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[CONTRIBUTO] Stati Uniti: nuovo attacco dell’internazionale nera contro le donne

Riceviamo dalle compagne del Comitato 23 settembre e pubblichiamo questo contributo, già disponibile sulla loro pagina (vedi qui):

NUOVO ATTACCO DELL’INTERNAZIONALE NERA

CONTRO LE DONNE.

Riparte la caccia alle streghe.

Lo stato del Texas, il più grande e il secondo più popoloso degli Stati Uniti, ha approvato ieri, con l’avallo della Corte Suprema, una legge ultrarestrittiva contro il diritto all’interruzione di gravidanza assistita.

In base ad essa l’aborto è proibito, anche in casi di incesto e stupro, dopo la comparsa del battito cardiaco del feto (c’è qualcosa di romantico in questa definizione di vita), circa 6 settimane dopo il concepimento, periodo in cui una donna di solito non sa neanche con certezza di essere incinta.

Di fatto, questo significa vietare senza mezzi termini la possibilità di ricorrere all’interruzione di gravidanza assistita e costringere le donne che vogliono abortire a trasferirsi in altri stati dove ciò è, almeno per il momento, consentito.

L’estrema destra al potere in Texas (quella che consente in modo praticamente illimitato di portare armi in luoghi pubblici, a difesa della vita si suppone) non si limita a vietare di fatto l’interruzione assistita di gravidanza, ma sprona ogni “privato cittadino” a denunciare alla polizia chiunque (medici, infermieri, familiari, amici della donna) che in qualunque modo, anche dando un passaggio in macchina verso l’ospedale, abbia in qualche modo reso possibile l’interruzione di gravidanza stessa.

La vittoria dell’eventuale causa porterà un premio di 10.000 dollari al delatore, ma altre ricompense sono previste.

Una nuova fonte di reddito per i cittadini americani?

Una nuova caccia alle streghe nel ventunesimo secolo!

L’attacco all’autodetrminazione delle donne è sempre segnale di un attacco più vasto del potere capitalistico contro chiunque tenti di sottrarsi alle leggi inesorabili delle necessità del profitto.

L’uso e l’abuso del corpo delle donne deve essere assoluto e garantito per legge.

E a poco servono i belati del presidente Biden, infastidito da questa fuga in avanti degli avversari politici, proprio mentre cerca di mascherare l’ultima disfatta della guerra umanitaria in Afghanistan, che ha mostrato al mondo come si difendono, a suon di bombe, miseria e distruzioni, i diritti delle donne.

La risposta delle donne e delle ragazze negli Stati Uniti non si farà attendere.

Siamo solidali con le mobilitazioni di protesta che sicuramente non mancheranno negli Usa, contro questa nuova escalation che prende di mira non solo le donne Usa, ma quelle di tutto il pianeta.

Non solo le lavoratrici, le donne senza privilegi, le donne colpite dal razzismo e dal doppio sfruttamento, ma tutto lo sterminato mondo degli sfruttati e degli oppressi.

Solo la comune mobilitazione li fermerà!

Comitato 23 settembre