La salute una questione di classe
Il progetto per il Nuovo Galliera è stato approvato dalla giunta regionale ligure.
E’ il via libera al cantiere!
Costerà 150 milioni di € e di questi 120 milioni sono soldi pubblici, sarebbero soldi nostri, ma sono soldi a disposizione di una cordata di speculatori che dominano nel consiglio d’amministrazione.
Le lotte operaie degli anni ’70 si sforzano di affermare il principio di una sanità pubblica universale e gratuita.
Sono lotte per il salario ma anche per rivendicare condizioni di lavoro e di vita nei quartieri dove la salute non è in alternativa con l’unico “capitale” in possesso dei proletari: la capacità di lavoro.
Sono lotte a carattere sociale, in favore degli interessi di classe.
Non solo il pane, ma anche le rose: presidi sanitari di prossimità, consultori, medicina di base, prevenzione dalle malattie, centri pediatrici e psichiatrici.
Domina il principio del vivere in salute prima ancora che curare le malattie che hanno un’insorgenza sociale ed ambientale.
La prevenzione è un investimento, una spesa che ha come dividendo la tutela della vita!
Ma questa è una spesa produttiva di benessere che male si accorda con la legge del profitto.
Le lotte proletarie investono l’area della sanità per tentare di sottrarla al mercato: un piccolo assalto al cielo che la santa alleanza del capitale ha combattuto e progressivamente sconfitto.
La sanità privata, da completamento di quella pubblica, è diventata concorrente sino a dominare incontrastata.
Il paradigma che governa le politiche sanitarie, al di là della classificazione giuridica, è quello del profitto.
Anche nel pubblico, l’aziendalizzazione è il tratto distintivo di ogni intervento.
La composizione del consiglio d’Amministrazione del Nuovo Galliera ne è la rappresentazione plastica: Confindustria Liguria, Banca Intesa San Paolo, Finmeccanica, RINA ecc.
La sanità ligure è all’avanguardia nel progetto di spoliazione della sanità pubblica.
Mentre si propaganda la pioggia di miliardi per la sanità e ci si interroga su come verranno spesi i fondi del PNRR è sempre più evidente che questi soldi andranno a favorire i profitti dei mercanti della salute.
Non c’è traccia di investimenti per il personale.
Non è un difetto di programmazione.
Ogni euro investito a favore della sanità pubblica è un euro sottratto alla “sanità” del capitale.
Banchieri ed industriali vigilano affinché non si vada a costituire un polo di concorrenza pubblica, sarebbe una “distorsione della libera concorrenza”…
Il Governo Draghi rappresenta l’espressione massima di questa linea antioperaia che promette sacrifici crescenti per i lavoratori.
Mentre a parole si promuove e promette ogni meraviglia innovativa: telemedicina, robotica, formazione, informatizzazione, la vera assistenza ospedaliera e territoriale, fatta da mani che curano persone bisognose, viene privata delle vere forze che possano assolvere a questo compito: il personale sanitario.
Il sindacato di regime è dentro questa logica e opera per lo svilimento della sanità pubblica.
Anche la sicurezza del posto di lavoro viene messa in discussione: per i nuovi assunti sono previsti solo contratti a termine.
Che la crisi sanitaria e pandemica la si voglia scaricare sui lavoratori è detto con chiarezza nelle dichiarazioni non certamente estemporanee del governatore della Banca d’Italia Visco, il quale si porta avanti e dichiara che, vista la contrazione di popolazione in età di lavoro, sarà inevitabile prolungare la durata della giornata lavorativa.
Le 12 ore di lavoro di giorno e di notte per i turnisti della sanità sono già una realtà mai esplicitamente formalizzata, ma ampiamente praticata.
La riduzione dell’orario di lavoro e della vita di lavoro deve essere la nostra bandiera.
La difesa della vita, della sanità e della sicurezza sono in contrasto inconciliabile con gli interessi del sistema capitalistico.
Le lotte degli anni ’70 sono l’ancoraggio da cui ripartire.
Fermare il progetto del Nuovo Galliera è solo una battaglia della guerra di classe a cui siamo chiamati per non soccombere.
Venerdì 4 giugno ore 18.00 presidio sotto Confindustria Liguria
2 giugno
S.I. Cobas Sanità