Nella mattinata di oggi alle ore 6.00 i lavoratori della cooperativa CLO organizzati nel nostro sindacato e i compagni delle varie realtà sociali e politiche a sostegno della lotta delle cooperative, si sono trovati, al momento di recarsi davanti ai cancelli della Billa, di fronte uno spropositato numero di poliziotti e sei funzionari della Digos che sbarravano il passo.
Pur non essendo questa per noi una sorpresa, visto che avevamo annunciato lo sciopero, la cosa che balzava con evidenza era la durezza e l’atteggiamento prepotente dello sbirro capo della Digos, il quale senza preamboli intimava, alla delegazione degli operai e un compagno del sindacato che chiedeva spiegazioni sul perché ci impedivano di avvicinarci al magazzino, di “andar fuori dai coglioni” o per lo meno stare alla distanza di duecento metri dai cancelli.
In pratica, gli sbirri non aspettavano che una reazione per colpirci duramente, ma il nostro obiettivo era quello di segnalare, alla maggioranza lavoratori che erano all’interno del magazzino e che purtroppo lavorano con il terrore di essere espulsi dall’azienda, che noi siamo presenti e che la lotta continua, e non abbiamo accettato la provocazione.
Dopo mezz’ora, in seguito all’azione di alcuni compagni del “Vittoria” che avevano aggirato l’”ostacolo militare”, ci siamo potuti avvicinare ai cancelli. Dopo aver sostato una mezz’ora davanti al magazzino ci siamo allontanati perché l’ obiettivo che ci eravamo posti è stato raggiunto.
Nei prossimi giorni le iniziative che faremo saranno varie per colpire le tasche , l’immagine dell’azienda committente e la cooperativa CLO, perché vogliamo difendere i diritti e gli spazi di agibilità sindacale dei compagni che lavorano in questa galera.
La lotta che si sta conducendo nelle cooperativa assume sempre più il sapore di un scontro politico e siccome i padroni dispongono di una serie di servitori, comprese le forze militari, per imporre i loro soprusi nelle aziende, dobbiamo rafforzare il nostro fronte, unificare gli sforzi ed i momenti di lotta per superare un avversario che senza risparmiare energie e soldi si permette di mantenere in assetto di guerra un contingente così numeroso di poliziotti in un sperduto luogo della periferia lombarda.
Tutto ciò avviene perché, in uno spicco di realtà aziendali e proletarie, il richiamo alla lotta vede sempre più larga l’adesione di lavoratori, soprattutto immigrati, e questo fa paura ai padroni committenti, alle cooperative, alle cosche camorristiche, mafiose (che sono presenti in forza nel settore della logistica) alle forze politiche e istituzionali che li rappresentano in parlamento e nel territorio.
NOI NON CI FAREMO INTIMORIRE, UNITI AFFRONTEREMO I PADRONI CON PIU’ FORZA
Ricordiamo a tutti l’appuntamento con i lavoratori delle cooperative domenica 5
Milano 03-12-2010