Cobas

[INTERNAZIONALISMO] Uno spettro si aggira per l’Europa… il proletariato immigrato che ha alzato la testa ed è disposto a battersi contro la società capitalista


Riceviamo e pubblichiamo il comunicato

del CSA Vittoria di Milano 

all’assemblea antirazzista internazionalista 

del 23 settembre a Bologna (vedi qui l’appello)

Uno spettro si aggira per l’Europa…

il proletariato immigrato  che ha alzato la testa ed è disposto a battersi contro la società capitalista

Veniamo dalla partecipatissima assemblea di domenica 23 a Bologna promossa dal SiCobas che troviamo molto difficile da riportare e sintetizzare per la quantità, la qualità e soprattutto la carica dirompente per l’oggettiva  rottura rivoluzionaria di molti interventi e il significativo contributo di realtà di lotta europee.
Sarebbe non corretto definirla semplicemente entusiastica, o materialisticamente analitica, o rabbiosa o coinvolgente dal punto di vista politico od emotivo ma se dovessimo trovare un termine per definire, senza alcuna retorica, quello che emerso da questa assemblea, l’unico possibile sarebbe quello della consapevolezza.
Una consapevolezza insieme entusiastica, materialisticamente analitica, rabbiosa e coinvolgente, una coscienza di classe “per se” che è apparsa chiaramente, con tutta la rabbia inconciliabile, sopratutto dagli interventi di alcuni compagni lavoratori immigrati che, cresciuti politicamente nel SiCobas in questi ultimi anni di lotta nel settore della logistica, hanno dato il segno della profonda convinzione di come l’antirazzismo sia solo una delle grandi battaglie per la quale dobbiamo attrezzarci per affrontare quella più generale contro il capitalismo.
Abbiamo anche sentito storie di vita che, senza alcun vittimismo, hanno spiegato con esempi reali come lo sfruttamento del ricco occidente democratico abbia invece arraffato risorse e con queste sopraffatto tante vite di uomini e donne, dalle miniere di fosfato in Marocco, agli effetti della colonizzazione in Eritrea, alla tragedia della sopravvivenza quotidiana nelle baracche dei migranti utilizzati per la raccolta di arance e pomodori in meridione  per poche decine di euro al giorno.

Vite che coniugano materialmente e quotidianamente il razzismo e lo sfruttamento di classe perché il razzismo non è solo un “pensiero” umanamente aberrante, ma un’arma del capitalismo per dividere spaccare e imporre il proprio dominio sulle classi subalterne.
Perché è proprio questo che è emerso chiaramente e cioè che i vari Salvini, Di Maio in buona compagnia del precedente ministro Minniti, feroci strumenti di un sistema economico classista,  vogliono gli immigrati solo come schiavi per la perpetuazione di un modo di produzione che, per sopravvivere, ha bisogno dell’esistenza di una fetta di proletariato ridotto al ruolo di schiavitù.
Dalle campagne del sud e del nord Italia fino alla fabbrica metalmeccanica dove l’operaio “bianco” lavora fianco a fianco con l’operaio immigrato che, a parità di lavoro, “gode” però ha un inquadramento economico molto peggiorativo perché “socio” di una cooperativa e perché ricattabile proprio in quanto immigrato.

E in questo contesto, è stato evidenziato e sottolineato il ruolo di doppio, triplo… sfruttamento delle donne immigrate sfruttate nei mille e più disumani esercizi di obbedienza del potere capitalista e relegate in una perenne e umiliante subordinazione da una società perenne patriarcale.

L’opposizione dichiarata al razzismo è quindi una battaglia di classe ad un capitalismo che per arginare e prevenire una possibile ribellione contro gli effetti sempre più crudi di una crisi alla quale non ci possono essere soluzioni strutturali, utilizza scientemente un’opera di divisione e separazione su base razzista e nazionalista sulle classi subalterne per arginare la possibilità concreta di una generalizzazione e uno sviluppo cosciente della lotta di classe.
Il proletariato si libererà del razzismo solo quando sarà in grado di liberarsi dello sfruttamento di classe con la capacità di attrarre intorno alle proprie rivendicazioni i vari livello di sensibilità antirazzista e questa sarà la parola d’ordine di tutte le prossime mobilitazioni a partire dalle iniziative del prossimo 10 ottobre decentrate sul territorio nazionale, delle quali a breve daremo comunicazione, per passare dall’importante sciopero generale del 26 ottobre indetto dal sindacalismo conflittuale fino ad arrivare al 27 ottobre con una giornata di mobilitazione nazionale con corteo a Roma contro il razzismo da un punto di vista di classe con il protagonismo di migliaia di lavoratori immigrati e di tutte le realtà politiche e sociali che su questa ipotesi si vorranno schierare.
 
CONTRO IL RAZZISMO LOTTA DI CLASSE !
L’UNICO ALLARME E’ LO SFRUTTAMENTE DI CLASSE !
L’UNICO ALLARME E’ IL RAZZISMO !
I compagni e le compagne del CSA Vittoria