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[COOP] Quando la Cgil sgomita per l’interesse suo e non dei lavoratori. Il caso dell’attaco ai lavoratori Clo di Pieve

QUANDO LA CGIL SGOMITA PER FARE IL SUO INTERESSE

E NON QUELLO DEI LAVORATORI

Le lunghe giornate di lotta ai cancelli della Coop di Pieve Emanuele (MI) sono ancora vive nei nostri ricordi.

La questione non è conclusa, tutt’altro; ma quella lotta ha cambiato profondamente i rapporti di forza nel magazzino: ora il S.I. Cobas rappresenta la quasi totalità dei lavoratori ed ha imposto la sua agenda nelle trattative che seguiranno, dopo aver conquistato alcuni punti rivendicati.

Ma la Cgil in questa inattesa configurazione delle relazioni padronali teme di perdere terreno, e con grande sollecitudine invia a Clo e p.c. al Prefetto una lettera in cui paventa, qualora le nuove condizioni contrattuali e di lavoro conquistate venissero generalizzate anche agli altri magazzini Clor – come è doveroso che sia -, la chiusura dell’attività e il licenziamento dei lavoratori.

Non c’è che dire, questo sindacato sa fare bene il lavoro dei padroni, tant’è che ne fa le veci.

Questa condivisione di interessi porta Clo a forzare la mano, e all’incontro di ieri mercoledì 24, primo tavolo sulla via del ‘dialogo’ promesso per far terminare lo sciopero, la Cooperativa dispone che alle trattative sia presente anche Cgil, cercando di mandare ancora in minoranza il S.I. Cobas rispetto alla totalità dei lavoratori Clo.

Un bel gioco di squadra, a cui il S.I. Cobas non si sottometterà. Le nostre armi sono state solo temporaneamente deposte.

Se dovessero convocarci per questo motivo ci organizzeremo in presidio perchè non accetteremo nessuna mediazione al ribasso.

Anzi i lavoratori, che liberamente hanno aderito al S.I. Cobas, non accetteranno nessun ricatto e proseguiranno la lotta per il diritto all’indennità di malattia e per i giusti inquadramenti contrattuali e ricevere uno stipendio adeguato senza più turni di lavoro di 10/12 ore giornaliere su 6 giorni settimanali.

AVANTI FINO ALLA VITTORIA

27 maggio,

S.I. Cobas


E LO CHIAMANO ANCORA “SINDACATO”?

CGIL CONTRO ACCORDO MIGLIORATIVO CONQUISTATO CON LA LOTTA

DAI LAVORATORI COOP DI PIEVE

Non è passata neanche una settimana dalla storica vittoria dei lavoratori Clo, presso il magazzino Coop di Pieve Emanuele (MI), che la Filt Cgil Lombardia – perdendo per l’ennesima volta l’occasione di tacere – ritorna ad abbaiare furiosamente contro l’accordo migliorativo conquistato dai lavoratori organizzati nel S.I. Cobas che, con un coraggioso sciopero durato ben 15 giorni, hanno costretto le controparti al riconoscimento del ticket mensa per tutti i lavoratori e all’apertura di una trattativa per la corretta applicazione del Ccnl in tema di pagamento malattia, livelli d’inquadramento, pagamento maggiorazioni, ecc.

Infatti, con un comunicato appeso nella giornata di ieri in magazzino, la Filt Cgil diffida – senza alcuna apparente vergogna – l’azienda dall’applicare l’accordo del S I. Cobas: minacciando addirittura l’apertura dello stato di agitazione e provando a teorizzare, arrampicandosi sugli specchi, che la conquista di migliori condizioni contrattuali e salariali da parte dei lavoratori con (addirittura) la corretta applicazione del Ccnl metterebbe in discussione la tenuta economica dell’appalto a Pieve Emanuele, come negli altri magazzini Coop!

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Oppure la preoccupazione della Cgil è confermare, per conto di Clo e Coop, un regime che costringe i lavoratori a svolgere fino a 240 ore mensili per arrivare ad un salario appena sufficiente ad arrivare a fine mese?

Una logica “sindacale” tutta incentrata sulle compatibilitá padronali, sulla moderazione salariale, sul frenare ogni spinta, ogni sussulto, ogni rivendicazione da parte dei lavoratori, che possa anche lontanamente mettere in discussione il meccanismo di sfruttamento nei magazzini e degli appalti sulla pelle degli operai.

Una condizione che non ci sorprende più, nè tantomeno sorprende i lavoratori che ormai hanno imparato chi rappresenta questo sindacato e che hanno fatto la loro scelta chiara e intransigente.

Quella stessa logica con cui, proprio qualche settimana fa a Pieve Emanuele, nel pieno della battaglia per conquistare ticket mensa e contratto nazionale, spingeva le segreterie Cgil e Cisl – senza neanche consultare i propri delegati – a provare a svendere la lotta esemplare dei lavoratori, barattando un accordo a perdere in cui si legava il percepimento di un misero ticket alla produttività, abbandonando ogni velleità d’applicazione integrale del Ccnl e dando peraltro mano libera all’azienda di poter spostare a proprio piacimento i lavoratori (specie quelli piú combattivi) su altri cantieri.

In quel momento, con estrema lucidità i lavoratori avevano messo all’angolo questi tentativi di fare naufragare la lotta, abbandonando in massa i sindacati confederali e organizzandosi nel S.I. Cobas.

A centinaia avevano buttato le bandiere della Cisl nei sacchi della spazzatura, proprio a suggellare la rottura chiara e inequivocabile con una pratica sindacale filo-padronale e anti operaia!

Oggi, di fronte alla vergognosa provocazione del comunicato Cgil, teso unicamente a difendere la propria rappresentatività e il proprio ruolo, siamo certi che con altrettanta chiarezza e luciditá i lavoratori, e noi con loro, risponderanno con il rilancio di quelle rivendicazioni che sono state motore di 15 giorni di sciopero duro e che ora andranno messe al centro della trattativa aperta.

Ma a livello generale, di fronte a questa evidente collusione tra interessi padronali, mondo delle cooperative e burocrazie confederali l’unica reale risposta che i lavoratori possono dare è quella di abbandonare quelle organizzazioni “sindacali” vendute, proprio a partire dagli altri magazzini Coop, dove ancora restano critiche condizioni di sfruttamento e dove è ancora piú necessario organizzarsi in quel sindacalismo combattivo e di classe, unico reale strumento di organizzazione e lotta per i lavoratori, fuori e contro le compatibilitá padronali!

Mentre i sindacati confederali perdono ogni anno centinaia di migliaia di iscritti, il S.I. Cobas aumenta le proprie fila di lavoratori combattivi, un chiaro segnale dell’inadeguatezza di queste sigle ad affrontare l’attuale fase economica e politica.

SALARIO, DIRITTI E DIGNITÀ PER TUTTI I LAVORATORI

AVANTI S.I. COBAS

S.I. Cobas