Cobas

[SANITA’] Il 23 febbraio sciopero di 24 ore di tutto il personale della sanità

L’indirizzo di rinnovo contrattuale consegnato all’ARAN (la voce del del padronato pubblico) traduce a livello contrattuale norme e politiche dei governi succedutisi in questi anni.

La linea dei sacrifici è condivisa anche dalle opposizioni firmatarie del testo. Questa è anche la sola proposta sul tappeto. Cosa contrappongono le OOSS, quale è la linea dei confederali?

Il silenzio! Il silenzio! Il silenzio!

Sono prove di “grande intesa” che sempre si realizzano contro i lavoratori. La misura è colma, riprendiamoci la dignità di lavoratori
La bozza prevede aumenti salariali irrisori che non recuperano la perdita accumulata in dieci anni di blocco contrattuale. Ma ancora più devastanti sono le misure normative che ridisegnano il volto della sanità e la vita degli operatori.
Gli orari “europei” (riposo biologico e pausa) introducono rigidità che calati in un contesto di riduzione degli organici e con il venir meno del limite di legge della durata della giornata lavorativa si traduce in una rivoluzione dei nastri lavorativi e un accumulo di debito orario da colmare con il prolungamento dei turni fino a 12 ore sia di giorno che di notte. Turni già operativi in molte strutture sanitarie che si vuole formalizzare nel contratto.
Mentre le aziende arretrano il perimetro delle tutele si trasferisce ad ogni singolo professionista un carico di responsabilità crescenti. Questo è il premio alla vuota retorica della professionalità.
Si accederà al salario di risultato solo al raggiungimento degli obiettivi previsti dalle direzioni. I passaggi di fascia saranno “selettivi”. Non più di un operatore su cinque potrà usufruirne.
La flessibilità, da catena di montaggio, facilitata dall’adozione dell’orario multi-periodale dà alle direzioni la facoltà di far lavorare fino a 48 ore settimanali.
Le piante organiche sono abolite. Il personale sarà assegnato in base al budget e non in base alla domanda di salute.
Si prevede l’introduzione in via sperimentale del welfare aziendale (già attivo nel privato). Sono benefit teorici al posto di soldi.
 
C’è una forte spinta ad incentivare l’adesione alla previdenza complementare introducendo, subdolamente, la clausola del silenzio-assenso per ampliare la platea, oggi non ancora abbastanza estesa, dei contribuenti dei fondi Perseo. Fondi a rischio gestiti da sindacalisti e imprenditori.
Gli stessi paventano come obbligatoria un’assicurazione (con sconto se ti tesseri) che obbligatoria nei fatti non è. E’ tale solo se ti obbligano.
Si propone il passaggio dall’area tecnica a quella sanitaria, per gli OSS, ovviamente a costo zero.
Su questi graveranno maggiori oneri e responsabilità in cambio di nessun beneficio né giuridico né economico.
QUESTA PROPOSTA CONTRATTUALE NON MERITA DI ESSERE DISCUSSA, VA SOLO RIGETTATA! IL LORO OBIETTIVO È AFFOSSARE LA SANITÀ PUBBLICA.
DOPO ANNI DI SACRIFICI DOBBIAMO LOTTARE PER FORTI AUMENTI SALARIALI ED UN FORTE AUMENTO DEGLI ORGANICI, PER LAVORARE MENO, LAVORARE TUTTI, LAVORARE MEGLIO.
SONO QUESTE LE CONDIZIONI NECESSARIE PER UN’ASSISTENZA CHE PROMUOVA SALUTE E CHE ALLUNGHI E NON ACCORCI LA VITA.

7 febbraio 2018

S.I. COBAS