Cobas

[PUBBLICO IMPIEGO] I santi non bastano! In Liguria gli ospedali San Giuseppe, Saint Charles e Santa Maria della Misericordia sono caritatevolmente affidati alle cure dei privati…

I SANTI NON BASTANO!

 

Gli ospedali San Giuseppe, Saint Charles, Santa Maria della Misericordia sono caritatevolmente affidati alle cure dei privati.

Cosi stabilisce la gara d’appalto, indetta dalla Regione Liguria.

In autunno la gestione degli ospedali di Cairo Montenotte, Bordighera, e Albenga non sarà più pubblica.
In gara anche il Policlinico di Monza SPA, già gestore dell’ortopedia del nosocomio albenganese.

Così un privato gestirà un altro privato, ma chi gestirà la finalità sociale?

E’ la fotografia di uno Stato che riduce il perimetro di tutela della salute, che dovrebbe essere universale e gratuita a favore di gruppi d’affari che (non ci sono santi che tenga) dovrà produrre utili a tutela degli investitori.
L’immane tragedia del ponte Morandi ha messo a nudo le contraddizioni tra interesse privato e interessi
sociali e collettivi.

Il profitto viene prima della sicurezza.

Risultato?

Morti e sfollati.

A macerie ancora fumanti è partita la retorica, di anime poco candide, su sicurezza, severità dei controlli, addirittura la revoca di tutte le concessioni ai privati, la nazionalizzazione, la statalizzazione.
La propaganda tenta di cavalcare la rabbia della popolazione e fingersi afflitto, ma non hanno aspettato neanche la fine delle esequie per affidare nelle mani di privati (non benefattori) la salute collettiva.
Questi dovrebbero fornire lo stesso servizio che alla Regione costa 66 milioni di € all’anno con 55 milioni.
Se non interviene qualche santo citato come faranno a produrre profitti?
Per il ponte crollato hanno economizzato sul cemento, sul diametro dei tondini e azzerato i costi sulla sicurezza, qui ridurranno il personale e i servizi?

Tanto per le verifiche di qualità si vedrà.

Cosa dicevano – 27 marzo 2018: “Dal Ponente ligure è pronta a partire la più grande svendita sanitaria della storia della nostra regione: una gigantesca operazione da 385 milioni di euro complessivi per 7 anni, prorogabili di altri 5, che coinvolge gli ospedali di Albenga, Cairo e Bordighera e rischia di segnare una linea di non ritorno nelle politiche sanitarie regionali, oltreché la fine del concetto di sanità pubblica e sociale così come è sancita dalla Costituzione italiana.” (Alice Salvatore e Andrea Melis – Movimento 5 Stelle).
“Il modello lombardo in salsa ligure è semplice: svendere la sanità pubblica, in assenza di una programmazione rigorosa in modo che i costi più onerosi vengano scaricati sul sistema pubblico, mentre i privati saranno liberi di operare sui servizi più remunerativi, facendo grandi utili con investimenti minimi.” (PD regionale).
Come si vede La maestria del dire, proclamare, elevare condanne, promesse di giustizia, emettere condanne, è superata solo dall’arte di disdire, non mantenere le promesse, illudere.
Non sono da meno le OOSS: Fulvia Veirana segreteria generale della CGIL ligure: “confermando la nostra ferma contrarietà alla scelta della Regione…” ma nell’incontro del 7 aprile in Regione hanno discusso (?) e concordato (!) che i lavoratori avranno garantito il CCNL, l’attivazione del distacco funzionale volontario per l’80% dei lavoratori.

Bontà loro, possono non accettare?

Ma per il personale di nuova assunzione si applicherà un contratto della sanità privata.

Senza pudore, a fine incontro parlano di un’altra vittoria del sindacato.

“Vittorie” come quella realizzata nella vertenza con la Fondazione Maugeri.

Questo pio gruppo ha superato: scandali, inchieste giudiziarie e fallimenti e ha allungato i tentacoli su 20 ospedali in tutta Italia. A pagare i costi delle malefatte sono stati i lavoratori.

I nuovi assunti saranno inquadrati con CCNL privato.

E’ grazie a queste “vittorie” che si cerca la divisione dei lavoratori della sanità, infatti oggi i padroni pubblici e privati possono scegliere tra ben 54 contratti per attuare veri e propri piani di impoverimento di tutti i lavoratori del settore.

Solo con una risposta di massa e con la lotta unitaria di tutti i lavoratori (settore pubblico, privato, interinali, precari e disoccupati) possiamo difenderci.

Anche se difficile da realizzare nell’immediato l’obbiettivo deve essere un contratto unico per tutto il personale della sanità.
La costruzione di un fronte di lotta anti-capitalista di tutti i lavoratori migranti e italiani può mettere in moto energie e farci uscire dalla passività.
 
26 OTTOBRE SCIOPERO GENERALE CONTRO I PADRONI
 
27 OTTOBRE MANIFESTAZIONE A ROMA CONTRO IL GOVERNO DEI PADRONI

27 agosto 2018

SI COBAS Pubblico Impiego