GLI APPROFITTATORI DELLA PANDEMIA
L’OCCASIONE DEL COVID
[fonte: GFP 21-08-04 / 09-22 – trad. a cura di G. L.]
I grandi produttori farmaceutici hanno venduto i vaccini anti-Covid-19 ad un prezzo dalle 6 alle 24 volte il costo di produzione (Dati People’s Vaccine Alliance [PVA] costituita da circa 70 ONG internazionali, tra cui Oxfam e Amnesty International, “Il grande furto dei vaccini”, l’analisi si basa su un recente studio congiunto della ONG statunitense Public Citizen e degli esperti dell’Imperial College di Londra).
I profitti di BioNTech e Pfizer derivanti dalla vendita dei vaccini si aggirano sui 24 miliardi (MD) di$, al netto dei costi di produzione.
In base all’analisi il costo di produzione di una dose di vaccino BioNTech/Pfizer sarebbe di circa 1,18 $, una di vaccino Moderna di 2,85 $.
Per Moderna i prezzi effettivi sarebbero da 4 a 13 volte superiori rispetto ai costi di
produzione stimati da PVA, quelli chiesti da BioNTech/Pfizer da 6 a 24 volte superiori.
Il prezzo più basso una dose del vaccino BioNTech/Pfizer sarebbe quello pagato dall’Unione Africana (AU), 6,75$, 6 volte il costo di produzione stimato.
Il prezzo più alto è quello pagato da Israele, 28$.
Sembra che Moderna abbia chiesto alla Colombia 30 $ per dose di vaccino, il doppio di quanto pagato dal governo americano.
Il Sudafrica ha dovuto rifiutare un’offerta di Moderna, 42$ per dose.
PVA ha calcolato alcuni esempi di incassi per la vendita dei vaccini, al netto dei costi di produzione, e cioè di profitti per i grandi produttori farmaceutici.
Per il Sudafrica, questi profitti sarebbero pari a 177 milioni di $, sufficienti a vaccinare l’intera popolazione sudafricana e quelle di Namibia e Zambia al prezzo di produzione.
L’Unione Africana avrebbe sborsato 279 milioni di $, la Colombia 375 milioni di $.
Secondo l’analisi, BioNTech/Pfizer e Moderna hanno intascato complessivamente 41 miliardi di $, di cui 24 per BioNTech/Pfizer.
Per l’intero 2021 BioNTech prevede un fatturato di circa 16 MD€, che equivarrebbe a 1/3 del fatturato complessivo del settore farmaceutico tedesco del 2020.
I profitti sono enormi: nel secondo trimestre del 2021 la sola BioNTech ha potuto aumentare il suo fatturato dai 2,05 miliardi di € del primo trimestre a 5,31 miliardi di €, e più che raddoppiare i profitti, da 1,13 miliardi € a 2,79 miliardi €.
Nel solo primo semestre del 2021, il gruppo ha incassato un profitto di 3,92 MD € su un fatturato di 7,36 MD€, quasi esclusivamente sulle vendite di vaccini.
Questo boom potrebbe invertire la tendenza per il farmaceutico tedesco, che aveva visto calare il suo fatturato dai 54 MD€ del 2018 a 47,2MD€ offrendo la possibilità di accrescere la propria quota sia in Europa che a livello internazionale, e di accelerare la crescita economica complessiva della Germania, contribuendo con lo 0,5% al suo PIL complessivo 2021.
A maggio 2021 grazie alla produzione di vaccini si sono aggiunti altri 9 nuovi miliardari; tra essi il CEO di BioNTech Uğur Şahin, quattro manager e investitori di Moderna e tre manager del produttore cinese di vaccini CanSino.
I produttori di vaccini hanno incassato profitti speciali grazie alla condiscendenza della UE.
Bruxelles avrebbe pagato 15,50€ per unità per i primi 600 milioni di dosi di vaccinoBioNTech/Pfizer; prezzo poi salito a 19,50€ unità per i seguenti 900 milioni di dosi.
Se si calcola il prezzo al netto dei costi di produzione dei 460 milioni di dosi di vaccino Moderna, la UE ha sborsato oltre il puro prezzo di produzione ben 31 miliardi€, pari al 19% del suo bilancio totale per il 2021.
I gruppi farmaceutici sono riusciti ad aumentare il prezzo dell’ultimo ordine UE per altri 2,1 miliardi di dosi di vaccino. BioN-Tech/Pfizer è passata dai precedenti
15,50€ euro per dose a 19,90€; Moderna da 19 a 21,50€.
Un notevole incremento di profitti, a spese dei contribuenti europei!
La UE e la Germania hanno assicurato che i produttori di vaccini mRNA continuino ad incassare enormi profitti, bloccando ad inizio aprile la richiesta nel competente organo WTO che i brevetti sui vaccini anti Covid19 vengano almeno temporaneamente sospesi.
India e il Sudafrica avevano avanzato per la prima volta la richiesta nell’ottobre 2020; se fosse stata soddisfatta, da tempo si sarebbero potuti produrre grandi quantità di vaccini nei paesi più poveri assicurando la loro fornitura. Nei paesi a basso reddito solo l’1,1% della popolazione ha ricevuto finora una prima dose di vaccino (agosto 2021). BioNTech/Pfizer e Moderna, le aziende farmaceutiche che traggono maggior profitto dal blocco tedesco-europeo alla concessione del brevetto, sono anche quelle che, secondo PVA, forniscono meno vaccini ai paesi più poveri; solo l’8% della produzione globale di BioNTech/Pfizer è stata destinata ai
paesi a medio e basso reddito, Moderna solo il 7%.
Finora (secondo uno studio di Amnesty International, pubblicato il 22 sett. 2021) delle 5,56 MD di dosi di vaccino Covid 19 somministrate fino a metà settembre, oltre il 71% è stato dato in paesi ad alto o medio-alto reddito, mentre solo un misero 0,3% è stato dato in paesi a basso reddito. Sei i maggiori produttori mondiali: Pfizer, Moderna, Johnson & Johnson, Novavax (tutti degli Stati Uniti), AstraZeneca (Regno Unito) e BioNTech (Germania).
Secondo Amnesty International, la britannica AstraZeneca, sarebbe un’eccezione, dato che venderebbe il vaccino al costo di produzione, e ha accordi di licenza con produttori in Brasile, Cina, India e Russia, anche se si rifiuta di rilasciare i brevetti.
[Dal che si deduce che anche il UK sta attuando una sua diplomazia del vaccino. N.d.T.]
AstraZeneca ha fornito quasi due terzi delle sue dosi di vaccino a paesi a basso e medio reddito, mentre circa il 79% delle forniture di Johnson & Johnson e l’88% delle forniture di Moderna sono andate a paesi a medio e alto reddito.
Amnesty International: Il 79,9% delle dosi di vaccino consegnate dal tedesco BioNTech e dall’americano Pfizer sono andate a paesi ad alto reddito, un altro 18,0% a paesi a reddito medio-alto, solo il 2% a paesi a reddito medio-basso e solo lo 0,1% a paesi a basso
reddito.
Gli enormi profitti incassati da Pfizer e BioNTech sono stati assicurati dai massicci finanziamenti governativi iniziali che hanno coperto i costi di sviluppo e minimizzato i rischi commerciali.
Il governo tedesco ha finanziato BioNTech con 375 milioni€; BioNTech e Pfizer hanno anche avuto l’impegno dal governo degli Stati Uniti e dalla UE per dosi di vaccino del valore di 17,3 miliardi di $.
Gli Stati Uniti si sono impegnati a consegnare 500 milioni di dosi di vaccino ai paesi più poveri entro la metà del 2022.
Anche su questo fronte è la Cina il paese che di gran lunga ha consegnato ai paesi più poveri la maggiore quantità di vaccini, attuando una sua “diplomazia dei vaccini”.
Sulle complessive 831 milioni di dosi di vaccino già esportate da Pechino, 61 milioni sono andati a paesi africani, più di 1/3 delle quasi 177 milioni di dosi complessive da essi ricevute.
In Marocco Sinopharm ha avviato parte della sua produzione di vaccino.
I gruppi
cinesi hanno consegnato più di 236 milioni di dosi in America Latina, di cui 96 milioni al Brasile; 480 milioni di dosi sono state destinate all’Asia-Pacifico (191 milioni Indonesia, 34 milioni Filippine, 48 milioni Pakistan, 30 milioni Bangladesh).
In Indonesia e Brasile è iniziata la produzione di vaccino cinese.
La Cina fornisce vaccini anche ad alcuni paesi dell’Est e del Sud Europa (Ungheria, 4,5 milioni di dosi, Serbia, 4,2 milioni, Turchia 31,4 milioni).
Si calcola che le forniture di vaccino cinese all’estero raggiungano almeno i 30 milioni di dosi la settimana.
La Germania inizierà a breve con la terza dose, e a vaccinare bambini e adolescenti; sta anche programmando di accumulare grandi quantità di vaccini a scopo di “prevenzione”, una dose per abitante, cioè più di 80 milioni di dosi.
Accade sempre più spesso che debbano essere distrutte dosi di vaccino inutilizzate nei paesi ricchi, giunte a scadenza.
Secondo i rapporti, in Germania sono per questo a rischio oltre tre milioni di dosi.
La promessa del COVAX permetterà di fornire vaccini ai paesi più poveri aè stata ttuata molto relativamente: delle due miliardi di dosi previste entro la fine dell’anno, all’inizio di settembre ne erano stati consegnate solo 243 milioni.