LO STATO OFFENDE
IL SINDACATO DIFENDE
L’azione repressiva dello Stato contro le lotte dei lavoratori è culminata negli ordini di arresto domiciliare per otto compagni del SI Cobas e di Usb emessi dalla Procura di Piacenza.
Ma non è solo la procura di Piacenza che si è mossa: l’azione repressiva non riveste un carattere “provinciale” e localistico ma generale, ha con tutta evidenza l’avallo del governo e mira non a colpire singoli compagni ma tutto il sindacalismo di classe.
Il vero obbiettivo di questi è l’attacco al modello sindacale e alle lotte sociali non piegate agli interessi della borghesia, dei suoi governi, dei suoi partiti.
La borghesia italiana è alle prese con difficoltà economiche e politiche crescenti.
La guerra, la ripresa del covid-19, il peggiorare della crisi ambientale, gli incendi e le ondate di calore ecc. hanno concorso a determinare la crisi di governo.
La reazione della borghesia in questo contesto assume un carattere rabbioso.
Si allargano le ragioni della normalizzazione del fronte interno da parte di una borghesia che non può tollerare i non allineati in una guerra non dichiarata ma fatta pagare a tutti i proletari.
Lo stato, con o senza governo in carica, nel contempo è prono a tollerare il corporativismo, non sempre pacifico, di categorie sociali piccolo borghesi, padronali e parassitarie.
Queste trovano puntuale espressione politica da parte di padrini alla Salvini e Meloni che pretendono da una parte il condono delle cartelle fiscali a milioni di padroni e padroncini e dall’altra gli arresti per chi lotta per il salario e un lavoro dignitoso.
Siano essi immigrati che italiani.
Questa è la faccia feroce della repressione di classe che si affianca a quella più raffinata (si fa per dire) della Confindustria che con Bonomi pretende il taglio del cuneo fiscale per ridurre i contributi a carico dei padroni e con la Gelmini, addirittura, vorrebbe l’azzeramento dell’Irap che è la fonte principale di finanziamento del Ssn.
Lo scontro politico a cui stiamo assistendo non è tra governisti e anti governisti., non è tra i sostenitori di Draghi e gli oppositori del Banchiere (con e senza cuore).
E’ una gara a chi è più servo degli interessi generali dell’imperialismo italiano.
Tutti indistintamente stanno preparando l’ennesima manovra di lacrime e sangue per i lavoratori e la popolazione povera.
Questi sacrifici andranno a colpire tutte le categorie e tra questi i lavoratori della sanità.
La chiusura del Contratto Pubblico che segna un arretramento economico senza precedenti è solo l’avvisaglia di un attacco più generale.
Alla repressione c’è solo una strategia da opporre: l’estensione dell’azione sindacale nella prospettiva di legare questa a lotte politiche centrate sull’indipendenza e inconciliabilità degli interessi della nostra classe dagli interessi del capitalismo che produce naturalmente sacrifici e guerre imperialiste.
Alla forte, vivace, appassionata risposta che abbiamo dato con il corteo del 23 luglio a Piacenza, invasa da migliaia di compagni, deve seguire quel lavoro di organizzazione molecolare che è la vera spina nel fianco del padronato e dei suoi governi.
29 luglio
SI Cobas Sanità e Funzione Pubblica