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[NAPOLI] Se non ora… quando? Il 26/11 assemblea pubblica per organizzare una mobilitazione unitaria in città dei lavoratori disoccupati, precari e studenti

Appuntamento per tutti/e!
Mar. 26 h 16 Piazza San Domenico Maggiore!

A tutti gli iscritti si chiede la presenza!

I disoccupati hanno fatto appello a tutta la città per incontrarsi e mobilitarsi, partendo dalla vertenza per un fronte unico!

Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre”


SE NON ORA… QUANDO? VOGLIAMO TUTTO!

APPELLO DEI DISOCCUPATI ORGANIZZATI

AI LAVORATORI, AGLI STUDENTI, AI COMITATI DI LOTTA, ALLE REALTA’ CITTADINE, AI SINDACATI CONFLITTUALI, AI SOLIDALI/E, ALLE ALTRE VERTENZE IN CITTA’,

PER UNA MOBILITAZIONE UNITARIA A NAPOLI!

Vi chiediamo pochi minuti di attenzione,

vi scriviamo perché sappiamo che tanti e tante sono impegnate in importanti questioni cittadine e spesso le iniziative, le mobilitazioni, le notizie possono sfuggire all’attenzione di tutti/e.

Riteniamo però urgente comunicarvi alcune cose.

Tutti/e conoscete la battaglia che stiamo conducendo da 5 anni oramai: centinaia di disoccupati e disoccupate, recuperando l’esperienza storica dei movimenti di lotta per il lavoro, utilizzando classiche e nuove modalità di lotta, hanno posto al centro del dibattito cittadino la necessità, l’urgenza e la possibilità di individuare percorsi di formazione, inserimento lavorativo, progetti di pubblica utilità per soddisfare il bisogno di una stabilità lavorativa, di un salario, di un reddito con cui poter campare.

Lo abbiamo fatto sopratutto coinvolgendo, tramite gli sportelli, tanti/e proletari/e della nostra città e delle nostre periferie (Scampia, Rione Traiano, Quartieri, Bagnoli, Garibaldi ecc…)

Abbiamo sostenuto – quando possibile – le iniziative in città di respiro più ampio e generale in un ottica di ricomposizone e collegamento della lotta per il lavoro con quella contro le spese militari, le politiche governative, lo sfruttamento ed il lavoro nero, la violenza di genere, lo smantellamento dei servizi e la crisi di altre aziende e vertenze andando fisicamente a portare la nostra solidarietà e vicinanza.

Ma come dicevamo, siamo convinti che molti già conoscono la situazione e non vogliamo dilungarci. Nel corso di questi anni, al netto delle iniziative di lotta, siamo riusciti ad aprire spazi di trattativa e scenari che avrebbero potuto indicare una risoluzione positiva per la vertenza.

Ci siamo scontrati con tutti i livelli istituzionali, incontrato tutti i rappresentanti (dal Governo ai Comuni, passando per la Regione, le Municipalità, Sottosegretari e Consiglieri, Ministri e Sindaci, Governatori e Dirigenti)

Molti disoccupati sono imputati o denunciati per azioni di lotta e scontri avvenuti durante questi anni: vorremmo fare l’elenco ma si tratta di decine e decine di procedimenti in ognuno dei quali sono imputati diversi disoccupati.

Le accuse diverse: resistenza, manifestazione non autorizzata, oltraggi, violenza privata, disegno criminoso con finalità di blocchi stradali ecc…

D’altronde non ci stupisce, ne ci spaventa: conosciamo bene le stagioni di lotta precedenti e la repressione che è piombata addosso a molti altri compagni che sullo stesso terreno si sono organizzati, conosciamo bene le condanne, le inchieste, le accuse e gli arresti che stanno avvenendo in tutta italia: dai lavoratori in sciopero contro licenziamenti o per il rispetto dei CCNL e per una giusta busta paga, agli arresti in Val di Susa dove si resiste contro una grande opera inutile e dannosa, passando per gli attivisti contro le basi militari in Sardegna e chiunque non abbassi la testa contro un sistema che non ha più nulla da darci che la miseria e la barbarie.

Per quanto ci riguarda, oltre la repressione, la questione ancora più grave è la continua assenza di qualsiasi risposta concreta da parte delle istituzioni locali e nazionali, nonostante le proposte, i finanziamenti, i progetti e le soluzioni ipotetiche messe sul campo.

Un muro di gomma che non può vedere in noi la rassegnazione e l’accettazione dello stato di cose presenti.

Questè la fotografia della situazione nel paese: chiusura di aziende e fabbriche il cui elenco sarebbe infinito, licenziamenti, casseintegrazioni, sfruttamento nei luoghi di lavoro, attacco alle condizioni di vita e soprattutto al Sud oramai stiamo assistendo ad una vera e propria emigrazione di massa.

Siamo in un momento dove in molti ci interroghiamo come invertire il “clima” d’odio ed il vento “reazionario” nel paese.

Pensiamo che per farlo bisogna innanzitutto sostenere quei proletari che fino a ieri pensavano che il problema fossero gli immigrati e che oggi si pongono su un terreno di lotta di classe.

Per questo siamo impegnati sopratutto negli ultimi mesi nella costruzione di questa campagna denominata “Vogliamo Tutto” che sta coinvolgendo, sopratutto a Sud, molti altri disoccupati/e da Catania a Cosenza, da Palermo a Roma, da Perugia a Messina.

Non serve elencare le inchieste ed i dati dello Svimez per capire che peso ha la fuga di giovani e meno giovani dal Sud per la ricerca di un lavoro ed una vita dignitosa, una fuga delle terre e quartieri della famosa “Terra dei Fuochi”, inquinati dallo sversamento illecito dei rifiuti, discariche, inceneritori, una fuga dalle fabbriche della morte come l’Ilva di Taranto, dalle infami opere come la Tap in Puglia o quartieri della vergogna come Bagnoli, dalle città dove si muore maggiornamente sui luoghi di lavoro sfruttati, sottopagati ed a nero.

Vi chiediamo quindi di incontrarci, di sostenerci per rompere l’isolamento attorno alla nostra battaglia aggredita dalla repressione e dalle istituzioni, per generalizzare e rendere più ampio il messaggio e l’indicazione che stiamo provando a mettere al centro in tutte le nostre mobilitazioni: costruire un ampio fronte unitario per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, per una grande patrimoniale capace di liberare risorse per la messa in sicurezza dei territori ed il potenziamento dei servizi sociali (dalla sanità ai trasporti), per tagliare le spese militari ed investirle per ben altre spese sociali come un piano per l’emergenza abitativa o la messa in sicurezza di scuole ed ospedali, per opporci alle grandi opere inutili e dannose e creare un vero piano per il lavoro socialmente utile, per lavorare tutti e lavorare meno, per un salario minimo garantito ed un reddito dignitoso con cui poter campare.

Per tale motivo chiediamo tutti/e di partecipare all’assemblea pubblica prevista per il giorno Martedì 26 a Mezzocannone 16 e verificare la possibilità di lanciare insieme una mobilitazione in città unitaria.

Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre”

Qui l’evento facebook dell’iniziativa dei compagni napoletani:

https://www.facebook.com/events/480798172531822/