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[BANGLADESH] Coronavirus: cala l’economia, aumenta la povertà

Da un recente studio condotto da una NGO locale, i 3/5 dei 100,22 milioni di bengalesi sono a forte rischio dal punto di vista economico e sanitario; 53,64 milioni sono estremamente poveri, con un reddito di €1,7-1,9€ al giorno. Da uno studio del 26 maggio oltre la metà di loro non avevano più denaro.

Secondo la Rete Sudasiatica sui Modelli Economici (SANEM), il tasso di povertà del Bangladesh potrebbe raddoppiare rispetto al periodo precedente la pandemia, giungendo al 40,9%, con un conseguente incremento delle ineguaglianze.

Il settore informale, che rappresenta quasi l’80/90% dei posti di lavoro del Bangladesh, è il più colpito. Tra marzo e maggio il reddito medio delle famiglie è diminuito del 74%.

Se queste persone devono uscire di casa perché hanno fame, non  sono possibili né distanziamento sociale né l’igiene.

Un altro studio sulla sicurezza alimentare nazionale condotto da BRAC ha rivelato che durante il lockdown di 45 giorni in marzo-maggio, gli agricoltori del paese hanno avuto perdite pari a €5,9 miliardi, e anche se il mondo producesse quest’anno un surplus alimentare, diversi paesi sono a rischio di fame, a causa dell’interruzione nella distribuzione.

È stato fortemente colpito anche il manifatturiero del Bangladesh, in particolare il settore tessile-abbigliamento, che conta per circa l’80% degli introiti complessivi derivanti dall’export, e da cui dipendono almeno 4 milioni di lavoratori.

Ad aprile 2020, rispetto allo stesso mese del 2019, il settore ha perso l’84% delle esportazioni dopo lo scoppio della pandemia in Europa e negli Usa; sono state chiuse oltre 1000 fabbriche e hanno perso il lavoro 2,19 milioni di lavoratori.

Secondo l’Ufficio per la Promozione dell’Export del Bangladesh (EPB) a marzo 2020 le entrate derivanti dalle esportazioni sono state di soli 460,5 milioni di €, contro i 2,68 miliardi di € del marzo 2019.

La presidente dell’Associazione degli esportatori del tessile del Bangladesh (BGMEA), Rubana Huq, ha dichiarato che le fabbriche del settore lavorano a solo il 55% della loro capacità, con il rischio di atri licenziamenti.

Anche le rimesse, l’altra importante fonte eterna di reddito, sono diminuite a marzo del 12% e ad aprile del 25%, e complessivamente nel 2020 potrebbero calare del 22%, (Banca Mondiale).

Si stima che oltre 1,4 milioni di lavoratori migranti sono tornati a casa o stanno per tornarci, avendo perso il lavoro.

In previsione di una riduzione della crescita economica nei prossimi mesi e al fine di combattere la recessione, il governo del Bangladesh sembra voglia mantenere la spesa pubblica al livello attuale, con un bilancio pari a circa 5.569 miliardi di taka (€ 58,11 miliardi), superiore (di quanto?) a quello del 2019.

Il timore degli esperti è che se l’attuale disagio economico, non gestito correttamente, l’aumento della disuguaglianza tra ricchi e poveri possa produrre problemi socioeconomici a lungo termine in Bangladesh.

(Tratto da Deusche Welle, traduzione a cura di G. L.; in foto: lavoratrici in sciopero durante le agitazioni e le proteste del settore tessile in Bangladesh nel gennaio 2019)