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[MILANO] Si può definire caporalato quando il committente (Due AA) impedisce l’entrata ai lavoratori in appalato per aver scioperato?

Raccontiamo e denunciamo la solita storia che facciamo da anni questa volta inuna azienda che alimentare.

Il Laboratorio Gastronomico Due AA sito in via Galvani 7 a Sedriano (MI) produce dal 2005 tramezzini, piadine, ecc. ed è classificato come codice ateco per la“produzione di prodotti alimentari Freschi, conservati e comunque preparati econfezionati”.                                         

Ebbene la Due AA ha assunto in modo diretto 20 lavoratori applicandogli il contratto degli alimentaristi con un salario mensile di 1400 euro base.

Sempre la Due AA per evitare di assumere direttamente 40 lavoratrici e lavoratoriha pensato bene di appaltare le linee di produzione ad una società cooperativa alsolo scopo di abbassare il costo del lavoro.

In questo modo la Due AA è formalmente libera da ogni impegno verso questi 40 dipendenti, e in caso di crisi di far saltare la cooperative stessa anche se acomandare è sempre la Due AA .

Nonostante Due AA avesse appaltato una parte della produzione ha sempre gestito lei i lavoratori della coop sia in termini di ferie,permessi,ecc, che di organizzazione della produzione.                                           

La coop, per stare nei costi (imposti da Due AA?) ed essere competitiva in tuttiquesti anni che è presente nell’appalto, ha pensato bene di sfruttare ancora dipiù lavoratori, primo applicando il ccnl del Multiservizi (con salari mensili intorno ai 900 euro) al posto di quello alimentare con 1400 ero; secondo applicando (illegalmente perchè è il Ccnl a prevalere) il regolamentointerno della coop al posto dello stesso contratto Multiservizi (già basso come visto sopra) per taglieggiare ancora di più i salari dei 40 lavoratori .

Dopo tutti questi anni di sfruttamento salariale e di salute (tante lavoratricihanno le mani logorate dal freddo della materia prima surgelata da lavorare) venti dipendenti hanno deciso di dire basta a questi stipendi da fame e sfruttamento continuo e si sono organizzati nel S.I. Cobas per rivendicare salari adeguati eapplicazione del giusto contratto degli alimentaristi.

Nel mese di Dicembre 2021 (dopo che i lavoratori hanno visto la loro busta paga) tutti i ns iscritti hanno deciso di non voler più aspettare oltre per aumentare i salarie di chiedere direttamente l’applicazione del Ccnl alimentari.

L’azienda rispondeva che non poteva applicarlo ed i lavoratori sono partiti con losciopero di otto ore.

Immediatamente è partita la repressione

La coop (dietro pressione di Due AA) comunica con un messaggio ai lavoratori che il giorno 21 Dicembre sono da considerarsi in ferie e  vengono sostituiti da lavoratori a chiamata (si può chiamare Caporalato in diretta?) mentre il 24 Dicembre l’azienda non  invia i turni via wz (e sì perché i turni la coop li invia su wz sera persera intorno alle ore 20 solo dopo che  Due  AA  gli ha comunicato  gli ordini   diproduzione) perchè sostituiti da altri lavoratori a chiamata.

I lavoratori, di fronte a questa azione di Caporalato diretto reagiscono ed ilgiorno 27 Dicembre 2021 si presentano sul loro posto di lavoro per lavorare masono fermati dai responsabili di Due AA che chiamano i carabinieri per farli uscirefuori.

L’unico “torto” dei lavoratori: quello di essersi opposta allo smisuratoguadagno fatto in questi anni sulla loro pelle da Due AA.

Altra illegalità inaudita da parte di Due AA è quella di aver impedito l’entrata dei lavoratori che la coop ha inviato sul loro posto di lavoro nei giorni 24-25-26 Gennaio 2022  .  


Il proprietario del laboratorio  gastronomico  Due AA ha proibito l’entrata,  ma solo ai ns iscritti,  venendo meno anche  al rispetto del contrattod’appalto con la coop.

La prospettiva di Due AA è di liberarsi di questi lavoratori scomodi per poi tornare apagare in nero e continuare a sfruttare altri lavoratori inserendo magari altra coop.

Nel frattempo abbiamo richiesto due interventi ispettivi sia dell’ASL chede l’ispettorato del lavoro.

Il mondo gira al contrario: gli onesti vanno in galera e i ladri sono liberi di continuare a rubare.

Tutto questo lo permettono le ns “democratiche” istituzioni che sono sempre al3anco dei padroni contro le lavoratrici.

BASTA CAPORALATO !

BASTA SFRUTTAMENTO!

S.I. Cobas

Milano, 27-1-22