LA REPRESSIONE NON PASSERA’
LA LOTTA DI CLASSE LA SPEZZERA’
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A PIACENZA
SAB 23 LUGLIO ORE 14 – GIARDINI MARGHERITA
Martedì mattina la Questura di Piacenza ha convalidato 8 misure cautelari – 6 arresti domiciliari e 2 obblighi di firma – ad altrettanti dirigenti nazionali e militanti sindacali di SI Cobas e USB con l’accusa di associazione a delinquere.
A tutto ciò si vanno ad aggiungere decine di lavoratori ed attivisti messi sotto accusa.
Nei fatti il tentativo fatto dagli apparati statali è quello di equiparare la lotta sindacale e la stessa possibilità di condurre una pratica sindacale negli interessi dei lavoratori come atti di “estorsione” nei confronti dei padroni.
Insomma, gli unici sindacati che vanno bene sono quelli di comodo, collaborazionisti con governo e padroni.
Al banco degli imputati ci sono le lotte condotte dagli operai e dalle operaie della logistica nel piacentino dal 2014 al 2021; lotte che hanno migliorato in maniera significativa le loro condizioni di vita e di lavoro, dando un esempio e una spinta propulsive determinanti nello sviluppare questo ciclo di mobilitazioni e scioperi in tutto il settore.
Sotto processo non sono solo i compagni sottoposti a misure cautelari, ma tutto il sindacalismo combattivo e conflittuale.
Attraverso questa operazione repressiva senza precedenti si vuole mettere in discussione lo stesso diritto allo sciopero e alla possibilità per i lavoratori di organizzarsi e difendere i propri interessi di classe.
L’escalation repressiva in Italia è sotto gli occhi di tutti, con la stessa accusa di associazione a delinquere usata sistematicamente contro ogni lotta sociale, verso i Disoccupati 7 Novembre di Napoli e i militanti dell’Askatasuna, con l’attacco rivolto al movimento studentesco e con le assurde condanne arrivate nelle ultime settimane al movimento di lotta per la casa a Roma e a chi aveva manifestato dopo la morte di Abd El Salam.
Non è uno spauracchio da agitare per finalità elettorali, non è gridare “al lupo” per gioco, ma una questione grave, seria, a cui dobbiamo rispondere con la massima compattezza.
Per questo è fondamentale la partecipazione di massa alla manifestazione nazionale questo Sabato a Piacenza.
E’ necessario per dimostrare, in un contesto di crisi politica e sociale, che esiste un’alternativa di lotta per i proletari e gli strati popolari impoveriti contro il carovita, la gestione pandemica, la guerra imperialista.
Oggi più che mai bisogna stringersi attorno alle avanguardie operaie che sono sotto attacco, per rispondere alle politiche lacrime e sangue che il prossimo governo metterà in campo, in un autunno che vedrà le contraddizioni esacerbarsi sempre di più su scala nazionale ed internazionale.
Rafforzare fin da questa giornata di lotta la costruzione di un grande SCIOPERO GENERALE unitario di tutte le forze di classe e combative.
Casa del Popolo di Teramo
Centro Politico Comunista Santacroce
Collettivo Marxpedia
Collettivo Militant
CPA Firenze Sud
Csa Vittoria
Fronte Comunista
Fronte della Gioventù Comunista
Laboratorio Politico Iskra
Movimento Disoccupati “7 Novembre“
OSA Perugia
Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria
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Il 23/7 manifestazione nazionale a Piacenza.
Aldo, Arafat, Bruno, Carlo, Fisal, Issa, Riadh e Roberto: liberi subito
All’alba di martedì, su mandato della procura di Piacenza, la polizia ha messo agli arresti domiciliari e disposto altre misure cautelari per otto dirigenti nazionali e locali del SI Cobas e della USB operanti da anni nel settore della logistica.
A questi si aggiungono decine di lavoratori e attivisti messi sotto accusa.
Con ben 350 pagine di ordinanza si costruisce un vero e proprio “teorema giudiziario” sulla scorta di un elenco interminabile di “fatti criminosi” quali picchetti, scioperi, occupazioni dei magazzini, assemblee ecc.
Le accuse sono di associazione a delinquere per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio.
Per la procura di Piacenza le lotte condotte nei magazzini della logistica dal 2014 al 2021: sarebbero state attuate per motivazioni pretestuose e con intenti “estorsivi”, al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale.
Questo teorema giudiziario è un evidente tentativo (questo certamente criminale) di cercare di impedire che nei magazzini della logistica, nei luoghi della produzione e della commercializzazione delle merci cresca e si rafforzi il sindacato di classe, conflittuale, che non cede di un millimetro sui diritti dei lavoratori.
Si vuole negare la legittimità del sindacalismo conflittuale e delle sue pratiche e si vuole dare una ulteriore spinta repressiva contro il diritto di sciopero in un settore strategico per le multinazionali e per il capitale.
Sul banco degli imputati figurano tutte le principali lotte e mobilitazioni condotte in questi anni: Gls, Amazon, FedEx-Tnt, Ikea, Leroy Merlin, ecc.: mobilitazioni grazie alle quali il sindacalismo di classe e combattivo è riuscito a rivoltare come un calzino un settore che per anni ha rappresentato una vera e propria giungla di supersfruttamento, caporalato, precarieta e salari da fame: una giungla resa possibile dalle connivenze istituzionali e dalla complicità dei sindacati Cgil-Cisl-Uil, con l’utilizzo senza freni degli appalti e subappalti a finte cooperative, con infiltrazioni, nemmeno troppo sotterranee, della malavita organizzata.
Grazie ad anni di dure lotte migliaia di lavoratori a Piacenza e in gran parte del centro-nord hanno conquistato salari dignitosi e messo fine ai ricatti imposti dai padroni, pagando un prezzo durissimo in termini repressivi e di sanque, come dimostrato dagli omicidi di Abd El Salaam nel 2016 fuori ai cancelli GLS di Piacenza e di Adil Belakhdim lo scorso anno all’esterno del magazzino Lidl di Biandrate.
È del tutto evidente il legame tra questo teorema repressivo “ad orologeria” e il colpo di mano parlamentare messo in atto pochi giorni fa dal governo Draghi su mandato dell’associazione padronale del settore (Assologistica), con la modifica dell’articolo 1677 del codice civile tesa a ad eliminare la responsabilità in solido delle committenze per i furti di salario operati dalle cooperative e dalle ditte fornitrici.
Ci troviamo di fronte a un attacco politico su larga scala teso a mettere fuori legge gli scioperi e la contrattazione nelle aziende, quindi ad eliminare definitivamente il sindacato di classe e conflittuale dai luoghi di lavoro.
L’avanzare della crisi capitalistica, e il malessere sociale sempre più montante a sequito dell’economia di guerra e del carovita, producono un’offensiva sempre più stringente contro i lavoratori, e in particolare contro le avanguardie di lotta sindacali e sociali.
Contro questa ennesima provocazione poliziesca è necessario rispondere in maniera unitaria e compatta, al di la di ogni steccato di categoria o di appartenenza di sigla.
Per questo motivo, facciamo appello a tutte le forze del sindacalismo conflittuale e a tutti i movimenti socialio e politici non asserviti al diktat dei padroni e del governo Draghi, a costruire una manifestazione nazionale a Piacenza, sabato 23 luglio alle ore 14 con concentramento ai giardi Margherita (di fronte alla stazione FS).
Le lotte contro sfruttamento e caporalato non si processano.La vera associazione a delinquere sono stato e padroni.
ALDO, ARAFAT, BRUNO, CARLO, FISAL, ISSA, RIADH E ROBERTO:
LIBERI SUBITO!
SI COBAS – USB – ADL COBAS – SGB – SLAI COBAS Per il sindacato di classe CUB – UNICOBAS – COBAS Sardegna – USI-CIT – Confederazione COBAS
Sabato ci saranno bus in partenza per Piacenza dalle principali città, per informazioni e prenotazioni contattare i compagni delle sedi territoriali del sindacato (vedi qui).
Qui il link per l’evento fb della manifestazione nazionale di sabato a Piacenza: