Non è nostra intenzione, in questa sede, dare giudizi specifici sulla natura della rivolta metropolitana che da Tottenham a Brixton, attraversa l’intera Londra. Tantomeno ci interessa commentare e analizzare la cronaca per cercare le “responsabilità specifiche”; lasciamo questo compito ai tutori dell’ordine costituito e ai loro pennivendoli, sempre a caccia di spiegazioni che portino acqua alla difesa dell’ordine capitalista per…salvare sé stessi.
Ciò che ci preme sottolineare è che, ancora una volta, quando settori di massa scendono in campo con una simultaneità, una violenza e un contagio collettivo di queste dimensioni, l’assetto politico dominante va in tilt, senza capacità di interrogarsi sui perché, né di trovare risposte e rimedi immediati.
Ancora una volta l’unica risposta possibile (per loro) è la repressione; e ciò nè ci stupisce, nè ci scandalizza. Sta nell’ordine naturale delle cose. Esattamente quelle che noi combattiamo.
Per quanto ci riguarda, come sindacato che lotta in modo convinto contro questo sistema di sfruttamento e di oppressione, perseguiamo la strada dell’autorganizzazione degli operai e delle masse oppresse a partire dai luoghi di lavoro; luoghi come a Londra dove c’è una maggior concentrazione di proletario giovanile, quelli delle rivolte nordafricane o che nelle metropoli scuotono e mettendo in movimento la classe operaia immigrata ( che, in più occasioni, è riuscita a mettere in ginocchio i padroni come nelle cooperative lombarde ed emiliane), o a mettere sotto scacco gli apparati militari (come nel recente caso dei sans-papiers africani a Bari e Crotone), aprendo prospettive inedite per l’intero proletariato ormai divenuto internazionale.
Salutiamo quindi ogni gesto di ribellione al sistema (e di questo si tratta oggi, nella capitale inglese) come uno dei tanti frammenti che contribuisce a comporre e indirizzare in senso anti-capitalista il mosaico della rivolta dei proletari in ogni angolo del pianeta.
Le lotte e le rivolte necessarie a tale mosaico non mancano di certo e, per quanto facciano ancora fatica a trovare una strada capace di contrastare e contendere alla borghesia il suo dominio sulla società intera, esse rappresentano una messa in discussione critica, radicale e concreta a tale dominio, anche se non sono ancora espressione di una classe che lotta per se. Queste lotte segnalano anche la crisi a scala storica del sistema capitalista, riecheggiando e amplificando, nelle fabbriche e nelle strade, il crollo economico che da Wall Street a Piazza Affari, passando per tutte le principali piazze europee ed asiatiche, sta facendo tremare i capitalisti del mondo, rendendoli certamente più famelici e violenti ma, allo stesso tempo vulnerabili, come non mai.