Processo Safim: presidio dal Tribunale di Torino in solidarietà ai 30 lavoratori messi alla sbarra per aver fatto sciopero ottenendo migliori condizioni di lavoro e di vita per tutti gli operai dell’azienda di None, anche protestando contro la repressione di tutte le lotte da Modena alla val Susa.
Il processo Safim è un (ennesimo) caso esemplare di repressione antioperaia e antimmigrati: determinato dalle indagini della polizia politica digos, coordinate dal pm Padalino (noto, feroce paladino degli speculatori di ogni sorta recentemente accusato di corruzione e abuso d’ufficio), questo castello di carte giuridiche è un attacco a lavoratori, solidali e coordinatori sindacali.
Accusati formalmente di vari reati, nella sostanza questi lavoratori sono accusati del “crimine” di essersi ribellati allo sfruttamento padronale, organizzandosi nella lotta con un sindacato conflittuale usando le due armi storiche del movimento operaio: la solidarietà e lo sciopero.
Ricordiamo che la Safim di None attuò (complici la Questura, la Prefettura e la locale Confindustria) una rappresaglia antisindacale arrivando a licenziare i 4 delegati sindacale di S.I. Cobas (che una sentenza dello stesso Tribunale di Torino ha poi giudicato illegittimi) che avevano guidato le vittoriose lotte dentro questo importante magazzino della logistica alimentare a freddo (che nel 2019 ha fatturato più di 50 milioni di euro).
A quest’attacco, rispondiamo rilanciando la lotta alla Safim, verso lo sciopero nazionale della logistica del 18 dicembre, che è la lotta di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici per conquistarci salario, diritti e dignità.
Verso lo sciopero nazionale della logistica del 18 dicembre e lo sciopero generale del 29 Gennaio!
Verso la giornata di manifestazione nazionale del 30 Gennaio!
Chi tocca uno tocca tutti!
S.I. Cobas Torino