FOGLI DI VIA CONTRO GLI SCIOPERI AL MAGAZZINO COOP DI TORTONA! LA REPRESSIONE NON FERMA LA LOTTA!
In questi giorni, l’ennesimo atto repressivo si scaglia contro le lotte dei lavoratori S.I. Cobas e contro chi sostiene quelle lotte e quei picchetti.
La Questura di Alessandria, infatti, in queste ore sta notificando l’apertura di procedure di fogli di via dal Comune di Tortona a 8 persone – tra operatori sindacali S.I. Cobas, lavoratori e compagni solidali di Genova e Torino – che nelle scorse settimane hanno partecipato agli scioperi contro i licenziamenti che la stessa COOP, tramite la cooperativa CLO, sta effettuando.
Il messaggio è forte e chiaro: chi organizza scioperi, chi solidarizza con queste lotte, chi si oppone ai licenziamenti politici che COOP e CLO stanno portando avanti contro i lavoratori iscritti al S.I. Cobas va fermato!
Se non bastano le manganellate, i gas lacrimogeni, gli attacchi squadristici dei crumiri contro i picchetti, allora interviene la Questura con i fogli di via!
Ulteriore attacco che s’inserisce nella complessiva ondata repressiva che si sta abbattendo sul S.I Cobas e, in generale, su tutti i compagni e realtà impegnati negli scioperi e lotte sui posti di lavoro, nei territori e quartieri.
A Bologna si è registrato il tentativo, fortunatamente rigettato dalla straordinaria mobilitazione dei lavoratori, di richiedere il divieto di dimora per 6 militanti e lavoratori S.I. Cobas, con lo scopo di allontanare dalla città alcuni dei dirigenti e rappresentanti storici della lotta nel settore della logistica.
A Modena si è giunti addirittura a un “maxi processo”, con la richiesta di ben 86 rinvii a giudizio contro i lavoratori protagonisti della grande lotta all’Alcar Uno (nel 2016-2017) e dell’ondata di scioperi che fu capace di scoperchiare il marciume e il fitto sistema di collusioni affaristiche nella filiera della lavorazione carni nella provincia emiliana.
A ciò si aggiungono 11 fogli di via da parte della Questura di Modena relativi alle mobilitazioni in ItalPizza, mentre la Procura ricorre in appello contro l’assoluzione in primo grado del Coordinatore nazionale S.I. Cobas Aldo Milani.
Decine sono poi i processi aperti su tutto il territorio nazionale volti a colpire scioperi e picchetti, tentando così di criminalizzare i meccanismi di solidarietà che rompono gli steccati aziendali, territoriali e settoriali.
Una vera e propria ondata repressiva che in piena continuità con le politiche securitarie e anti – proletarie dei diversi esecutivi alternati negli anni (vedi Decreto Minniti e Decreti Sicurezza) colpisce puntualmente tutte le avanguardie di lotta che hanno saputo sviluppare resistenza e conflitto sociale nel Paese: dalla lotta No Tav colpita in queste settimane da ulteriori condanne per fatti risalenti al 2012, alla lotta dei disoccupati napoletani 7 Novembre oggetto di continui processi volti a dimostrare il teorema giudiziario “di un disegno criminoso” finalizzato ai blocchi stradali, agli occupanti di casa sotto costante minaccia di sgombero, ai compagni e le compagne della Rete Campagne in lotta anche loro vittime di fogli di via da Rosarno, fino ad arrivare ai diversi arresti e fermi effettuati negli ultimi mesi tra Torino e Trento colpendo compagni e compagne impegnati/e nell’occupazione di spazi sociali e nella lotta antimilitarista.
Oggi a Tortona – territorio dove la lotta dei lavoratori S.I. Cobas si sta allargando – si vorrebbe riprodurre questi schemi repressivi ben testati e collaudati, andando innanzitutto a colpire e intimidire i militanti sindacali e i compagni solidali attivi nelle lotte che fanno emergere tanto le responsabilità politiche che i grandi gruppi padronali (COOP in testa) hanno su questo territorio in termini di sfruttamento, quanto le complicità più o meno esplicite del sindacalismo confederale e di tutto l’apparato statale (Prefettura, Questura, Ispettorato del Lavoro,ecc…) nel difendere questo tipo di dinamiche.
A fronte di tali tentativi intimidatori non possiamo che rispondere con il rilancio della lotta, degli scioperi, dei volantinaggi informativi davanti ai punti vendita COOP e a tutte le forme di mobilitazione che i lavoratori, e noi assieme a loro, decideranno di adottare contro licenziamenti politici e repressione.
Una battaglia questa che, superando settarismo e localismo, non può riguardare solo i combattivi facchini della COOP, ma che deve riguardare, vista la portata generale dell’attacco e la capacità di coordinamento dell’avversario di classe, tutti i lavoratori, attivisti, militanti, compagni impegnati nella ripresa generale del conflitto sociale e di classe sui posti di lavoro, sui territori, nelle città e nei quartieri!
• Aderiamo in massa alle prossime iniziative di lotta dei lavoratori COOP di Tortona!
• Costruiamo una cassa di resistenza per i lavoratori COOP licenziati, per resistere
un minuto in più del padrone!
• Organizziamo assemblee e presidi contro il generale attacco repressivo che colpisce chi sciopera e chi lotta!
NON LASCIAMO SOLI I COMPAGNI COLPITI DALLA REPRESSIONE! SE TOCCANO UNO, TOCCANO TUTTI!
S.I. Cobas