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[NAPOLI] Proteste e confusione: mentre la Procura annaspa tra “terrorismo” e “infiltrati”, le vere mafie profittano di disoccupazione e povertà

CHE CONFUSIONE

La Procura ha disposto la perquisizione di nove persone per le proteste confuse e composite della notte di venerdì 23 ottobre quando una diretta Facebook aveva annunciato che si era ad un “passo dalla tragedia” e verso un imminente lockdown.

L’annuncio aveva preceduto invece un imbarazzante balletto tra le istituzioni locali e nazionali durato alcune settimane, con sprezzo della salute e vita di migliaia di persone.

Per gli indagati si ipotizza l’accusa del reato di “devastazione e saccheggio”, aggravata dalla “matrice camorristica” e dalle finalità di “terrorismo ed eversione”.

Quindi facciamo ordine: si cercano dei camorristi, degli ultras, anzi dei terroristi, casomai che siano anche legati ai movimenti sociali.

Per dare più enfasi alla vicenda qualche “tifoso”, meglio se frequenta un movimento di lotta.

Ci sembra un enorme accozzaglia di capi di imputazione che pare più voler dare in pasto alla stampa ed ai media un nuovo capro espiatorio, casomai per criminalizzare “tutte le piazze” e da presentare come monito per il futuro.

D’altronde anche nei giorni successivi un dispiegamento da guerra, elicotteri, blindati ed idranti ovunque anche per manifestazioni di centinaia di lavoratori e disoccupati.

Nelle scorse ore, a seguito di alcune di queste, comunicati delle Istituzioni che rappresentavano preoccupazioni per probabili “infiltrazioni” della “camorra” nelle proteste.

La stessa attenzione non la si sta riservando per ascoltare le istanze e le problematiche che queste piazze stanno esprimendo, chiedendo invano anche delle interlocuzioni con gli organi di governo.

Nel frattempo, come diciamo da tempo, le vere mafie crescono invece – più che nelle piazze – sulla disperazione, nella disoccupazione, nella crescente marginalità sociale e nella miseria dei nostri quartieri popolari, su prestiti con interesse a chi è costretto ad sopravvivere e campare a ogni costo.

Non conosciamo gli altri indagati ma tra questi ci sono anche due compagni del nostro movimento di disoccupati (seppur – sia chiaro – non c’è, né ci potrebbe essere nessun riferimento al nostro movimento di lotta in queste carte).

La scompostezza e la confusione delle istituzioni a ogni livello, intente principalmente a salvaguardare esclusivamente profitti e finanze, sta mostrando i suoi primi effetti: il covid uccide nelle catene di montaggio e della logistica, nelle case di coloro che non hanno di che mangiare e sui trasporti pubblici presi da chi deve per forza lavorare.

Uccide nelle corsie degli ospedali pubblici, uccide chi non può comprarsi la sua salute.

Come Movimento 7 Novembre lo avevamo chiarito sostenendo e costruendo la manifestazione fuori la sede di Confindustria del 24 Ottobre caricata a Piazza dei Martiri per la quale, anche in quel caso, il TG3 Regionale parlò di non meglio identificati “infiltrati”.

Le istituzioni dovrebbero garantire sicurezza, salute e salario piuttosto che cercare complotti li dove non ci sono.

Si semina ciò che si raccoglie: inutile tentare una sommatoria semplice, in una città come Napoli, tra attività criminale e chi da anni, oltre la sua vita privata, è in piazza per il lavoro.

Una sommatoria che non fanno quando bisogna risolvere il problema della disoccupazione in città, da cui la criminalità attinge invece davvero uomini e forza che sarebbe invece sottratta se si garantisse lavoro e salario.

Per impedire che la crisi sanitaria diventi una crisi sociale: salario garantito per tutte e tutti!

Movimento di Lotta – Disoccupati 7 Novembre