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[TORINO] La parola ai lavoratori no “green pass”: cosa aspettiamo? Diamo una risposta decisa, prepariamo proteste e sciopero

I LAVORATORI IN PIAZZA CASTELLO:

COSA ASPETTIAMO?

DIAMO UNA RISPOSTA DECISA, PREPARIAMO PROTESTE E SCIOPERO!

E’ ormai sotto gli occhi di tutti il fallimento da parte del governo nella gestione della crisi in generale ed in particolare della crisi sanitaria, fondata su menzogne e contraddizioni.

La pandemia è usata come pretesto per attuare politiche economiche, repressive ed autoritarie che schiacciano le persone ed attaccano le condizioni di vita dei lavoratori e dei proletari.

– gas e luce: + 40%

– benzina e diesel: + 30%

– gpl e metano: +30% / 50%

– 6 miliardi di tagli alla sanità dal governo Draghi, in piena pandemia

– licenziamenti e precarietà

– aumento delle le spese militari e del debito

… e siamo solo all’inizio!

Chi lotta contro il green pass lotta contro il carovita e le politiche del governo Draghi!

Il Coordinamento lavoratori no “green pass” continua i presidi itineranti davanti ai luoghi di lavoro e nei quartieri della città: contro discriminazione e sfruttamento, organizziamoci in tutti i luoghi di lavoro!

Questa la piattaforma con le rivendicazioni dei lavoratori del Coordinamento no “green pass”:

– il ritiro immediato del DL 127/2021 e la revoca dell’obbligo del “green pass” sui luoghi di lavoro, quale strumento discriminatorio

– come anche configurato dal diritto italiano ed europeo.

– il rispetto della sicurezza sul luogo di lavoro, anche con tamponi a carico delle aziende durante l’orario di lavoro – come pure previsto dall’art. 15 Dlgd 81/08: “Le misure relative alla sicurezza, all’igiene ed alla salute durante l’orario di lavoro non devono in nessun caso comportare oneri finanziari per i lavoratori” – istituendo un presidio medico-sanitario atto a somministrare gratuitamente e durante l’orario di lavoro a tutti i lavoratori che ne facciano richiesta il test rapido per l’accertamento di positività al virus SARS-CoV2 (idoneo a permettere il regolare svolgimento dell’attività lavorativa) o, qualora ciò si rendesse impossibile per verificabili problemi di carattere organizzativo, attraverso la copertura economica del costo del tampone con test da effettuarsi presso un congruo numero di strutture esterne adeguatamente accessibili e tempestivamente indicate; altresì implementando il controllo del rispetto di tutte le misure di sicurezza già previste dalla normativa vigente e dai protocolli sanitari in essere (distanziamento, Dpi, sanificazione, ecc…).

– il pagamento delle giornate perse ai lavoratori a cui è stato rifiutato l’ingresso in azienda, per evitare ulteriori difficoltà economiche alle famiglie interessate.

– cessare ogni forma di violenza e repressione da parte delle forze dell’ordine contro i lavoratori che protestano, come gli operai portuali di Trieste e Genova, i lavoratori Fedex di Piacenza, gli operai Unes di Milano e i lavoratori Texprint di Prato.

Come lavoratori, oltre ogni divisione di sindacato o di categoria o di origine, bisogna unirsi con la solidarietà ed organizzarsi dentro la fabbrica facendo sindacato sulla base dell’interesse degli operai: per migliorare concretamente le nostre condizioni di lavoro e di vita, a partire dalla discriminazione del “green pass” per affrontare insieme le problematiche di salario, orario e turni, sicurezza e salute, carichi e ritmi di lavoro, contratti, libertà sindacale, repressione, diritti e dignità.

Nelle prossime settimane, il Coordinamento no “green pass” organizzerà nuovi presidi davanti ad altri importanti luoghi del lavoro discriminato (fabbriche, magazzini, supermercati…) per dare solidarietà concreta ai lavoratori in lotta ed allargare il nostro fronte di classe.

Invitiamo tutti i lavoratori alla massima diffusione e partecipazione.

Uniti si vince!

22 gennaio

S.I. Cobas Torino