La giornata del 27 ottobre, sciopero generale del sindacalismo di base, è stata per la sezione milanese del S.I. Cobas una giornata densa di iniziative di lotta estese su tutto il territorio metropolitano, senza un momento di tregua per tutta la giornata.
Il rinnovo del CCNL della logistica e la situazione politica nazionale e internazionale, da un punto di vista proletario, sono stati gli argomenti cardine delle centinaia di assemblee che, nei luoghi di lavoro, hanno preceduto lo sciopero. In questo modo la totalità dei lavoratori iscritti ha potuto percepirne le motivazioni e si sono creati i presupposti per una giornata di lotta partecipata da migliaia di lavoratori coscienti e determinati.
Allo scoccare della mezzanotte sono iniziati blocchi in tre magazzini della provincia, TNT di Peschiera Borromeo, Esselunga di Macherio e Ceva di Melzo. In tutti questi magazzini si è scelto di dare una risposta netta alle politiche antisindacali messe in atto dai padroni. Alla TNT di Peschiera Borromeo nei giorni precedenti lo sciopero un lavoratore occupato da dieci anni come facchino nell’hub è stato licenziato per la tardiva applicazione di una normativa sui carichi penali, ignorata fino ad oggi; inoltre in uno dei magazzini del comprensorio alcuni capi hanno ripetutamente strappato i manifesti dello sciopero generale provocando la rabbia dei lavoratori che hanno bloccato gli accessi per quattro ore.
All’Esselunga l’azienda e la cooperativa si rifiutano di riconoscere il sindacato, mentre alla Ceva le condizioni di lavoro seppur progressivamente migliorate risultano ancora ben al di sotto di quanto sarebbe dovuto agli operai.
Finiti i picchetti i pullman organizzati dal coordinamento hanno raccolto i lavoratori per portarli al corteo previsto alle 9,30 in piazzale Medaglie d’oro. Il clima sui pullman era di entusiasmo nonostante le ore passate nella notte fuori dai cancelli e la stanchezza accumulata. Tra i cori e le chiacchiere da parte dei presenti il pullman di Peschiera Borromeo si è mosso nel lento traffico di Milano fino a destinazione. “Oggi è la nostra giornata, è come una festa, certo si lotta, ma quando il padrone ti sfrutta tutti i giorni dell’anno una giornata come quella di oggi ti fa sentire libero e tutti gli operai lo sanno”, così, tra le tante voci, quella di un delegato dell’SDA, ha descritto nel miglior modo il sentimento che ha animato le migliaia di operai in arrivo a Milano.
Alle 9,30 piazza Medaglie d’oro era già piena di persone. C’erano lavoratori con le famiglie al seguito, perchè “questa lotta è anche per loro, se non lottiamo oggi, domani i nostri figli avranno un mondo senza diritti”. I diritti di cittadinanza per tutti gli immigrati, a cominciare dai figli nati in Italia, sono stati un tema ricorrente nelle assemblee di coordinamento per lo sciopero e la composizione intergenerazionale del corteo ne è stata la riprova.
Con l’arrivo di 7 pullman da Brescia e altri da Piacenza, Bergamo e Genova la piazza non poteva più contenerci, è partito così il corteo di 3000 persone e tra slogan e canti di lotta ci si è mossi verso il centro. I delegati dei coordinamenti provinciali hanno gestito la testa del corteo, mentre si sono ripetuti interventi di lavoratori e solidali che hanno richiamato i contenuti sindacali e politici della giornata di lotta.
Si è arrivati così in piazza del Duomo dove nel frattempo erano confluiti gli altri sindacati di base. La piazza si è riempita di lavoratori, ma ancora una volta ad è emersa la carica dei facchini della logistica che irrompendo nel clima statico degli altri settori lavorativi tra canti e slogan, ha lanciato un forte segnale a tutti i presenti: l’unità di classe è possibile solo nelle lotte e non nelle discussioni tra vertici sindacali.
Tra gli interventi dei segretari delle sigle sindacali, quello del coordinatore nazionale del S.I. Cobas Aldo Milani, ha indicato i temi attorno ai quali si devono concentrare le nostre lotte se si vuole realmente portare avanti una politica proletaria e anticapitalista: la necessità di radicalizzare lo scontro nelle lotte sindacali senza avere paura di utilizzare metodi radicali, ma tradizionali del movimento operaio, come i picchettaggi, l’obiettivo della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario come risposta di classe all’attacco padronale a diritti e salari e al rifiuto del Job’s act e la lotta in SDA; il no alle guerre imperialiste e l’unità di classe con i proletari immigrati vittime nei paesi d’origine, nel mar Mediterraneo e nei lager di Stato in Italia e Libia.
Nel pomeriggio una delegazione di facchini ha partecipato insieme al collettivo “Milano in sciopero” ad un’iniziativa informativa all’Iper Portello e ad un corteo interno al supermercato per sensibilizzare i lavoratori a lottare per ribellarsi a condizioni indegne di lavoro ormai diffuse nel settore della grande distribuzione.
Si è chiusa così la giornata. Ora più forti e consapevoli di prima ci apprestiamo a lottare contro SDA per tutelare i posti di lavoro, i diritti acquisiti e l’art. 18 e a riorganizzarci per impedire il rinnovo del contratto nazionale della logistica nei termini negativi che vorrebbero padroni e sindacati complici (CGIL – CISL -UIL). I lavoratori che ormai da un decennio accendono la scintilla della lotta di classe nei magazzini del settore logistico non si faranno incalzare da padroni e servi, altre giornate di sciopero generale sono alle porte, la lotta non finisce qui.
Coordinamento provinciale S.I. Cobas Milano