COMUNICATO SI COBAS
PRESIDIO CARCERE DI PIACENZA
Grande Partecipazione, sabato 17 febbraio, davanti al carcere di Piacenza in solidarietà e sostegno dei tre compagni fermati dopo la manifestazione anti-fascista di Piacenza.
Occorre sempre di più unire le forze contro la repressione statale e padronale in modo da creare una forza proletaria e di classe per una maggiore possibilità per tutti i movimenti di difendersi.
La presenza a Piacenza di varie situazioni di lotta, insieme ai lavoratori dei coordinamenti provinciali del nord del S.I. Cobas, rappresenta un buon auspicio per una unità di base in modo permanente.
L’avvocato del S.I. Cobas dopo l’interrogatorio di garanzia del nostro compagno Mustafa ha specificato che i capi d’accusa nei suoi confronti sono due: resistenza e lesioni.
Non conosciamo al momento quali siano le accuse per gli altri due compagni fermati.
Nel ribadire il sostegno del S.I. Cobas ai tre fermati non possiamo non rivendicare la partecipazione alla manifestazione antifascista di Piacenza come un momento di lotta contro il capitalismo; momento che i lavoratori della logistica, che si oppongono ai piani padronali, vivono e praticano tutti i giorni.
Ricordiamo che fascismo e democrazia sono due facce dello stesso sistema capitalistico.
Quanto successo a Piacenza è stato usato dai media per criminalizzare non solo il S.I. Cobas e le lotte che porta avanti insieme ai facchini della logistica, ma anche quello di tutti i lavoratori che si battono fuori dal controllo dei sindacati confederali, dei movimenti che lottano sul piano sociale con le occupazioni delle case sfitte e per non lasciare gli spazi territoriali in mani agli speculatori.
Gli stessi media chiudono gli occhi e non riportano i nostri comunicati contro le forze del disordine quando gasano i lavoratori nei picchetti o iniettano gas urticanti negli occhi tenendo fermo un operaio in quattro.
Il 23-24 febbraio 2018 faremo una due giorni di lotta.
Il 23 sciopero generale della logistica, insieme a ADL, per contrastare il Ccnl firmato recentemente dai confederali, il quale riporta indietro nel livello di sfruttamento i lavoratori di almeno dieci anni.
Il giorno 24 febbraio 2018 andremo a Roma perché più lavoratori vedano che c’è un movimento di opposizione alle politiche borghesi, che in quel giorno sfila un movimento reale, che rivendica e conquista con la propria unità e forza diritti e salari, che non si limita alla pura difesa economica delle proprie condizioni ma è contro le guerre, contro il governo.
Solo l’unità di classe e la solidarietà tra chi lotta può contrastare le politiche messe in campo dalla borghesia, compresi tutti gli atti di repressione che mette in campo.
Uno Stato che usa sempre più la repressione per cercare di rispondere alle contraddizioni capitaliste (di bassi salari, precarietà, povertà) dimostrerà sempre di più la sua fragilità se i proletari sapranno rispondere ad esso sempre più numerosi ed in modo unitario.
S.I. Cobas