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[CONTRIBUTO] Ancora repressione in Valle di Susa. Solidarietà al movimento No Tav e ai compagni torinesi dai lavoratori in lotta

SOLIDARIETA’ AL MOVIMENTO NOTAV

E AI COMPAGNI E COMPAGNE TORINESI

Un ulteriore tentativo di repressione del dissenso contro la Torino-Lione.

Così si commenta l’inchiesta della procura di Torino che ha portato a 13 misure cautelari e a perquisizioni nei presidi in Valle di Susa.

L’operazione condotta questa mattina 10 Marzo 2022, tenta nuovamente di indebolire il movimento riproponendo la solita retorica a cui ci hanno abituato questura e procura neI confronti della lotta ultratrentennale.

Si tenta quindi, come sempre, di praticare una distinzione tra buoni e cattivi all’interno del movimento, si cerca di ricostruire fantasiose regie oscure e si ripropone nuovamente un’inversione tra aggressori e aggrediti.

L’obbiettivo è ben chiaro, costruire il clima per tentare di silenziare le resistenze dei Mulini e di San Didero che in questi anni hanno rappresentato, nonostante le difficoltà della pandemia, due esperienze importanti di lotta popolare e opposizione al business della grande opera inutile.

Un disegno, questo, già visto nel corso degli ultimi anni e nell’ultimo periodo, che tenta di colpire anche le lotte dei lavoratori e lavoratrici della logistica, dei disoccupati napoletani, i compagni e le compagne antifascisti genovesi e romani, i militanti di lotta per la casa milanesi e gli studenti in lotta in tutta italia, e che si inquadra in un disegno complessivo repressivo di cui questo governo è espressione della violenza capitalista e organo principale.

Nonostante il quadro internazionale sia difficile per via del conflitto in Ucraina dove il capitalismo ancora una volta porta morte e lutto tra la classe lavoratrice e tra gli sfruttati, quest’ultimo tenta nell’opera più o meno celata mediante le istituzioni borghesi, di attaccare duramente l’opposizione sociale conflittuale in un contesto economico e sociale già provato dalla situazione pandemica facilitante e fertile l’utilizzo di procedure emergenziali che quindi rischiano di essere strutturali e di cui pagheremo tutti le conseguenze se non vi sarà una risposta unitaria e decisa. Invitiamo quindi tutte le realtà conflittuali e ai lavoratori tutti a esprimere solidarietà al movimento No Tav sotto attacco della violenza repressiva capitalista delle istituzioni borghesi.

Solidarietà ai compagni e le compagne arrestati

Tutti liberi e libere subito!

I compagni e le compagne del SI COBAS


Riceviamo e pubblichiamo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso questo contributo dei compagni di www.notav.info, già disponibile sul loro sito (vedi qui):

Ancora repressione contro i No Tav

Questa mattina all’alba è andata in scena l’ennesima operazione di polizia ai danni del movimento No Tav tra la valle e Torino. Due attivisti, Giorgio e Umberto, sono stati portati in carcere e sono state emesse altre 11 misure cautelari tra arresti domiciliari, obblighi di firma e divieti di dimora.

L’operazione riguarderebbe una serie di iniziative e manifestazioni che hanno avuto luogo dall’estate del 2020 in Val Clarea, a San Didero mescolate in un unico calderone con fatti avvenuti a Torino. Ad essere contestati agli attivisti e alle attiviste sono i reati di violenza privata e resistenza a pubblico ufficiale. Sono state perquisite le case degli attivisti e delle attiviste ed i presidi No Tav dei Mulini e di San Didero alla ricerca di non si capisce bene cosa.

L’operazione condotta questa mattina tenta nuovamente di indebolire il movimento riproponendo la solita retorica a cui ci hanno abituato questura e procura nella nostra lotta ultratrentennale: si tenta di praticare una distinzione tra buoni e cattivi all’interno del movimento, si cerca di ricostruire fantasiose regie oscure e si ripropone nuovamente un’inversione tra aggressori e aggrediti. L’obbiettivo è ben chiaro, costruire il clima per tentare di silenziare le resistenze dei Mulini e di San Didero che in questi anni hanno rappresentato, nonostante le difficoltà della pandemia, due esperienze importanti di lotta popolare e opposizione al business della grande opera inutile. Due resistenze che hanno evidenziato il prisma di contraddizioni di un sistema politico e di sviluppo che si cala la maschera del green mentre inquina e devasta i territori, che mostra un paternalismo insopportabile verso i giovani mentre ignora le loro paure, i loro bisogni e le loro volontà, che spende miliardi in opere inutili mentre la sanità e la scuola sono al collasso, che si dice pacifista mentre finanzia il riarmo.

In Val di Susa abbiamo vissuto anni di pandemia in cui mentre chiedevamo risorse per affrontare la crisi sul territorio, mentre cercavamo di prenderci cura della nostra comunità e dei nostri affetti il sistema del Tav occupava intere porzioni del nostro territorio con migliaia di uomini, idranti e lacrimogeni per installare cantieri che servono solo a drenare denaro pubblico. Il nostro è un movimento con decenni di storia alle spalle, abbiamo visto passare governi, questori e prefetti. Abbiamo sempre deciso collettivamente come portare avanti la nostra resistenza, come affrontare la violenza istituzionale che nonostante la contrarietà popolare all’opera ha militarizzato senza remore un’intera valle. 

Non ci faremo certo intimorire da questa operazione, consapevoli che in questi tempi di guerra, crisi climatica e sociale la nostra lotta, nel nostro piccolo, è uno spiraglio per costruire una speranza per il futuro.