Rifugiati alla frontiera EU.
I buoni sentimenti non bastano
Le terribili immagini di persone, molti i bambini, accampati al gelo nei boschi al confine fra Bielorussia e Polonia toccano il cuore.
La loro disperazione è la stessa che si legge negli occhi di chiunque è costretto a cercare la sopravvivenza per sfuggire a fame e guerra in paesi ricchi (paesi ricchi solo per i ricchi).
Ma i buoni sentimenti non bastano, i buoni sentimenti non fermano queste tragedie e si ripetano ancora e ancora sempre nell’indifferenza crescente, accompagnate dalle strumentalizzazioni di ogni feccia reazionaria e razzista.
La stessa strumentalizzazione e indifferenza cinica caratterizza i paesi “democratici”.
Capire quanto sta accadendo è il nostro primo dovere.
Chi sono coloro che stanno cercando di passare il confine polacco?
Profughi curdi, siriani, afgani e iracheni in fuga dalle guerre scatenate dagli USA e dai loro alleati NATO, ma anche dalla Turchia, dalla Russia e dall’Iran.
La NATO, da decenni, sta perseguendo una politica di espansione verso Est.
Dopo le recenti guerre in Georgia e in Ucraina, l’ultimo tassello di questa strategia passa per la Bielorussia, uno dei più fedeli vassalli di Mosca.
Destabilizzare il governo di Minsk è l’obiettivo e le sanzioni economiche di USA e UE (rafforzate da una sempre più minacciosa presenza militare occidentale sui confini orientali) sono lo strumento per raggiungere lo scopo.
E’ in questa contesa che il regime bielorusso di Lukashenko ha deciso di imitare quanto, da anni e con successo, sta facendo Erdogan: usare cinicamente le persone come strumenti della politica, corpi che diventano armi da scagliare contro il “nemico”.
Quelle persone sono quei profughi, disperati, accampati nel nulla, di fronte a barriere di filo spinato e a 15000 soldati polacchi la cui missione è quella di usare la forza pur di non farli passare!
L’obiettivo di Lukashenko è evidente: “cancellate le sanzioni o farò passare altri migranti”.
L’UE sembra decisa a non cedere: si parla addirittura di aiutare la Polonia con l’invio di contingenti Frontex (polizia anti immigrati dell’UE).
La costruzione del muro a difesa della fortezza europea è largamente condivisa resta solo la disputa se debba avvenire con fondi EU o dei singoli stati frontalieri.
Se l’UE fosse davvero la patria dei diritti che dice di essere, quei profughi li avrebbe già accolti.
Che si tratti di uno scontro fra imperialismi, condito con tutta la barbarie caratteristica di questi scontri, è evidente.
Come è evidente che non c’è una parte che ha ragione ed un’altra che ha torto: chi tratta gli esseri umani come strumenti è criminale quanto chi, piuttosto che accoglierli, schiera l’esercito.
L’unica ragione ammissibile è per noi quella dei profughi.
L’unica ragione che riconosciamo è quella delle vittime dei conflitti combattuti fra
Imperi, Nazioni e nazionalismi, per gli interessi di quei Capitalismo che sa generare solo guerre e sofferenze.
Non intendiamo essere né i soldatini della NATO né di Putin.
I profughi sono le vittime della violenza nei loro paesi ma sono soprattutto le vittime della violenza del capitale.
La solidarietà va ai nostri fratelli in fuga dalle guerre.
La solidarietà concreta è lottare contro il nemico di casa nostra!
S.I. Cobas