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[STATIUNITI] L’America sta vivendo uno sciopero generale non ufficiale. Milioni di lavoratori “sono stufi, esauriti, esausti”

L’AMERICA

STA VIVENDO

UNO SCIOPERO GENERALE

NON UFFICIALE?

[fonte: PortSide, 13/10/2021 articolo di Robert Reich [1] – traduzione di G. L.]

l rapporto sull’occupazione di venerdì scorso del Ministero del Lavoro degli Stati Uniti ha provocato una valanga di titoli sconfortanti.

Il New York Times ha sottolineato la crescita “debole” dei posti di lavoro, preoccupandosi che “i problemi di assunzione che hanno tormentato i datori di lavoro per tutto l’anno non saranno risolti rapidamente”, e “l’aumento dei salari potrebbe aggiungere preoccupazioni per l’inflazione”.

Per la CNN, è stata “un’altra delusione”.

Per Bloomberg “il rapporto sui posti di lavoro di settembre fallisce per il secondo
mese consecutivo”.

I media non hanno però riferito la vera notizia, che è davvero buona: per la prima volta da decenni, i lavoratori americani mostrano i muscoli.

Si può dire che i lavoratori hanno dichiarato uno sciopero generale nazionale finché non otterranno una paga migliore e migliori condizioni di lavoro.

Nessuno lo chiama sciopero generale.

Ma pur nella sua disorganizzazione è collegato agli scioperi organizzati che scoppiano in tutto il paese – troupe televisive e cinematografiche di Hollywood, lavoratori della John Deere, minatori dell’Alabama, lavoratori della Nabisco, lavoratori della Kellogg, infermieri in California, lavoratori della sanità a Buffalo.

Disorganizzati o organizzati, i lavoratori americani hanno ora una leva contrattuale per ottenere miglioramenti.

C’è una domanda per tutti i tipi di beni e servizi, che i consumatori hanno sospeso in un anno e mezzo di pandemia.

Ma i datori di lavoro hanno difficoltà a coprire i posti di lavoro.

Il rapporto sull’occupazione di venerdì scorso ha indicato che il numero di posti di lavoro disponibili ha raggiunto un livello record.

La quota di persone che lavorano o che cercano attivamente lavoro (il tasso di partecipazione alla forza lavoro) è scesa al 61,6%.

E’ scesa anche la partecipazione di coloro che sono al primo anno di lavoro, definito come dai 25 ai 54 anni.

Nell’ultimo anno, le offerte di lavoro sono aumentate del 62%.

Eppure le assunzioni complessive sono diminuite.

Cosa succede?

Altro segnale. Il tasso di abbandono del lavoro è il maggiore mai registrato.

Gli americani stanno abbandonando il lavoro al tasso più alto mai registrato.

In agosto hanno lasciato il lavoro circa 4,3 milioni di persone, una cifra corrispondente a circa il 2,9% della forza lavoro; in aprile, avevano lasciato il lavoro circa 4 milioni di persone; dalla scorsa primavera ogni mese circa 4 milioni di lavoratori americani hanno lasciato il lavoro.

Questi dati non hanno niente a che fare con i sussidi di disoccupazione extra che i
repubblicani sostengono scoraggino le persone a lavorare.

Ricordiamo: i sussidi extra sono finiti il giorno del Labor Day.

I rinnovati timori della variante Delta Covid possono essere un fattore, ma non il principale.

I tassi di ospedalizzazione e di morte sono in calo, grazie al fatto che la maggior parte degli adulti ora sono vaccinati.

Penso invece che il fattore principale sia che i lavoratori sono riluttanti a tornare o a
mantenere il loro vecchio lavoro soprattutto perché sono esauriti.

Una parte di loro è andata in pensione anticipata.

Altri hanno trovato il modo di sbarcare il lunario in modo diverso dal mantenere il lavoro che aborrono.

Molti semplicemente non vogliono tornare a lavori di merda a basso salario che spaccano la schiena o che fanno perdere la testa.

I media e la maggior parte degli economisti misurano il successo dell’economia in base al numero di posti di lavoro che crea, ignorando la qualità di questi lavori. Questa è una grave dimenticanza.

Anni fa, quando ero ministro del Lavoro, continuavo a incontrare lavoratori in tutto il paese che avevano un lavoro a tempo pieno ma si lamentavano che il loro lavoro era pagato troppo poco e aveva pochi benefit, oppure non era sicuro, o imponeva orari lunghi o imprevedibili.

Molti dicevano che i loro datori di lavoro li trattavano male, li maltrattavano e non li
rispettavano.

Da allora, secondo i sondaggi, queste lamentele sono diventate più forti. Per molti, la pandemia è stata l’ultima goccia.

I lavoratori sono stufi, esauriti, esausti.

Dopo le numerose difficoltà, malattie e morte dello scorso anno scorso, non ne possono più.

Per attirare i lavoratori, i datori di lavoro stanno aumentando i salari e offrendo altri incentivi.

I guadagni medi sono aumentati a settembre di 19 centesimi l’ora e di più di 1 dollaro l’ora o 4,6% – nell’ultimo anno.

Chiaramente, questo non basta.

L’America degli affari vuole presentare la cosa come “carenza di manodopera”.

Sbagliato.

Ciò che sta realmente accadendo è più propriamente descritto come deficit di salario di sussistenza, di indennità di rischio, di assistenza all’infanzia, di congedo per malattia retribuito, e di assistenza sanitaria.

Se questi deficit non vengano corretti, molti americani non torneranno presto al lavoro. Io dico che è ora.

Note

[1] Robert Bernard Reich – economista americano, ha servito nelle amministrazioni dei presidenti Gerald Ford e Jimmy Carter, ed con Bill Clinton è stato ministro del lavoro dal 1993 al 1997.