa di 6 compagni/e e lavoratori delle campagne dei decreti di condanna per manifestazione non autorizzata, inerenti i fatti avvenuti il 6-2-2017 durante una manifestazione nazionale contro sfruttamento, ghetti di Stato e repressione.
L’iniziativa, congiunta in tutta Italia, prevedeva la presenza di presidi con lavoratori e disoccupati sotto le Questure e Prefetture territoriali.
I compagni vicini e solidali, del Lab. Pol. ISKRA Aversa, della Rete Campagne in lotta e del S.I.Cobas sono stati condannati a 15 giorni di reclusione commutati in pena pecuniaria (per un amūmontare di 3801,50 euro) per aver promosso e supportato l’iniziativa a Foggia. 

Una condanna volta a colpire immigrati regolari a cui si complica la procedura per il rinnovo del permesso di soggiorno, ma soprattutto vuole intimorire chi organizza i lavoratori e gli sfruttati che lottano per il diritto all’abitare, lavoro stabile e sicuro e contro gli abusi delle questure e dei padroni sul rilascio dei permessi di soggiorno.

I decreti penali di condanna sono uno degli strumenti che sempre più vengono utilizzati per frenare la lotta di classe, come il rilascio di fogli di via che stanno colpendo ambulanti e disoccupati, ma che la controparte sta utilizzando anche come arma per fermare il protagonismo politico dei compagni come dimostra anche il recente caso di una compagna impegnata nella lotta dei lavoratori sul territorio di Rosarno.

Tutto  questo, all’interno di un quadro più complessivo di escalation repressiva, che con l’attuazione del Decreto Minniti-Orlando ha provato a criminalizzare e infliggere colpi alle lotte dei facchini della logistica, ai movimenti di lotta per la casa, movimenti di disoccupati ed ora anche a quella dei lavoratori delle campagne.

Solo dopo due mesi dalla manifestazione il governo centrale ha aumentato il clima di tensione sul territorio e con la complicità delle istituzioni vicine e con la violenza delle forze dell’ordine, veniva bruciato e sgomberato il Gran Ghetto di Rignano provocando la morte di due abitanti.

La nostra risposta resta continuare a organizzarci insieme a chi scappa da guerre e povertà, continuare la lotta contro lo sfruttamento prodotto dall’intera filiera agro alimentare e coperta dalla Bossi-Fini, per rafforzare l’organizzazione degli organismi e dei percorsi che provano a far alzare la testa a chi tutti i giorni vive una condizione di discriminazione, miseria e precarietà.

Per questo non un passo indietro.

 

Laboratorio Politico “La scintilla – Iskra agro aversano”

Coordinamento provinciale S.I.Cobas Napoli – Caserta