Durante un picchetto davanti ai cancelli della ceramica Opera, martedì 29 maggio uno dei dipendenti é uscito dallo stabilimento e facendo irruzione nel gruppo degli scioperanti ha tirato fuori una pistola, l’ha caricata e l’ha puntata contro gli operai in lotta.
Cosicchè l’unità operaia e le mobilitazioni dei lavoratori crescono di quantità e qualità: nonostante la quotidiana controffensiva padronale non accennano a diminuire, anzi.
A questo punto, la ceramica Opera accusa formalmente Harbi di essersi assentato dal suo posto di lavoro durante un turno serale (quando aveva il turno serale, il delegato era costretto a lavorare da solo: dunque, di quei momenti non ci sono testimoni).
Tuttavia, con il S.I. COBAS Harbi risponde subito e chiaramente che il foglio presenze conferma ufficialmente che nel turno contestato l’operaio si trovava regolamente al lavoro in fabbrica: l’accusa, evidentemente, pare destinata a cadere nel vuoto e il caso a rientrare.
A falsità si aggiunge falsità: di fronte a un simile attacco alla libertà dei lavoratori e alla loro organizzazione, Harbin e i suoi compagni cominciano quindi una lotta ancora più dura di quella precedente, realizzando numerosi, consecutivi picchetti dai cancelli per bloccare le operazioni di carico e scarico.
La polizia interviene allora massicciamente e violentemente, arrivando addirittura ad utilizzare oltre ai manganelli anche i gas lacrimogeni, tentando di rompere e disperdere il fronte degi lavoratori in sciopero.
Harbi e gli operai della ceramica Opera non vogliono fermarsi: la lotta dura continua, fino alla vittoria!
Lunedì scorso, in occasione del picchetto di solidarietà al coordinatore nazionale S.I. COBAS Aldo Milani, dopo aver manifestato nel centro di Modena in circa trecento lavoratori, numerosi operai finito il corteo hanno raggiunto i compagni dai cancelli della ceramica Opera, dov’era stato ancora organizzato un picchetto dai cancelli come nelle altre fabbrice e negli altri magazzini del modenese per lo sciopero provinciale proclamato in solidarietà a Milani e ai lavoratori alle lavoratici che lottano nei luoghi di lavoro e nei quartieri.
La lotta non si arresta né si uccide, a Modena gli operai della ceramica Opera e in Italia e nel mondo tutti i lavoratori, tutte le lavoratrici in lotta sanno cosa rispondere a questo atto pericoloso, dimostrandosi lucidi e determinati: chi tocca uno tocca tutti, solo la lotta paga… uniti si vince!
Qui sotto, alcuni articoli di approfondimento sulla lotta degli operai della ceramica Opera: