PER UN 8 MARZO DI LOTTA, PER UN 8 MARZO DI CLASSE
CONTRO SFRUTTAMENTO, FASCISMO E PATRIARCATO:
GIÙ LE MANI DA LAVINIA!
E’ un cattivo maestro chi contesta un potere sempre più feroce con chi è povero, chi è nero, chi è straniero, chi è diverso?
E’ così che si alimentano ingiustizia, sopraffazione e intolleranza, ottimo basamento di un bullismo diffuso, contro il quale poi si fa finta di strapparsi i capelli!!
E’ una colpa avere inveito contro lo strumento repressivo (la polizia) al servizio del potere.
La richiesta di licenziamento da parte del ministero è una vile rappresaglia politica in linea con le politiche securitarie.
Un bersaglio facile per un’opinione pubblica pervasa da una cultura patriarcale che non perdona alle donne l’uscita da rigidi schemi comportamentali assegnati.
Per questo vanno denunciate le discriminazioni riservate alle donne, autoctone e immigrate.
Con quale autorità morale si sanzionano le loro abitudini culturali, le loro credenze religiose, i loro costumi?
Quando le donne scendono in lotta mettono in campo una determinazione che allarma il potere.
Cosi l’8 marzo 1917 a San Pietroburgo furono le donne a guidare una grande manifestazione contro la guerra.
Fu l’inizio di una rivolta che portò all’assalto al cielo, alla Rivoluzione d’Ottobre.
Furono le operaie tessili in lotta negli Stati uniti nel 1912 che rivendicarono “il Pane e le rose” e diedero inizio ad un ciclo di lotte che coinvolse milioni di di donne e uomini.
S.I. COBAS