Cobas

[ITALIA] No al ddl Pillon, sì alla tutela di donne e bambini


NO AL DDL PILLON!

NON SERVE!

SERVONO PROVVEDIMENTI CONCRETI

TUTELA DEI DIRITTI DI DONNE E BAMBINI!

 

Col disegno di legge Pillon (Lega) si vuole restaurare un modello di famiglia autoritaria e patriarcale e cancellare le misure a favore di donne e bambini.

Grazie alle lotte del movimento di liberazione della donna, l’affidamento dei figli delle coppie separate è regolato per legge.

Il percorso del diritto di famiglia, sin dal 1975, ha avuto come idea fondante, pur tra mille contraddizioni, la tutela dei bambini in quanto soggetto debole.

Con il ddl Pillon la tutela della soggettività viene elusa e riaffermato il ruolo di dominio genitoriale, che trasforma i bambini, e le loro madri, in proprietà da contendere: cose.
Una malintesa volontà di equilibrio bi-genitoriale diventa così una ostacolo alla tutela per legge dei componenti deboli della famiglia.
Lo stato-notaio si limiterebbe solo registrare le volontà di separazione e disinteressarsi di ciò che succede tra le mura domestiche, che diventano una sorta di porto franco per le violenze, le prevaricazioni e il ricatto economico che frequentemente si esercita sulle donne.
Il ddl Pillon tradisce la volontà precisa di riaffermare la funzione economica e gerarchica della famiglia e pone tutta una serie di ostacoli alla richiesta di separazione.

Viene imposta la “mediazione familiare”, obbligatoria e a pagamento.

Questa mediazione extra giudiziale si imporrebbe anche in casi conclamati di violenza e abusi su minori o su uno dei genitori.

Il ricorso al giudice viene ostacolato e la fondatezza dell’allarme, necessario a scongiurare frequenti drammi, vanificata.

Non solo, viene imposta al minore la frequentazione del genitore contro il quale è stata sporta denuncia di violenza.
Si mette così in discussione la fondatezza dell’allarme e lo strumento della denuncia.
Infatti, nel ddl si introduce il concetto di “alienazione parentale”.

Questa teoria, mai comprovata e quantomeno controversa, viene assunta come verità scientifica dal ddl.

Sostiene che un genitore potrebbe indurre una sorta di manipolazione sui minori per screditare e far odiare l’altro.

La parte offesa viene così destituita di ogni credibilità.

L’astratta difesa della genitorialità viene affermata a prescindere dal contesto. Vengono così cancellate o sottostimate le situazioni di reale pericolo per i minori.
Alla penosità dei processi di separazione si aggiunge poi l’onerosità dei costi.
Un vero e proprio attacco alle classi sociali più deboli che rende le cause accessibili solo ai ricchi.

Tutto questo avviene in un contesto di tagli ai servizi sociali: consultori, asili, sanità, ecc.

Anche l’assegno perequativo viene eliminato, lasciando il genitore più debole in uno stato di precarietà crescente. Il ddl disegna una popolazione femminile e minorile imbavagliata e sottomessa.

Chi alzerà la testa, chi si ribellerà ad una situazione degradante e insopportabile, potrebbe andare incontro alla più terribile delle ritorsioni: l’allontanamento dei figli.

Questo ddl è irricevibile perché colpisce le donne, soprattutto le donne proletarie ed immigrate, che subirebbero una triplice oppressione: di genere, razziale ed economica.

Il S.I. Cobas è parte integrante del fronte che si oppone al ddl Pillon.

Il S.I. Cobas è a fianco dei centri antiviolenza, a “Non una di meno” e a tutte le
 
associazioni che si battono per la liberazione della donna.

21 novembre 2018

SI COBAS