INPS: previdenza a parole imprevidenza nei fatti!
Lo smart working è stato ampiamente utilizzato durante la pandemia e ha concesso a milioni di lavoratori, specialmente i più fragili, di continuare a svolgere i loro ruoli con efficienza e in sicurezza, ed è entrato, di fatto, permanentemente nell’organizzazione lavorativa del futuro.
Nella pubblica amministrazione, pur in un contesto di attacchi ingiustificati da parte del ministro Brunetta al Pubblico Impiego, si sta lavorando per l’inclusione permanente del lavoro agile nei nuovi contratti di lavoro.
Ma la tutela dei lavoratori fragili si potrebbe rivelare un mero annuncio propagandistico!
Infatti quanto annunciato viene prontamente contraddetto dal messaggio 3495 del
14/10/2021: l’INPS recependo l’orientamento espresso dalla Corte di Cassazione in alcune sentenze, ha deciso che l’assegno di invalidità civile non verrà più liquidato agli invalidi civili parziali che prestano attività lavorativa.
E’ una misura ancora più odiosa se si considera che la retribuzione percepita si colloca al di sotto della soglia reddituale prevista per l’accesso alla prestazione (che per il 2021 è pari a € 4.931,29).
Si tratta di un provvedimento ingiusto che non solo colpisce economicamente gli invalidi parziali, che spesso erano costretti ad integrare la ben magra pensione (287 euro al mese) con qualche piccolo lavoro saltuario, ma costituisce un passo indietro rispetto al diritto all’inclusione sociale delle persone con disabilità.
Cosa ancora più grave, il messaggio INPS viene emesso al termine di un periodo, quello caratterizzato dall’epidemia di COVID 19, che ha colpito in particolar modo i disabili e le loro famiglie che si sono trovati spesso privi di qualsiasi assistenza.
Ma a patire sono sia i lavoratori fragili che disabili, questo dimostra che le norme varate non sono abili a tutelare il mondo del lavoro.
Mentre nel privato il lavoro agile è largamente applicato per lo svolgimento di varie attività, nel Pubblico Impiego e nella Scuola, la sola logica che si afferma è quella di imbrigliare in strettoie e discrezionalità la tutela dei lavoratori fragili.
Battiamoci per garantire il varo di norme chiare che vincolino i datori di lavoro pubblici e privati alla concessione dello smart working per tutte le attività per cui ciò sia possibile, senza che il datore eserciti, come spesso accade, una discrezionalità irragionevole, priva di reale oggettività e che vada a discapito dei più deboli.
Nel caso, tutt’altro che inverosimile, che questi rimangano sordi alle nostre richieste, organizziamoci a partire dai luoghi di lavoro. Il tempo del cambiamento è ora!
Non lasciamo che la burocrazia e la miopia di amministratori e governanti precluda a tanti lavoratori fragili questa occasione di miglioramento!
Genova 21-10-2021
SI Cobas Pubblico Impiego