A 71 anni di distanza dall’Eccidio delle Fonderie, anche il nostro sindacato ricorda i sei operai uccisi, ma lo fa distanziandosi dalle posizioni delle istituzioni, deponendo fiori ad un orario differente
Il 9 gennaio 2021 alle ore 10.30 siamo qui davanti al cippo innalzato per ricordare i 6 operai uccisi nel 1950; da anni stiamo cercando di raccogliere l’eredità di quei lottatori che vennero falcidiati dalle mitragliatrici dei carabinieri posizionate sui tetti dell’azienda che fecero 6 morti ed oltre 200 feriti.
All’epoca le istituzioni in qualche modo si strinsero attorno a quei morti operai, mentre oggi le istituzioni della città si schierano con i padroni contro molte lotte operaie, in particolare quelle di coloro che si organizzano nel S.I. Cobas.
E’ per questo che non partecipiamo alle commemorazioni istituzionali, perché riteniamo che la realtà mostri che sono finzioni prive di contenuto e ci rechiamo al cippo in un orario differente.
Crediamo che anche la scelta su quale presidio sceglie ogni donna ed ogni uomo di questa città, qualifichi da che parte stiamo.
Noi stiamo dalla parte di coloro che non girano il volto davanti alla repressione di oggi e che ricordano anche il recente eccidio che si è verificato nel carcere di Modena l’otto marzo scorso: in Italia non esiste la pena di morte eppure a Modena è stata praticata.
Chi ha compagni non muore mai!
Viva i martiri delle Fonderie!
Viva il S.I. Cobas!
9 gennaio
S.I. Cobas Modena