Fonte: al Jazeera, 15 novembre 2020 – traduzione a cura di: G.L.
15 novembre 2020
La sigla del maggior accordo commerciale mondiale ( RCEP) che riguarderà il 30% dell’economia globale, il 30% della popolazione mondiale e raggiungerà i 2,2 miliardi di consumatori, da parte di Cina e di altri 14 paesi (i 10 membri Asean: Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam, + i cinque partner FTA: Australia, Cina, Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud) con l’esclusione degli Stati Uniti, maggiore potenza economica mondiale, sia da RCEP che TPP imprime un’accelerazione al riassetto dei rapporti tra le grandi potenze.
Il nuovo accordo fa presagire un innalzamento dello scontro in atto tra l’imperialismo americano ancora predominante e quello in ascesa della Cina, mentre nei mari asiatici si intensifica la presenza militare dei due schieramenti.
Questo mentre la crisi sindemica Covid continua a produrre enorme sofferenze in modo sproporzionato per i lavoratori e le masse oppresse di tutto il mondo .
[Nella foto: 4 novembre 2019 – I leader dell’ASEAN e di altri paesi dell’Asia-Pacifico posano per una foto di gruppo durante il 3° Summit regionale del Partenariato economico preventivo a Bangkok Manan Vatsyaya-na/ AFP]
Riassetti globali e future crisi
Dopo 8 anni di difficili e complessi negoziati, la Cina e altri 14 paesi hanno concordato la creazione del più grande blocco di libero scambio del mondo, che riguarderà il 30% dell’economia globale, il 30% della popolazione mondiale e raggiungerà i 2,2 miliardi di consumatori.
Il Regional Comprehensive Economic Partnership – RCEP (Partenariato economica regionale globale) dovrebbe contribuire ad accelerare la ripresa dagli shock della pandemia del coronavirus.
Rimuovendo o riducendo ulteriormente le già basse tariffe commerciali sui prodotti
industriali e agricoli tra i paesi membri; stabilirà anche le regole per la trasmissione dei dati.
Un segnale liberista contro le misure protezioniste in questa fase di crisi.
Firmato domenica 15 novembre a margine del vertice annuale ASEAN, l’Associazione delle 10 nazioni del Sud-Est asiatico (1), RCEP entrerà in vigore dopo la sua ratifica da parte di un numero sufficiente di paesi partecipanti entro i prossimi due anni.
Ha ospitato la cerimonia il Vietnam, nella veste di presidente dell’ASEAN.
Oltre ai 10 paesi Asean, l’accordo riguarda Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda, escludendo gli Stati Uniti. L’accordo rimane aperto all’India, che si è ritirata per la forte opposizione interna alla riapertura del mercato.
Esso rappresenta un grosso colpo per la Cina, di gran lunga il più grande mercato della regione con più di 1,3 miliardi di persone, conferendole la dimensione di “campione della globalizzazione e della cooperazione multilaterale” e garantendole maggiore influenza sulle regole che governano il commercio regionale(Gareth Leather, economista asiatico senior per Capital Economics).
Gli Stati Uniti, la maggiore economia del mondo, non fanno parte di RCEP e TPP (Trans-Pacific Partnership) (2), riguardante 11 paesi, i due gruppi commerciali che coprono la regione a più rapida crescita del mondo.
Con l’elezione alla presidenza di Joe Biden, la regione attende l’evolversi della politica statunitense su commercio etc.
C’è scetticismo tra gli analisti sulla possibilità che Biden spingerà per aderire al patto commerciale trans-pacifico o per revocare molte sanzioni commerciali statunitensi imposte alla Cina dall’amministrazione Trump.
Il primo ministro giapponese Yoshihide Suga ha espresso il sostegno del suo governo allo “ampliamento di una area di libero ed equo scambio economico, con la possibilità che in futuro l’India rientri nell’accordo e con la speranza di ottenere il sostegno degli altri Paesi”.
L’accordo RCEP è abbastanza lasco per potersi adattare alle diverse esigenze dei paesi membri, come Myanmar, Singapore, Vietnam e Australia, ma stabilisce regole commerciali per facilitare gli investimenti e gli affari nella regione.
A differenza dell’Unione Europea, non stabilisce standard unificati su lavoro e ambiente, e non obbliga i paesi membri ad aprire i servizi e altre aree vulnerabili delle loro economie.
1 I membri dell’ASEAN: Cambogia, Indonesia, Laos, Myanmar, Filippine, Thailandia, Brunei, Singapore, Malesia e Vietnam.
2 Il presidente americano Donald Trump si ritirò poco dopo il suo insediamento dal TPP.
Fonte: al Jazeera, 15 novembre 2020 – traduzione a cura di: G.L.