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Strappo sul contratto e futuro incerto: “Schiaffo agli operai”

Termoli. L’Ad Sergio Marchionne ha annunciato la disdetta del contratto sia per Fiat Auto che per Fiat Powertrain a partire da gennaio 2012, una decisione che non contribuisce a distendere il clima già teso con i sindacati che commentano: “E’ la solita Fiat che mangia soldi pubblici e toglie diritti”, “Ci sarà un peggioramento delle condizioni di lavoro”, “C’è bisogno di confronto”. Intanto è partita una nuova settimana di cassa integrazione: 1700 operai sono a casa, mentre gli interinali licenziati a ottobre non sono stati richiamati. Futuro incerto per Termoli, dove non si vedono investimenti da anni.

La notizia era nell’aria già da quando Fiat ha deciso di uscire dai sindacati imprenditoriali Confindustria e Federmeccanica. Ma ora lo strappo definitivo di Sergio Marchionne sul contratto nazionale si è consumato. Dal primo gennaio 2012 l’azienda stacca la spina anche a tutti gli accordi sindacali, formalizzando di fatto l’estensione dell’intesa di Pomigliano a tutti gli stabilimenti. E nonostante la disponibilità di Fiat a promuovere incontri finalizzati a realizzare accordi uguali e migliorativi, la notizia ha destabilizzato i mercati, mandando giù di 7 punti i titoli della casa automobilistica torinese.

Anche se la decisione rappresenta un passo necessario per introdurre nei 184 stabilimenti del gruppo il nuovo contratto unico, lo scenario resta incerto. I sindacati si sono spaccati e anche quelli come la Uilm, favorevoli all’accordo di Pomigliano e al contratto unico, restano perplessi, consapevoli che la decisione non aiuta le parti a ritrovare un clima positivo. Il segretario della Uilm Antonio Di Pardo lo definisce «l’ennesimo schiaffo ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali». «Bisognava prima trovare l’accordo per un contratto nuovo e poi cancellare quello vecchio» ha affermato, continuando a sostenere la necessità di un confronto su innovazioni di prodotto e garanzia di continuità.

Ancora più critica la Fiom Cgil che tramite il suo segretario nazionale Maurizio Landini, che è stato pochi giorni fa a Termoli, ha annunciato azioni legali. Massimiliano Fierro, Rsu di stabilimento sostiene che questa notizia va ad aggravare un quadro già incerto sul futuro produttivo proprio di Termoli, che aspetta da anni innovazioni sul motore. «Ci sarà un peggioramento delle condizioni di lavoro se verrà applicato l’accordo di Pomigliano» ha spiegato aggiungendo che proprio verso l’accordo verrà portata avanti un’azione legale perchè la Fiom veda riconosciuta la sua rappresentanza sindacale, nonostante non abbia firmato a suo tempo l’intesa. Fierro ha anche fatto sapere che proprio ieri 22 novembre l’azienda li ha convocati per annunciare che la disdetta dei contratti riguarderà non solo Fiat Auto che fa la carrozzeria, ma anche Fiat Powertrain che invece si occupa di cambi e motori, come Termoli.

Duro anche il commento di Andrea Di Paolo, coordinatore provinciale Si-Cobas: «Era prevedibile, ma non bisogna nascondersi dietro la crisi e cancellare i diritti come la malattia e la rappresentanza sindacale.
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La Fiat fa il solito gioco, mangia soldi pubblici e taglia i diritti e questo è un danno per lo stato sociale. Dal 1980 la Fiat ha preso 500 miliardi che rappresentano un terzo del debito pubblico attuale. C’è allarme sociale e io invito i lavoratori a parlare, a confrontarsi, a fare una rivoluzione culturale».

Molto più morbida la linea di Fim-Cisl. Il segretario Riccardo Mascolo: «Purtroppo non possiamo fare molto se non chiedere un confronto con l’azienda, che corre per la globalizzazione e per stare al passo con l’America». Resta per Termoli l’incertezza sul futuro, in una fase delicatissima per tutti, per il mercato in generale e per quello dell’auto. «Manca innovazione nei prodotti e mancano gli investimenti nonostante gli annunci» è il commento dei più. Intanto calano le vendite e cala anche la produzione. Dall’inizio del 2011 non c’è stato mese in cui a Termoli non si è fatta cassa integrazione. Anche in questi giorni 1700 operai hanno il riposo forzato, per una settimana. Si tratta di chi lavora nel reparto motori 8 e 16 valvole. Gli interinali che invece a fine ottobre sono stati rimandati a casa dopo anni di rinnovi, alimentando speranze di una possibile stabilizzazione, per ora non sono ancora stati richiamati. da primonumero.it del 23.11.2011