Riceviamo e pubblichiamo questo contributo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso, già disonibile sul loro sito (vediu qui):
Al fianco dei lavoratori della Grecia in sciopero generale
– TIR
(italiano – english)
Al fianco dei lavoratori della Grecia in sciopero generale
Lo sciopero generale in Grecia segna un passo in avanti nell’unità dei lavoratori contro il capitalismo perché i proletari possono progredire nel cammino della loro emancipazione solo unendosi su una scala sempre più ampia – lo sciopero generale serve proprio a questo.
Solo unendosi, i proletari possono innalzare il livello della loro lotta, passando da rivendicazioni locali, da lotte frammentate, alla lotta generale: ogni volta che essi riescono ad unirsi al di là delle singole categorie e dei singoli “territori” gettano le premesse, creano le basi per passare dalla lotta contro il proprio padrone a quella contro la struttura di questa società, alla più generale lotta per il potere.
Nonostante la forte resistenza che hanno messo in campo, in Grecia da almeno un decennio i proletari hanno subito un drammatico peggioramento delle loro condizioni di lavoro e di vita.
Ma anche in Italia e in un numero sempre più ampio di paesi occidentali, per non parlare dei paesi dominati e controllati dall’imperialismo, il capitalismo sembra avere ormai margini ristrettissimi, se non inesistenti, per fare concessioni al proletariato.
Perciò ricorrerà sempre più alla repressione e affiderà sempre più il governo delle nazioni a politici aggressivamente reazionari e demagogici, spingendo in ogni paese i proletari a scendere in lotta contro il nemico di casa loro.
Nel mobilitarsi contro i propri nemici di classe, i lavoratori sono chiamati a fare i conti anche con il nemico interno alla classe: gli organizzatori di sconfitte che si nascondono dietro la politica dei risultati tangibili e immediati, dietro la frammentazione delle lotte, dietro false soluzioni e ricette riformistiche.
Ma non ci sono più margini neanche per le mediazioni e gli accordi di spartizione tra capitalismi nazionali in spietata concorrenza tra loro, e perciò i capitalisti ricorrono alla guerra come estensione delle ordinarie politiche spartitorie – come accade con la guerra in Ucraina, che segna un punto di non ritorno in questa direzione.
La dimensione della lotta che si impone al proletariato si allarga quindi al livello internazionale e richiede uno sforzo sempre maggiore per avanzare verso l’unità del proletariato internazionale.
Tutti i capitalisti di tutti i paesi sono nemici di tutta la classe operaia, una classe che non ha nazione da difendere.
Ai proletari di tutti i paesi è assegnato un grande compito: sconfiggere ognuno il nemico di casa propria per unire tutta la classe a livello internazionale e abbattere insieme il nemico comune, il capitalismo.
Per quanto lontani possiamo essere oggi da questo obiettivo finale, è necessario porlo come stella polare del cammino da compiere.
Noi, firmatari di questo messaggio al proletariato della Grecia che si prepara allo sciopero generale, siamo impegnati a organizzare in Italia per il prossimo 2 dicembre con il SI Cobas e altri sindacati combattivi uno sciopero generale contro la guerra, il carovita, la repressione, e il 3 dicembre manifesteremo a Roma su questa stessa piattaforma.
Salutiamo con calore la vostra iniziativa di lotta, da cui ricaviamo ancora maggior forza.
Il nostro augurio è che le nostre lotte possano alimentarsi le une con le altre e crescere in estensione, in chiarezza di obiettivi, in unità.
Proletari di tutti i paesi unitevi!
8 novembre
Tendenza internazionalista rivoluzionaria
***
With the workers on general strike in Greece
The general strike in Greece marks a step forward in the unity of the workers against capitalism because the proletarians can only progress in the path of their emancipation by uniting on an ever larger scale – the general strike is just for that.
Only by uniting can the proletarians raise the level of their struggle, passing from local demands, from fragmented struggles, to the general struggle: every time they manage to unite beyond single categories and single “territories” they lay the foundations and create the basis for moving from the struggle against one’s master to that against the structure of this society, to the more general struggle for power.
Despite the strong resistance they have put in place, in Greece for at least a decade the proletarians have suffered a dramatic deterioration in their working and living conditions.
But even in Italy and in an ever-increasing number of Western countries, not to mention the countries dominated and controlled by imperialism, capitalism now seems to have very limited, if not non-existent, margins for making concessions to the proletariat.
Therefore it will increasingly resort to repression and will increasingly entrust the government of nations to aggressively reactionary and demagogic politicians, pushing the proletarians in every country to fight against their home enemy.
In mobilizing against their class enemies, the workers are also called to deal with the enemy within the class: the organizers of defeats who hide behind the politics of tangible and immediate results, behind the fragmentation of struggles, behind false solutions. and reformist recipes.
But there are also very narrow margins for mediations and partition agreements between national capitalisms in ruthless competition among themselves, and therefore capitalists resort to war as an extension of ordinary partition policies – as happens with the war in Ukraine, which marks a point of no return in this direction.
The dimension of the struggle that is imposed on the proletariat is therefore expanding to the international level and requires an ever greater effort to advance towards the unity of the international proletariat.
All the capitalists of all countries are enemies of the entire working class, a class that has no nation to defend.
The proletarians of all countries have a great task assigned to them: to defeat each one’s enemy at home in order to unite the whole class at the international level and together bring down the common enemy, capitalism.
However far we may be from this final goal today, it is necessary to put it as a the Northern Star of our path.
We, the signatories of this message to the proletariat of Greece preparing for the general strike, are committed with SI Cobas and other combative unions to organizing a general strike in Italy for next December 2 against war, high prices, repression, and on December 3 we will demonstrate in Rome on this same platform.
We warmly greet your struggle initiative, from which we draw even more strength.
Our hope is that our struggles can feed on each other and grow in extension, in clarity of objectives, in unity.
Proletarians of all countries unite!
Internationalist Revolutionary Tendency