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[ITALIA] I disoccupati in lotta: non è la nostra vertenza ma una lotta di tutti/e per il salario, la casa e la salute

Non è la nostra vertenza.
È una lotta di tutti/e!

Li abbiamo incontrati tutti, visti negli occhi: Ministri della Repubblica, Sottosegretari di Stato, Presidenti di Regione, Prefetti, Sindaci, Consiglieri ed Assessori comunali e regionali, CapoGabinetti e Dirigenti delle ex-Province fino alle Municipalità.

Incontri, tavoli, stesura di testi, ipotesi di sperimentazione e sopratutto tanto tempo.

Al centro delle nostre richieste percorsi seri di formazione, la realizzazione di progetti sociali utili ai territori ed alle città più volte proposti ed esposti, la continuità di un salario o un reddito per rendere la vita di centinaia di disoccupati più dignitosa in una città come quella di Napoli dove aumentano i profitti di pochi con il boom dei turisti e si sparla di lotta alla criminalità ma non si da nessuna possibilità di emanciparsi dalle nostre periferie dove noi proletari viviamo tra la miseria, abbandono, disoccupazione, disastri ambientali, smantellamento totale dei servizi sociali o la scelta della marginalità sociale come una giungla nella quale sopravvivere.

Un contesto sociale ed economico dove qualche camionetta dell’esercito nei quartieri o a “difesa” della città vetrina per i turisti poco serve a cambiare le prospettive di vita di centinaia di migliaia di proletari.

In questi 5 anni si sono alternati tutti i governi e diverse amministrazioni regionali come le maggioranze comunali.

Eppure la musica per noi è rimasta la stessa.

Non ci siamo mai illusi infatti che avremmo trovato soluzioni sostenendo qualche parte politica e continueremo a non farlo.

Gli unici passi in avanti fatti li abbiamo ottenuti con la lotta.

Ed infatti nel frattempo si stanno sommando denunce, procedimenti e promesse mancate.

Siamo stanchi di tutto questo.

Abbiamo individuato fondi, proposto progetti e spesso, anche se non avremmo dovuto, siamo diventati esperti e tecnici.

E’ chiaro che continueremo a lottare per sbloccare positivamente la nostra vertenza perché come disoccupati abbiamo bisogno di conquistare il “pane”.

Ma la nostra lotta è emblematica della situazione del paese ed in particolare del Sud.

Non c’è più tempo, bisogna autorganizzarsi, alzare la testa e riprendere la lotta attorno alle rivendicazioni che la stragrande maggioranza possono comprendere: lavoratori, licenziati, disoccupati, masse impoverite del tutto sfiduciati dal sistema economico e politico che nulla più ha da dare alle nostre vite.

Andare a prenderci i soldi lì dove ci sono, dai grandi capitalisti, dai padroni, dai palazzinari, dagli speculatori, dai profitti di pochi, tassando i grandi patrimoni, bloccando le grandi opere inutili e dannose, chiudendo le fabbriche che inquinano, tagliando i veri sprechi e privilegi, facendo pagare la crisi a chi non l’ha mai pagata.

Espropriando gli espropriatori, quella piccola parte della società che continua a vivere e sfruttare la maggioranza della società.

Questi soldi li utilizziamo per altro:

Per forti aumenti salariali, per il lavoro o il salario garantito ai disoccupati con un generale piano di messa in sicurezza e bonifica dei nostri territori, per un grande piano casa che garantisca un tetto a tutti/e, per garantire servizi sanitari alle famiglie proletarie, per un aumento delle piante organiche dei servizi pubblici.

E per farlo non basterà un urna elettorale.

Come sta avvenendo in tutto il mondo, solo la sollevazione popolare potrà cambiare le cose.

Per questo, il nostro umile contributo si è esteso nel tentativo di mettere in piedi una campagna generale VOGLIAMO TUTTO insieme ad altri disoccupati/e in varie città da Catania a Cosenza, da Palermo a Napoli, da Messina a Perugia, passando per Roma ed altre città.

Dentro una cornice più complessiva di unità delle lotte come il corteo di Sabato che ha visto migliaia di lavoratori S.I. Cobas dai facchini agli agricoli fino ai movimenti per il diritto all’abitare.

Continuiamo in questa direzione, insieme agli altri movimenti e lotte che si sviluppano spesso nel silenzio dei media e non solo.

Chiediamo il supporto di tutti/e!

Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre”