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[COMUNICATO] A fianco alla lotta del popolo palestinese

AFFIANCO ALLA LOTTA

DEL POPOLO PALESTINESE!

L’ultimo massacro in corso è quello che il governo Lapid ha motivato con l’azione per “neutralizzare” (che nel linguaggio nazistoide del governo sionista israeliano significa assassinare) la dirigenza militare della Jihad Islamica.

E in questa ennesima operazione “mirata”, dopo alcuni giorni di bombardamenti sull’area di Gaza, all’alba dell’8 agosto si contano 44 palestinesi uccisi, di cui 15 bambini e 4 donne, che stentiamo a credere siano alla testa delle operazioni militari della Jihad e I feriti sono più di 350.

Con il pieno appoggio dell’amministrazione Biden, nel solco delle precedenti amministrazioni Usa, Israele ha rivendicato ancora una volta il diritto all’azione preventiva contro la Jihad Islamica in chiave “preventiva” dopo l’arresto del suo capo militare in Cisgiordania, e altri arresti e omicidi mirati di suoi militanti.

In un contesto in cui anche i rapporti di organizzazioni non governative come Amnesty International (che è tornata a definire l’apartheid di Israele contro la popolazione palestinese come “un sistema crudele di dominazione e un crimine contro l’umanitа”) vengono sistematicamente ignorate e di fronte alle “vuote” rimostranze degli organismi internazionali come l’Onu, il sionista “nostrano” Fassino del Pd è sceso puntualmente in campo con diverse argomentazioni tese a riaffermare, come da copione, il principio secondo cui Israele

É il dirito internazionale ed è la legalità internazionale, e che nessuno può permettersi di aprire bocca sul suo operato.

Neppure quando, come nelle ultime settimane, intensifica gli arresti di bambini, per esempio nel sud del Khalil.

(Da un rapporto di Save the Children di due anni fa circa 500-700 bambini Palestinesi della Cisgiordania vengono processati e detenuti secondo la legge militare israeliana, ogni anno).

L’arroganza del capitale e delle sue logiche imperialiste.

La si è vista anche nella vicenda dell’assassinio mirato della giornalista palestinese di al Jazeera, Shireen Abu Aqleh, avvenuto l’11 maggio a Jenin e nella strisciante messa in discussione dell’esistenza stessa della moschea di al-Aqsa, parte del percorso di rincorsa all’integrale giudaizzazione di Gerusalemme.

In cui la falange più delinquenziale dei coloni si è sentita legittimata ad infliggere alla giornalista palestinese il dileggio estremo gridando a squarciagola che era “una puttana” in un osceno raduno tenuto davanti ad al-Aqsa il tutto condito con l’eclatante manfrina dei governi occidentali di voler ricevere “chiarimenti” che è durata lo spazio di qualche giorno.

Poi è venuta immancabilmente a cadere senza averne ricevuti.

Certo, il governo Bennet-Lapid procede con accortezza per non rischiare di incendiare l’intero Medio Oriente, ma nondimeno, con una provocazione dopo l’altra, il processo non si ferma.

Come non si ferma l’interminabile stillicidio di arresti, torture, omicidi in Cisgiordania.

Se storicamente gli Stati Uniti e l’Unione europea sono pronti a coprire e giustificare qualsiasi crimine compiuto contro i palestinesi; con la guerra in Ucraina come teatro principale e accentrante della guerra intestina imperialista, nel campo Russia-Cina e nelle cancellerie arabe tutto tace, con le eccezioni di qualche battuta propagandistica di Teheran e Damasco; se il vice di Erdogan va a deporre fiori sulla tomba del capostipite del sionismo T. Herzl per significare in modo solenne da che parte sta la Turchia; lo stato di Israele risulta perfino sollecitato ad andare avanti per la sua strada di colonialismo, morte e distruzione.

Immaginare un Medio Oriente senza lo stato di Israele, senza le petrolmonarchie, senza i macellai delle proprie genti del rango di al-Sisi e al-Asad, appare un pensiero proibito per chi è asservito ai disegni imperialisti.

La sola forza in grado di fermare e rovesciare questo processo che in forme diverse dura da un secolo, risulta la sollevazione rivoluzionaria delle masse oppresse e sfruttate di Palestina, che negli scorsi decenni ha fatto più volte irruzione sul campo, nel 1988, nel 2000, nel 2015, nel 2021, indomita ma sostanzialmente isolata dal resto del mondo arabo.

Tutto ciò che possiamo fare è tornare a denunciare senza posa i misfatti del colonialismo israeliano e la copertura che riceve dallo stato italiano, dalla Ue, dalla Nato (e da tutto il resto dell’establishment capitalista e imperialista mondiale).

E non cessare un solo istante di portare all’attenzione delle lavoratrici e dei lavoratori la straordinaria forza della resistenza palestinese, che la protervia assassina di Israele non è e non è stata in grado di sradicare, e che ci chiede sostegno e solidarietа.

Solidarietà che dobbiamo dare senza nessuna esitazione.

Con il popolo palestinese fino alla vittoria !

Ora e sempre, Palestina libera!

11 agosto

Si Cobas Lavoratori Autorganizzati