Se in Occidente, la crisi si stà manifestando con un pesante peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori (+ sfruttamento, licenziamenti, disoccupazione, riduzione dei salari, precarietà…), in Africa e in Medio Oriente sta significando fame e impossibilità di vita. Se in Occidente e quindi anche in Italia, per adesso, agiscono parziali ammortizzatori sociali, tali da mantenere una apparente e relativa pace sociale, in Africa per i proletari non c’è alcuna speranza di sopravvivenza.
Il moderno neocolonialismo occidentale (euroamericano) verso i paesi “emergenti”, fatto di investimenti diretti al massimo sfruttamento delle risorse naturali e dei lavoratori, fatto di prestiti finanziari con interessi da strozzini, fatto di espropriazioni rurali e forzati esodi di massa verso le grandi città, fatto di speculazioni di borsa merci sulle derrate alimentari che provocano aumenti dei prezzi, fatto di corruzione dei governi locali per esercitare le loro politiche di imperialiste, tutto questo insieme alla crisi sta producendo fame e miseria per milioni di persone in Africa e nel mondo.
Ma il susseguirsi delle rivolte, partite dalla Tunisia, stanno portando un vento nuovo di speranza a milioni di proletari d’Africa e del Medio Oriente, offrendo grande esempio di lotta, un esempio che tutti noi lavoratori d’Occidente dobbiamo guardare con umiltà e attenzione, perché anche il nostro futuro non è più certo.
Ma le stesse banche (Unicredit …), le stesse grandi aziende (Eni, Fiat, Fimeccanica…), gli stessi speculatori finanziari, gli stessi uomini politici (D’Alema-Prodi ieri, Berlusconi oggi), le stesse potenze Occidentali che in Africa, complici dei Gheddafi e dei Mubarak, hanno affamato intere popolazioni, oggi non vogliono mollare gli affari, si preparano con eserciti e flotte a un nuovo corso di massacri “umanitari”.
Torino 1 marzo 2011 Opposizione internazionalista a qualsiasi intervento militare “Umanitario”dell’Occidente