Questo pomeriggio a Suviana, un luogo dell’Appennino bolognese, c’è stata una esplosione in una centrale idroelettrica, che immediatamente ha reso evidente che ci si trovava di fronte ad un disastro.
L’ esplosione è avvenuta sotto il livello dell’ acqua e dopo l’ esplosione un incendio e dopo l’ esplosione e l’ incendio, un allagamento.
Poi il buio… e 7 operai senza vita, inermi, soli.
Una morte atroce, orribile, come può esserlo annegare a 9 livelli sotto terra, mentre gli operai stavano collaudando il gruppo di produzione.
Una strage, l’ ennesima, che ci interroga non tanto e non solo sulle norme di sicurezza che pure sono importantissime, ma su come si lavora: contratti a termine, precariato, la matrioska degli appalti e dei subappalti (situazione che pare esserci anche in quello che è successo a Suviana).
Servono interventi radicali, occorre che la questione della sicurezza diventi un tema centrale della lotta sindacale, del conflitto di classe e che non sia invece relegata nelle ultime pagine di un contratto nazionale o in un qualche rigo.
La verità è che siamo di fronte ad una vera e propria guerra del capitale contro i lavoratori, che avviene nel silenzio più totale dei media, della politica, pronta a versare qualche lacrima di circostanza davanti alle telecamere, dei sindacati concertativi complici della ristrutturazione capitalista, che hanno permesso la destrutturazione del mercato del lavoro, che ha prodotto sfruttamento e aumento dei profitti.
Siamo di fronte ad un sistema, che come più volte sottolineato, approfitta di ogni aspetto della vita per trarre profitto e per questo prevede cinicamente anche la morte sul lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici come una opzione possibile.
Di fronte a tutto ciò non ci possono essere mezze misure: occorre costruire un percorso di lotta, come unica risposta a chi non solo vuole togliere diritti, dignità, ma che vuole anche toglierci la vita.
10 aprile,
SI Cobas