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[NAPOLI] I disoccupati: 25 aprile, antifascismo é anticapitalismo. La nostra liberazione é ancora da venire!

Il nostro 25 Aprile non è il loro…

Non per retorica commemorativa: il nostro 25 Aprile è l’opposto del loro, di quello delle istituzioni, dei padroni, della borghesia.

Il nostro 25 Aprile è quello di tutti coloro che hanno lottato per abbattere non solo il fascismo, ma anche il sistema che lo ha partorito.

Di tutti quei proletari che hanno dato la vita per la rivoluzione sociale, di quei militanti che dopo la Resistenza hanno rigettato il clima di “concordia sociale” per continuare la lotta di classe.

Per noi non c’è liberazione senza liberazione dallo sfruttamento. Il nostro è un 25 aprile di lotta per una società senza classi…

Chi celebra oggi la “liberazione” della “patria”, della “nazione” e del “paese” non lo può che fare da un punto di vista della classe dominante del sistema “democratico – parlamentare”.

I vari rappresentanti istituzionali, che con la Resistenza hanno poco a che fare, oggi – “ricordando la Resistenza” fanno appello a “quello sforzo di raccoglimento unitario, di cui ha bisogno oggi il Paese, di cui ha bisogno oggi l’Italia”.

Una cosa simile per il 1° Maggio diventato un giorno nel quale i lavoratori (oramai sono pochi qualcuno potrebbe dire) festeggiano il loro lavoro salariato che li rende quotidianamente schiavi del capitalismo.

Per non parlare di noi disoccupati.

Non è un caso che la Costituzione (quella che ha sostituito con il compromesso a ribasso il termine “Repubblica fondata sui lavoratori” con “Repubblica fondata sul lavoro”) parli di “lavoro” (salariato) che consacra nella costituzione la schiavitù del capitale.

Il fascismo è la tendenza politica che trasforma il malcontento sociale frutto della crisi del capitalismo in nazionalismo e guerra tra poveri.

In barba alla lotta di classe internazionalista rivoluzionaria che in buona parte caratterizzò la guerra di Resistenza fino al ’45, sempre più politicanti, media, testi scolastici e saggistica varia veicolano l’immagine della Resistenza come una lotta di liberazione nazionale, cancellandone i caratteri anticapitalistici e sminuendone la portata.

Stesso a Napoli tantissime le storie proletarie di Resistenza dimenticate.

Dopo la Liberazione, l’indicazione imperativa dei partiti fu quella della riconsegna delle armi, ma essa si scontrò con una diffusa tendenza tra i partigiani a non farlo.

Nei giorni dell’Insurrezione, moltissime armi sono finite nelle mani della popolazione e soprattutto della classe operaia che le ha nascoste.

La nostra “Resistenza” è opposta a quella che festeggiano oggi le istituzioni, la nostra Resistenza ed il nostro 25 Aprile è una vera risposta di classe.

Onore ai partigiani che hanno combattuto per la libertà.

La nostra liberazione?

Ancora deve venire!

Antifascismo è Anticapitalismo.

Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre”