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[PUBBLICO IMPIEGO] Inps: il diritto di critica sindacale e la libertà di espressione non vanno smantellati!


IL DIRITTO DI CRITICA SINDACALE E

LA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE NON VANNO SMANTELLATI !

La repressione messa in atto nel nostro paese nei confronti delle lotte del sindacalismo conflittuale e di classe, come sta avvenendo nella logistica nei confronti del S.I. COBAS ormai pesantemente sott’attacco, sta determinando il progressivo smantellando di diritti nel mondo del lavoro e non solo. 

Anche nel pubblico impiego assistiamo alla repressione delle lotte, laddove vengano realizzate, o alla cancellazione di diritti. 

All’INPS, inoltre, l’inasprimento del codice disciplinare ha portato all’apertura di diversi procedimenti disciplinari sino ad arrivare, come si è verificato nella sede di Roma Monteverde, al licenziamento di un lavoratore per presunti errori commessi in alcune pratiche.

Il prossimo 2 aprile, poi, ci sarà la seconda udienza del ricorso presentato dal nostro delegato Enzo Perfetto contro il provvedimento disciplinare (che ha determinato una sanzione di due giorni di sospensione dal servizio) per un post pubblicato su facebook.

Nel post il nostro delegato denunciava la problematica del mansionismo all’INPS e in un commento collegato al post in questione evidenziava anche la discriminazione a suo avviso subita per la sua attività di delegato sindacale.

Di seguito il testo del post incriminato pubblicato su facebook e firmato come delegato sindacale, a cui veniva allegata la richiesta di certificazione delle mansioni inviata come lavoratore al direttore dell’INPS di Massa Carrara.

“IL MANSIONISMO ALL’INPS DA PIU’ DI DIECI ANNI ASPETTA UNA SOLUZIONE ADEGUATA. SE L’AMMINISTRAZIONE NON LA TROVA NON RESTA CHE LA MOBILITAZIONE O LA VERTENZA LEGALE. DELEGATO RSU INPS MASSA CARRARA/DELEGATO SI COBAS. ENZO PERFETTO

Ricordiamo che ad oggi in INPS il fenomeno del mansionismo aspetta ancora una adeguata soluzione che dovrebbe essere quella di garantire a tutte/i le/i lavoratrici/tori dell’INPS l’inquadramento contrattuale nella posizione giuridica/economica corrispondente alle mansioni svolte: 

AD UGUALI MANSIONI UGUALI INQUADRAMENTI E RETRIBUZIONI! 

Ma per ridurre il danno da anni subito dalle/i lavoratrici/tori delle aree A e B, già nel prossimo Contratto Integrativo si potrebbe prevedere un’indennità economica allo scopo di equiparare la retribuzione di tali lavoratrici/tori a quella della posizione economica C1.

L’INPS invece di farsi carico di quanto denunciato dal nostro delegato a mezzo facebook (e non solo) in merito al mansionsimo, dichiara, attraverso i propri legali, che sono stati violati gli obblighi previsti dal codice di comportamento dei dipendenti pubblici.

Ma in realtà si vuole di fatto ignorare il ruolo di delegato sindacale esplicitamente esercitato su facebook e di conseguenza si vuole ignorare il diritto di critica che spetta ai delegati sindacali nell’esercizio della loro attività.

IL S.I. COBAS SARA’ AL FIANCO DEL PROPRIO DELEGATO.

PER NOI DEL S.I. COBAS SE TOCCANO UNO TOCCANO TUTTI!

30 marzo 2019,                                                                                                                                  

S.I. COBAS Pubblico Impiego


LA REPRESSIONE NON FERMERA’ LE LOTTE!

Il 28 settembre 2018 ci sarà la prima udienza del ricorso presentato dal nostro delegato Enzo Perfetto contro il provvedimento disciplinare (che ha determinato una sanzione di due giorni di sospensione dal servizio) per un post pubblicato sulla sua pagina facebook in cui denunciava la problematica del mansionismo e gli atti discriminatori da lui subiti per la sua attività di delegato sindacale.

In realtà la prima udienza già fissata per il 17 aprile 2018 è stata rinviata d’ufficio al 28 settembre 2018.

La difesa dell’INPS, esposta nella memoria difensiva dell’Istituto, si fonda sul mancato riconoscimento del ruolo di delegato sindacale di Enzo in quanto la sua condotta viene considerata come una mera violazione agli obblighi previsti dal codice di comportamento dei dipendenti pubblici, senza tener conto del diritto di critica che spetta ai delegati sindacali nell’esercizio della loro attività.

In realtà le critiche avanzate da Enzo nei confronti dell’Istituto rientravano nella normale dialettica che attiene all’attività sindacale e riguardavano la denuncia di un fenomeno, il mansionismo, da anni rimasto vergognosamente senza un’adeguata soluzione.

Tra l’altro il fenomeno del mansionismo all’INPS in seguito all’unificazione con l’ex INPDAP ha raggiunto numeri elevati.

Singolare appare poi che l’Istituto sia stato così solerte a sanzionare un proprio dipendente, che oltretutto agiva in veste di delegato sindacale, mentre continua ad ignorare i continui attacchi portati avanti sui mass-media e sui social network non solo contro l’Ente ma anche contro i suoi dipendenti, quotidianamente denigrati e offesi in modo inaccettabile.

E’ evidente che lo scopo di questo provvedimento disciplinare non è stato quello di difendere il “buon nome” dell’Istituto o di qualche suo dirigente ma quello di colpire un delegato sindacale scomodo.

Non si illudano, però, i vertici dell’INPS! Non si metteranno a tacere con l’arma della repressione le voci di dissenso nei confronti dei vertici e di taluni dirigenti dell’INPS.

Il S.I. COBAS respingerà in tutti i modi la repressione delle lotte in nome della difesa dei diritti dei lavoratori.

Ad esempio lo sciopero partecipatissimo del 13 febbraio 2018 all’Inps di Milano nord, proprio contro alcuni provvedimenti disciplinari ingiusti, ha dimostrato che le lavoratrici ed i lavoratori non sempre accettano di farsi intimidire.

IL SI COBAS METTERÀ IN CAMPO INIZIATIVE DI SOLIDARIETA’ E

VICINANZA AL PROPRIO DELEGATO.

PER NOI DEL SI COBAS SE TOCCANO UNO TOCCANO TUTTI!

7 aprile 2018

S.I. COBAS Pubblico Impiego


I PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI NON FERMERANNO LA LOTTA

Alla fine è successo ciò che purtroppo ci aspettavamo.

Il nostro delegato sindacale Enzo Perfetto è stato sanzionato con due giorni di sospensione per un post pubblicato sulla sua pagina facebook.

Nel post firmato come delegato RSU INPS Massa Carrara e delegato SI. Cobas veniva denunciata la problematica del mansionismo all’INPS, da anni rimasta
vergognosamente senza una adeguata soluzione, e veniva poi ricordata una discriminazione subita da Enzo e considerata come una risposta alla sua attività sindacale svolta all’INPS di Massa Carrara.

Ora è per noi doveroso difendere Enzo da un provvedimento disciplinare che riteniamo assolutamente ingiusto (al pari di delegati e lavoratori cha da più parti hanno espresso solidarietà ad Enzo) con l’obiettivo prioritario di salvaguardare il diritto di critica dei delegati sindacali che non può essere oggetto di censura.

Non possiamo consentire la progressiva cancellazione delle agibilità e libertà sindacali.

E bisogna anche difendere l’art 21 della Costituzione per garantire ad ogni lavoratore la possibilità di esprimere la propria opinione nei confronti del datore di lavoro.

Ma, indipendentemente dall’esito delle iniziative che verranno intraprese per difendere Enzo, non saranno certo i provvedimenti disciplinari a fermare la lotta sindacale.

Non si illudano, quindi, i vertici di questo Istituto di mettere a tacere con l’arma della
repressione le tante voci di dissenso che ancora si alzano, malgrado l’operato dei sindacati concertativi, dai lavoratori e dai delegati sindacali contro una gestione dell’INPS che mira allo sfruttamento dei lavoratori, in primis quelli utilizzati con mansioni superiori, e al perseguimento di una politica volta allo smantellamento della previdenza pubblica (vedi l’ennesimo progetto di riorganizzazione).

Anzi l’inasprirsi della repressione ci rende ancora più consapevoli che la strada intrapresa, quella della costruzione di un sindacato dal basso, è quella giusta se fa talmente paura ai vertici dell’amministrazione da indurli a intervenire con tanta durezza per qualche dichiarazione postata su facebook.

La verità è che anni e anni di deriva sindacale, di cogestione e di concertazione hanno disabituato questa amministrazione al confronto con organizzazioni sindacali vere, alla dialettica con un mondo del lavoro che lotta e si batte per la difesa dei propri diritti.

Oggi Enzo viene colpito perché rappresenta un certo modo di fare sindacato, rappresenta un mondo che non si piega e non arretra, che non usa l’attività sindacale come un mezzo per ottenere favori personali ma per affermare diritti collettivi.

E’ giunto il momento per i lavoratori di schierarsi e non solo a parole, ma prendendo parte ad azioni concrete di lotta per riaffermare il diritto alla dignità e a condizioni di lavoro e salariali decenti, a partire dalla costruzione di un movimento dal basso che rimetta in discussione l’accordo farsa sul CCNL del pubblico impiego e i contenuti del contratto integrativo 2017 all’interno del quale si dovranno cercare soluzioni vere al problema del mansionismo.

13/12/2016

S.I. COBAS NAZIONALE


NO ALLA REPRESSIONE DELLA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE E DEL
DIRITTO DI CRITICA SINDACALE!

SONO DIRITTI
RICONOSCIUTI DALLA NOSTRA COSTITUZIONE!


Oggi siamo qui all’Inps di Carrara per manifestare concretamente solidarietà a un nostro delegato sindacale sottoposto a procedimento disciplinare con l’accusa di aver creato un danno d’immagine all’INPS, avendo postato su facebook documenti e dichiarazioni inerenti una vertenza sindacale in corso all’Inps in merito all’annoso problema del mansionismo.

Il nostro delegato ha anche pubblicato su facebook un post di precisazioni e chiarimenti allo scopo di dissipare ogni eventuale dubbio in merito al post che aveva esclusivamente l’obiettivo di divulgare la vertenza sindacale sul mansionismo.

Le accuse rivolte al nostro delegato, oltre a giungere fatalmente in un periodo in cui i vertici dell’INPS sono scossi da diversi scandali che hanno portato -tra l’altro- alle dimissioni del direttore generale, nascondono comunque un gravissimo attacco alla libertà di espressione e alla critica sindacale.

E non è un caso che tali accuse giungano in un periodo in cui in molte sedi i lavoratori stanno chiedendo la certificazione delle mansioni svolte.

Ma quello di Enzo non è, purtroppo un caso isolato.

In questi ultimi anni all’Inps abbiamo assistito ad una serie impressionante di provvedimenti disciplinari che hanno colpito non solo delegati sindacali, colpevoli di pensare con la propria testa e denunciare la deriva di questa amministrazione, ma anche di lavoratori “colpevoli” di semplici errori commessi sul lavoro in una situazione che – a causa della gravissima carenza d’organico- sta diventando sempre più insostenibile.

E’ evidente il tentativo di reprimere ogni voce fuori dal coro e creare un clima da caserma alla vigilia dell’ennesima riorganizzazione dell’Ente, fatta sulla pelle di lavoratori e utenti che trasformerà l’INPS in un ente di consulenza al servizio di banche e assicurazioni.

Noi però non ci lasciamo intimidire e continueremo a denunciare la deriva di questo Istituto e gli atteggiamenti autoritari di certi direttori, consapevoli che il nostro ruolo è quello di difendere non solo i lavoratori ma anche quello Stato sociale che oggi in Italia si cerca, pezzo dopo pezzo, di smantellare, a partire proprio dalla previdenza pubblica.

28/11/2016

S.I. COBAS NAZIONALE