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[CONTRIBUTO] La condanna a morte del compagno Alfredo Cospito

Riceviamo e pubblichiamo questo contributo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso, già disponibile sul loro sito (vedi qui):

La condanna a morte

del compagno Alfredo Cospito

E dunque, allineandosi totalmente al governo Meloni alla faccia di tutte le fregnacce sulla divisione dei poteri in ambito democratico, la “suprema” Corte ha deciso: Alfredo Cospito deve restare al 41 bis. E poiché è nota la sua determinazione nel rifiutarlo a qualsiasi costo, lì deve morire.

Nei giorni in cui fioccano ovunque sentenze di provvidenziale assoluzione per i potenti più famosi ma anche per le più infime figure istituzionali, non importa di quali crimini o reati si siano macchiati, incluse le vere e proprie stragi; nei giorni in cui Nordio arriva a sostenere, spudoratamente, che gli indifesi davanti alle corti di “giustizia” sono proprio i ricchi e i potenti; la giustizia borghese usa il pugno di ferro contro un “irriducibile nemico del sistema” per dare un monito a quanti osino mettersi su questa strada.

Al di là della diversità di vedute con il compagno Cospito, la sua lotta, la sua condanna e la sua sorte toccano in modo diretto tutti i rivoluzionari anticapitalisti. Perché, ben al di sopra dei miserabili travet di piazza Cavour che hanno scritto la sentenza, ad imporre ovunque la linea dura contro la lotta di classe degli sfruttati in tutte le sue forme è l’Internazionale capitalistica della morte, che scatena e pianifica guerre devastanti; che è pronta ad esaurire ogni energia vitale della forza-lavoro e della natura; che produce catastrofi ecologiche e pandemie (siano esse ‘spontanee’ o causate ad arte); che vara ovunque legislazioni liberticide dei diritti operai e affina i suoi infiniti mezzi di controllo dei movimenti e dei pensieri delle popolazioni; che affonda nei mari e fa perire nei deserti decine di migliaia di emigranti; che soffoca con i lacci di acciaio dei debiti esteri centinaia di milioni di proletari; nel disperato tentativo di salvare dal suo tramonto un sistema sociale sempre più disumano e contro-naturale.

Davanti a questa furiosa offensiva della reazione capitalistica, il partito trasversale e transnazionale degli assassini degli Alfredo Cospito di tutto il mondo, di una sola cosa ci sentiamo e dichiariamo colpevoli: di non avere finora contribuito in modo adeguato ad organizzare le forze potenzialmente formidabili dell’Internazionale degli sfruttati e degli oppressi, la sola in grado di avere un piano di vita per il futuro della specie umana, di non esserci preparati come si deve agli scontri campali in arrivo. Vedremo di rimediare.