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[FEDEX] Una bastonata all’”amico” americano: lavoratori Tnt avanti con la lotta fino alla vittoria

Una bastonata all’”amico” americano: lavoratori Tnt avanti con la lotta fino alla vittoria

Tre giorni di sciopero nella filiera Fedex-Tnt hanno lasciato il segno.
Questi padroni abituati a spadroneggiare in tutto il mondo hanno assaggiato la risposta del SI Cobas e Adl Cobas.
Di fronte alla pandemia questi signori non hanno chiesto la cassa integrazione, loro di fronte al rallentamento della distribuzione hanno in mente il solo piano che sono abituati a portare avanti nel loro paese: eliminazione della forza lavoro. Per gli amministratori Fedex che hanno in capo 250 mila lavoratori gli operai sono una merce qualsiasi, se qualcuno si oppone al loro piano e come in questo caso scioperano, non guardano a spese: preferiscono perdere milioni di euro, comprare qualche operaio, perdere in concorrenza con i diretti “ avversari”, ma passare sopra come un rullo compressore sulle vite di coloro che sfruttano.
Ma gli “amici” americani questa volta hanno a che fare con una comunità di lavoratori che lottano e hanno preso coscienza che la dignità non si compra, che uniti nel sindacato sono una forza.
Nelle bandiere che sventolavano davanti ai loro magazzini vi era scritto in modo chiaramente leggibile: NON PASSERETE!!!
Non passerete perché non vogliamo tornare al passato dove gli operai erano super sfruttati, dove si era considerati peggio degli schiavi. Nel magazzino di Piacenza della Tnt, nove anni fa, l’attività lavorativa organizzata era così organizzata: i lavoratori venivano chiamati davanti al cancello alle ore 18,30 e fino alle ore 22 potevano essere chiamati ad entrare. Una volta dentro lavoravano con ritmi frenetici fino alle ore 2 o 3 poi sostavano nei capannoni fino alle ore 5 o 6 e riprendevano a lavorare fino alle 11. Il tutto per un salario di 700 euro pagato la maggior parte non in busta paga ma con dei bonifici. Tutto ciò con la benevolenza dei sindacati confederali, dell’ispettorato del lavoro e tutte le istituzione di Piacenza. Uno schiavo il padrone lo nutriva per utilizzarlo in forza il giorno dopo, il lavoratore Tnt, in maggior parte di nazionalità egiziana, poteva morire o essere sostituito perché fuori dal cancello vi erano centinaia di “ morti di fame” pronti a prendere il suo posto.
Per i lavoratori che hanno patito le più gravi sofferenze per raggiungere l’Italia, che hanno patito la fame, la denigrazione, il razzismo avere nella lotta ritrovato il motore che li ha spinti a superare questa loro situazione, non è facile per il nemico americano, i body guard al servizio come ai tempi degli IWW, gli amici delle istituzioni italiane che attraverso la Morgese ha disposto sbirri dal manganello facile, superare il baluardo di questi operai.
Lavoratori che in questi anni hanno saputo far fronte agli sbirri nei picchetti che mettevano in campo, che hanno chiaro che la loro forza sta nella loro unità, nella lotta contro Conte e tutti i governi organismi al servizio della borghesia.
IL FACCHINO NON HA PAURA DEL MANGANELLO, soprattutto oggi che la sua forza si è moltiplicata e che accanto a lui militano nei picchetti solidali di altri magazzini, fabbriche, studenti, organizzazioni sociali di resistenza alle politiche padronali.
Avanti con la lotta fino alla vittoria.
Il coordinatore nazionale SI Cobas