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[INPS] Lavorare il sabato? No grazie!


LAVORARE IL SABATO?
NO GRAZIE!

Di fronte alla completa débacle del sistema informatico la soluzione che l’INPS sta tirando fuori dal cilindro per smaltire gli arretrati è quella del lavoro festivo e, chissà, magari in futuro anche notturno.
 
E’ quello che è successo sabato presso la sede INPS di Milano Nord dove, con la scusa che lo stabile restava già aperto per lavori, il direttore ha cercato volontari per alcune attività lavorative, senza nemmeno sentirsi in dovere di informare le RSU.
 
E poco importa che all’appello abbia risposto un solo collega.

E’ il principio che è aberrante, quello che per far fronte a un sistema informatico ormai al collasso si chieda ai lavoratori di fermarsi oltre il proprio orario di lavoro o di lavorare di sabato.

 
Ma come possono pensare l’INPS e i suoi dirigenti, che lo rappresentano a livello locale, che questa possa essere la soluzione?
 
Le condizioni e i carichi di lavoro sono ormai insostenibili, il livello di stress altissimo.

La gestione dello sportello fa acqua da tutte le parti esponendo i colleghi al rischio di aggressioni.

Le assunzioni disposte (con il contestato concorso per analista di processo) sono solo una piccola goccia nell’oceano dei pensionamenti avvenuti in questi anni.

 
La situazione è insostenibile!

E poiché ai vertici dell’INPS poco importa del futuro di questo Ente, anzi stanno facendo di tutto per aprire la strada alla sua privatizzazione, sta a noi lavoratori il compito di lottare per la salvaguardia del nostro posto di lavoro e del servizio pubblico che eroghiamo, nonché per la difesa di condizioni di lavoro dignitose.

 
Perché se non ci opponiamo a questa logica ciò che ci aspetta è l’esternalizzazione di pezzi importanti di lavoro, com’è già avvenuto per l’informatica, con le conseguenze disastrose che sono sotto gli occhi di tutti.
 
Ecco perché è importante non farsi abbindolare dalla promessa di qualche giorno di ferie in più o di qualche ora di straordinario pagato, perché ciò significa accettare l’allungamento dell’orario di lavoro, magari attraverso l’escamotage della concentrazione di orario in alcuni periodi dell’anno prevista dal nuovo CCNL.
 
Ecco perché è fondamentale saper distinguere tra chi ha lottato in questi anni per la difesa dei diritti e chi ha firmato accordi che di quei diritti hanno fatto carta straccia e della cui difesa si ricorda solo alla vigilia delle elezioni RSU facendo promesse che verranno dimenticate ad elezione avvenuta.
 
17/04/2018                                        S.I. COBAS PUBBLICO IMPIEGO
 
NON DELEGARE LA DIFESA DEI TUOI DIRITTI, ALZA LA TESTA!

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