Lo sciopero nazionale che abbiamo convocato venerdì 18 Dicembre ha avuto un successo che probabilmente è andato oltre le nostre aspettative.
Da molti mesi, esattamente dallo scoppio della pandemia, ad inizio anno, seppure anche in modo contraddittorio, le lavoratrici e i lavoratori su indicazione del Si Cobas, stanno opponendo una dura resistenza ai tentativi padronali di imporre il primato del profitto.
Il Covid infatti ha rappresentato e sta rappresentando, l’occasione per regolare definitivamente i conti con la classe, approfittando della sua oggettiva debolezza, dopo anni e anni di concertazione sindacale, portata avanti dai confederali, sempre più consapevolmente complici.
Quando il presidente di confindustria di Macerata, dice “pazienza se qualcuno muore” siamo di fronte non ad una battutaccia dopo una notte di bagordi, ma ad un precisoe dettagliato programma che intende ribadire il primato delle merci, sulla vita, sulla salute, sulla sopravvivenza dell’intero pianeta in tutte le sue forme.
In questo contesto il Si Cobas, è diventato un punto di riferimento per lavoratori di vari settori e per militanti sociali, che vedono nel sindacato la possibilità di costruire un fronte che difenda gli interessi di classe, per costruire un’alternativa in una prospettiva anticapitalista.
Anche a Bologna, città da sempre “patrimonio” del moderatismo di Cgil, che ha fatto del moderatismo del conflitto e della congestione coi poteri forti, un modello da seguire e da esportare, le lotte nella e della logistica, stanno incrinando il consenso tra i lavoratori e la Cgil stessa.
Oggi il Si Cobas sta diventando anche se ancora sentimentalmente, una vera e propria alternativa, si tratta ora quindi di trasformare questa attenzione in un rapporto più stretto, in una adesione anche organizzativa.
Lo sciopero generale del 23 ottobre, le numerose lotte quasi quotidiane nei luoghi di lavoro, che hanno messo in discussione i divieti di scioperi e libertà sindacali, causa Covid, la riuscita giornata del 18 dicembre, sono sintomi di questo processo.
La lotta delle lavoratori della Yoox, che anche ieri, insieme a lavoratori e solidali ha occupato e attraversato la strade della nostra città è riuscita a sfondare il muro del silenzio a cui volevano e vogliono costringerla, tuttavia sarebbe sbagliato considerare questa lotta, solo come una questione di genere.
Quello che succede in quel magazzino è anche una questione di genere ma rappresenta anche il tentativo di questo sistema di governare e decidere su ogni aspetto dell’ esistenza delle lavoratrici e dei lavoratori, in fabbrica, negli uffici o nei magazzini, ma anche fuori.
Ora avanti tutta verso lo sciopero generale del 29 gennaio, sapendo che la costruzione di un altro mondo, non sarà un pranzo di gala, ma è possibile.
Si Cobas Bologna